Dragon Ball Z: Burst Limit
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Nato dal mitico pennino di Akira Toriyama, il fantastico mondo di “Dragon Ball” é divenuto negli anni un fenomeno di costume capace di valicare i confini giapponesi e conquistare milioni di appassionati in tutto il mondo. Un'opera immensa quanto apprezzata, nonché una miniera d'oro dalla vena inesauribile per editori, studi di animazione, aziende produttrici di giocattoli ed, ovviamente, publisher di videogiochi, che sulla passata generazione di console, l'hanno declinata con successo in un paio di forme complementari. É quindi con una certa aspettativa che il mondo videoludico attendeva l'esordio di Goku e compagni sulle ultime nate di casa Sony e Microsoft, una prima in alta definizione affidata ad Atari ed al suo “Dragon Ball Z: Burst Limit”, titolo che, con tutta probabilità, sarà presto affiancato da numerosi seguiti.
Sviluppato dallo studio Dimps, “Dragon Ball Z: Burst Limit” rappresenta la naturale evoluzione di quello che é stata la serie “Budokai” su Playstation 2 e può essere tranquillamente archiviato sotto la categoria picchiaduro arcade. La modalità principale di questo gioco é, ovviamente, “Cronache Z”, opzione che ci permetterà di rivivere le avventure del sayan cresciuto sulla terra grazie ad un'avvincente sequenza di combattimenti uno contro uno, ma solo fino all'epico scontro con Cell Perfetto. Come abbiamo anticipato poco più sopra, il sistema di combattimento implementato in questo picchiaduro può essere definito arcade poiché poggerà su soli due tasti, “colpo veloce” e “colpo potente”, occasionalmente combinati con una direzione, o con altri pulsanti, per dare un effetto più o meno devastante alla mossa.
Questa scelta, che sembra costruita attorno al prototipo del giocatore casuale, ha però fortemente limitato il numero di combinazioni disponibili, praticamente le stesse per tutti i personaggi, che si differenzieranno solamente per l'aspetto fisico e lo stile. Alcuni indicatori da tenere sott'occhio, come il tasso di affaticamento del personaggio ed il suo livello di aura, aggiungeranno un pizzico di strategia agli incontri, che potranno comunque essere affrontati attuando sempre le stesse tattiche. L'unica vera aggiunta alla giocabilità di “Budokai” restano quindi le cosiddette “Drama Pieces”, simpatiche scenette animate che, attivate da alcune particolari condizioni di combattimento, assegneranno dei bonus all'uno piuttosto che all'altro combattente. Peccato che i frequenti cambi di stage, e le numerose interruzioni dovute al visualizzarsi delle scene animate, compromettano il ritmo degli scontri senza aggiungere nulla di significativo in termini di profondità di gioco.
Fortunatamente gli sviluppatori hanno lasciato facoltà al giocatore di disattivare questi spezzoni, anche se solamente in modalità “Versus”, appesantendo unicamente le opzioni più corpose ed interessanti. Oltre a “Cronache Z” trova infatti posto una seconda modalità single player denominata “Prova”, a sua volta suddivisa in tre specialità differenti: “Sopravvivenza”, “Attacco a Tempo” e “Punti Battaglia”. Nonostante la struttura casuale di queste specialità, l'assenza di un vero stimolo a continuare, come potrebbe essere la trama in modalità “Cronache Z”, unitamente alla ripetitività degli scontri e delle “Drama Pieces”, ne limiteranno fortemente l'appeal.
Possiamo comunque consolarci con una delle innovazioni più importanti per il mondo di “Dragon Ball” su console, ovvero l'inedita modalità multiplayer, che ci permetterà di sfidare i nostri amici via internet in partite libere o classificate. Seppur gradevole, la dimensione multigiocatore di “Dragon Ball Z: Burst Limit” si é rivelata un po' troppo limitata nelle opzioni per interessare veramente, anche se la presenza di un sistema di ranking online potrebbe invogliare più di un giocatore a raggiungere il tetto del mondo a suon di onde Kamehameha.
Sotto il profilo tecnico, il titolo Namco Bandai ha mostrato ottime qualità. Il motore grafico con cui “Burst Limit” é confezionato si é fatto apprezzare per il sontuoso cell shading con il quale é capace di replicare le immortali tavole di fumetto ed anime, e per gli spettacolari giochi di luce di alcune delle tecniche più devastanti. L'unico difetto imputabile all'engine riguarda la scarsa interattività dei fondali, anche se il destreggiarsi tra oggetti più o meno distruttibili avrebbe, a nostro avviso, complicato ulteriormente una fase di combattimento già ricca di interruzioni.
