Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 3
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Nonostante l'assenza di nuove avventure da ben tredici anni (il quarantaduesimo ed ultimo volume dell'opera creata da Akira Toriyama risale al 1995) l'universo di Dragon Ball é ancora capace di riscuotere un successo tale da giustificare non solo la messa in onda a ritmo più o meno continuo dell'omonima opera animata e del relativo spin-off GT, ma anche un franchise in grado di generare ogni anno milioni di Euro di incasso.
Sotto questo punto di vista anche in ambito videoludico le cose non sembrano dissimili, vista la presenza di una lunga serie di titoli ispirati proprio al brand Dragon Ball il cui successo pare però troppo spesso più figlio della “fama” dei protagonisti che non dell'effettiva qualità del prodotto. Non é comunque questo il caso di Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi 3, ultimo esperimento in ordine di tempo targato Namco Bandai ed Atari, in grado di assecondare tanto le esigenze di chi vuole prendere parte a tutte le avventure di Son Goku e degli altri protagonisti dell'opera, che di quanti siano alla ricerca di un buon beat'em up con il quale passare qualche ora di sano divertimento.
La carica dei 160
Considerando la totale assenza di novità sotto il profilo squisitamente narrativo, gran parte dell'attenzione del team di sviluppo si é di fatto concentrata sulla ricerca di varianti al tema in grado di assicurare maggiore profondità sia alla modalità principale soprannominata Storia del Drago che alle altre opzioni di gioco secondarie disponibili. Vista la necessità di doversi affidare ad un canovaccio pressoché obbligato basato sulla “rivisitazione” dell'intera saga Z e dello spin-off GT, i ragazzi del team Spike hanno ben veduto di sfruttare a dovere l'enorme bacino narrativo "collaterale” messo a disposizione dallo stesso Toriyama, sovrapponendo di fatto gli eventi dell'anime principale con quelli descritti nei numerosi lungometraggi realizzati nel corso degli anni.
Il risultato finale é ovviamente più che godibile, visto che per la prima volta sarà possibile controllare sia i “soliti” protagonisti ammirati anche nel precedente capitolo della stessa serie che le numerose new entry facenti parte OAV quali l'Eroe del pianeta Conuts (Hildegard), Il Destino dei Sayan (Cooler) e Il Super Sayan della Leggenda (Broly).
Gli oltre 160 personaggi disponibili rappresentano comunque solo una delle numerose novità presenti in Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi, che potrà altresì contare sulla possibilità di combattere (nuovamente) liberamente contro uno qualunque dei combattenti sbloccati nel corso del gioco, così come di affrontare ciascuna battaglia in tre diverse fasi temporali (mattino, pomeriggio e notte), per consentire ai numerosi Sayan presenti nel gioco di sfruttare il potere derivante dalla luna piena e la conseguente trasformazione in Ozaru (scimmioni dalle dimensioni a dir poco generose dotati di una forza sovraumana).
Sempre a proposito di novità é da segnalare la possibilità di cimentarsi in frenetiche partite in modalità Versus sia offline (split screen) che in multiplayer via Nintendo Wi-FI connection, trovata questa senz'ombra di dubbio accattivante sotto l'aspetto teorico, ma che all'atto pratico tende a rivelarsi il più delle volte non all'altezza della situazione a causa degli eccessivi tempi di ricerca dell'avversario e di alcuni evidenti fenomeni di lag riscontrabili nel corso del combattimento.
Sul campo di battaglia
Che si tratti di una semplice tappa della modalità Storia del Drago o della finalissima del torneo della modalità Tour Mondiale, é chiaro che la componente fondamentale attorno al quale verte anche questo episodio di Budokai Tenkaichi resta ancora una volta la fase di combattimento vera e propria. Sotto questo punto di vista il team di sviluppo ha indubbiamente imparato dai propri errori, proponendo per l'occasione un sistema di controllo finalmente più consono alle peculiarità della console di casa Nintendo.
Come é noto, uno dei maggiori punti di criticità del precedente episodio su Nintendo Wii era infatti rappresentato dall'eccessiva difficoltà d'esecuzione delle combo, problema questo determinato da un'errata mappatura dei tasti e da un'impostazione del Wiimote tanto complicata quanto inefficace.
Questo non accade invece in Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi 3, in virtù di una mappatura dei principali tasti di azione e del D-Pad per l'esecuzione dei movimenti principale e degli attacchi standard finalmente all'altezza della situazione, ma soprattutto della possibilità di eseguire alcuni degli attacchi speciali letteralmente mimando gli stessi movimenti dei protagonisti visti in TV. Come se non bastasse, il team di sviluppo ha poi ben veduto di inserire anche il pieno supporto del gioco sia al classic controller che al Pad GameCube, venendo così incontro a quanti preferiscono un approccio al gioco “più classico”di quanto viceversa non sarebbe.
Tecnicamente parlando Dragonball Z Budokai Tenkaichi 3 conferma le già ottime impressioni della versione per Playstation 2. Strutture poligonali decisamente complesse sia per varietà che per interattività delle stesse,animazioni dei protagonisti tanto varie quanto fedeli all'anime originale rappresentano solo alcune delle caratteristiche positive dell'opera di Namco Bandai, features a cui fa ecol'ottimaIA dei nemici controllati dalla CPU, finalmentecapaci di modificare il proprio approccio al combattimento in funzione delle capacità di attacco - e difesa - deipersonaggi impegnatinella battaglia.Come ormai d'abitudine, ottimo infine il comparto sonoro sia perla qualità deglieffetti sonori in game cheper il doppiaggio,disponibile come come da prassi in lingua inglese e giapponese.
Sotto questo punto di vista anche in ambito videoludico le cose non sembrano dissimili, vista la presenza di una lunga serie di titoli ispirati proprio al brand Dragon Ball il cui successo pare però troppo spesso più figlio della “fama” dei protagonisti che non dell'effettiva qualità del prodotto. Non é comunque questo il caso di Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi 3, ultimo esperimento in ordine di tempo targato Namco Bandai ed Atari, in grado di assecondare tanto le esigenze di chi vuole prendere parte a tutte le avventure di Son Goku e degli altri protagonisti dell'opera, che di quanti siano alla ricerca di un buon beat'em up con il quale passare qualche ora di sano divertimento.
La carica dei 160
Considerando la totale assenza di novità sotto il profilo squisitamente narrativo, gran parte dell'attenzione del team di sviluppo si é di fatto concentrata sulla ricerca di varianti al tema in grado di assicurare maggiore profondità sia alla modalità principale soprannominata Storia del Drago che alle altre opzioni di gioco secondarie disponibili. Vista la necessità di doversi affidare ad un canovaccio pressoché obbligato basato sulla “rivisitazione” dell'intera saga Z e dello spin-off GT, i ragazzi del team Spike hanno ben veduto di sfruttare a dovere l'enorme bacino narrativo "collaterale” messo a disposizione dallo stesso Toriyama, sovrapponendo di fatto gli eventi dell'anime principale con quelli descritti nei numerosi lungometraggi realizzati nel corso degli anni.
Il risultato finale é ovviamente più che godibile, visto che per la prima volta sarà possibile controllare sia i “soliti” protagonisti ammirati anche nel precedente capitolo della stessa serie che le numerose new entry facenti parte OAV quali l'Eroe del pianeta Conuts (Hildegard), Il Destino dei Sayan (Cooler) e Il Super Sayan della Leggenda (Broly).
Gli oltre 160 personaggi disponibili rappresentano comunque solo una delle numerose novità presenti in Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi, che potrà altresì contare sulla possibilità di combattere (nuovamente) liberamente contro uno qualunque dei combattenti sbloccati nel corso del gioco, così come di affrontare ciascuna battaglia in tre diverse fasi temporali (mattino, pomeriggio e notte), per consentire ai numerosi Sayan presenti nel gioco di sfruttare il potere derivante dalla luna piena e la conseguente trasformazione in Ozaru (scimmioni dalle dimensioni a dir poco generose dotati di una forza sovraumana).
Sempre a proposito di novità é da segnalare la possibilità di cimentarsi in frenetiche partite in modalità Versus sia offline (split screen) che in multiplayer via Nintendo Wi-FI connection, trovata questa senz'ombra di dubbio accattivante sotto l'aspetto teorico, ma che all'atto pratico tende a rivelarsi il più delle volte non all'altezza della situazione a causa degli eccessivi tempi di ricerca dell'avversario e di alcuni evidenti fenomeni di lag riscontrabili nel corso del combattimento.
Sul campo di battaglia
Che si tratti di una semplice tappa della modalità Storia del Drago o della finalissima del torneo della modalità Tour Mondiale, é chiaro che la componente fondamentale attorno al quale verte anche questo episodio di Budokai Tenkaichi resta ancora una volta la fase di combattimento vera e propria. Sotto questo punto di vista il team di sviluppo ha indubbiamente imparato dai propri errori, proponendo per l'occasione un sistema di controllo finalmente più consono alle peculiarità della console di casa Nintendo.
Come é noto, uno dei maggiori punti di criticità del precedente episodio su Nintendo Wii era infatti rappresentato dall'eccessiva difficoltà d'esecuzione delle combo, problema questo determinato da un'errata mappatura dei tasti e da un'impostazione del Wiimote tanto complicata quanto inefficace.
Questo non accade invece in Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi 3, in virtù di una mappatura dei principali tasti di azione e del D-Pad per l'esecuzione dei movimenti principale e degli attacchi standard finalmente all'altezza della situazione, ma soprattutto della possibilità di eseguire alcuni degli attacchi speciali letteralmente mimando gli stessi movimenti dei protagonisti visti in TV. Come se non bastasse, il team di sviluppo ha poi ben veduto di inserire anche il pieno supporto del gioco sia al classic controller che al Pad GameCube, venendo così incontro a quanti preferiscono un approccio al gioco “più classico”di quanto viceversa non sarebbe.
Tecnicamente parlando Dragonball Z Budokai Tenkaichi 3 conferma le già ottime impressioni della versione per Playstation 2. Strutture poligonali decisamente complesse sia per varietà che per interattività delle stesse,animazioni dei protagonisti tanto varie quanto fedeli all'anime originale rappresentano solo alcune delle caratteristiche positive dell'opera di Namco Bandai, features a cui fa ecol'ottimaIA dei nemici controllati dalla CPU, finalmentecapaci di modificare il proprio approccio al combattimento in funzione delle capacità di attacco - e difesa - deipersonaggi impegnatinella battaglia.Come ormai d'abitudine, ottimo infine il comparto sonoro sia perla qualità deglieffetti sonori in game cheper il doppiaggio,disponibile come come da prassi in lingua inglese e giapponese.