Il sonoro propone una selezione di brani un po' troppo omogenea ed una serie di effetti piuttosto limitata; il vero valore aggiunto del comparto resta quindi il doppiaggio, disponibile in inglese ed in giapponese, che si é avvalso della collaborazione di tutti i doppiatori originali della serie animata. Un piccolo rimprovero lo dobbiamo invece rivolgere a chi si é occupato di sviluppare il codice di rete. Giocando online abbiamo assistito a episodi di lag particolarmente fastidiosi in un videogioco che, come questo, si basa su tempismo e riflessi.
Sviluppato dallo studio Dimps, “Dragon Ball Z: Burst Limit” rappresenta la naturale evoluzione di quello che é stata la serie “Budokai” su Playstation 2 e può essere tranquillamente archiviato sotto la categoria picchiaduro arcade. La modalità principale di questo gioco é, ovviamente, “Cronache Z”, opzione che ci permetterà di rivivere le avventure del sayan cresciuto sulla terra grazie ad un'avvincente sequenza di combattimenti uno contro uno, ma solo fino all'epico scontro con Cell Perfetto. Come abbiamo anticipato poco più sopra, il sistema di combattimento implementato in questo picchiaduro può essere definito arcade poiché poggerà su soli due tasti, “colpo veloce” e “colpo potente”, occasionalmente combinati con una direzione, o con altri pulsanti, per dare un effetto più o meno devastante alla mossa.
Questa scelta, che sembra costruita attorno al prototipo del giocatore casuale, ha però fortemente limitato il numero di combinazioni disponibili, praticamente le stesse per tutti i personaggi, che si differenzieranno solamente per l'aspetto fisico e lo stile. Alcuni indicatori da tenere sott'occhio, come il tasso di affaticamento del personaggio ed il suo livello di aura, aggiungeranno un pizzico di strategia agli incontri, che potranno comunque essere affrontati attuando sempre le stesse tattiche. L'unica vera aggiunta alla giocabilità di “Budokai” restano quindi le cosiddette “Drama Pieces”, simpatiche scenette animate che, attivate da alcune particolari condizioni di combattimento, assegneranno dei bonus all'uno piuttosto che all'altro combattente. Peccato che i frequenti cambi di stage, e le numerose interruzioni dovute al visualizzarsi delle scene animate, compromettano il ritmo degli scontri senza aggiungere nulla di significativo in termini di profondità di gioco.
Fortunatamente gli sviluppatori hanno lasciato facoltà al giocatore di disattivare questi spezzoni, anche se solamente in modalità “Versus”, appesantendo unicamente le opzioni più corpose ed interessanti. Oltre a “Cronache Z” trova infatti posto una seconda modalità single player denominata “Prova”, a sua volta suddivisa in tre specialità differenti: “Sopravvivenza”, “Attacco a Tempo” e “Punti Battaglia”. Nonostante la struttura casuale di queste specialità, l'assenza di un vero stimolo a continuare, come potrebbe essere la trama in modalità “Cronache Z”, unitamente alla ripetitività degli scontri e delle “Drama Pieces”, ne limiteranno fortemente l'appeal.
Possiamo comunque consolarci con una delle innovazioni più importanti per il mondo di “Dragon Ball” su console, ovvero l'inedita modalità multiplayer, che ci permetterà di sfidare i nostri amici via internet in partite libere o classificate. Seppur gradevole, la dimensione multigiocatore di “Dragon Ball Z: Burst Limit” si é rivelata un po' troppo limitata nelle opzioni per interessare veramente, anche se la presenza di un sistema di ranking online potrebbe invogliare più di un giocatore a raggiungere il tetto del mondo a suon di onde Kamehameha.
Sotto il profilo tecnico, il titolo Namco Bandai ha mostrato ottime qualità. Il motore grafico con cui “Burst Limit” é confezionato si é fatto apprezzare per il sontuoso cell shading con il quale é capace di replicare le immortali tavole di fumetto ed anime, e per gli spettacolari giochi di luce di alcune delle tecniche più devastanti. L'unico difetto imputabile all'engine riguarda la scarsa interattività dei fondali, anche se il destreggiarsi tra oggetti più o meno distruttibili avrebbe, a nostro avviso, complicato ulteriormente una fase di combattimento già ricca di interruzioni.
Il sonoro propone una selezione di brani un po' troppo omogenea ed una serie di effetti piuttosto limitata; il vero valore aggiunto del comparto resta quindi il doppiaggio, disponibile in inglese ed in giapponese, che si é avvalso della collaborazione di tutti i doppiatori originali della serie animata. Un piccolo rimprovero lo dobbiamo invece rivolgere a chi si é occupato di sviluppare il codice di rete. Giocando online abbiamo assistito a episodi di lag particolarmente fastidiosi in un videogioco che, come questo, si basa su tempismo e riflessi.