Dragon Ball Z: Shin Budokai
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IN GIOCO
Abbondanza di combattimenti, botte da orbi, legante, calci e pugni non è la riunione di condominio ma la pasta di cui è fatto questo Dragon Ball Z. Sette modalità di gioco, con un sostanzioso multiplayer che offre un'arena a tutti. L'asse portante è la modalità Dragon Road, che riprende la pellicola "Dragon Ball Fusion Reborn", essendo composta da una nutrita sequenza di combattimenti. Le altre modalità sono riduzioni (o amputazioni?) che prevedono il solito uno-contro-uno, cronometro, survival, multiplayer e un (superfluo) training. Quattro colpi per i quattro tasti funzionali (due per l'attacco frontale, uno per l'attacco "energetico" e l'ultimo per parare i colpi), combos...restiamo nell'epoca classica del picchiaduro. Se non fosse per uno sbalzo di tecnologia che consente il consumo di un pacchetto limitato di energia per sortire colpi spettacolari. La spartana descrizione della meccanica di gioco si trasforma però in un'esplosiva miscela di raffiche di colpi e controcolpi, di trasformazioni continue e di duelli con il più celebre cast (18 personaggi) della premiata ditta a portata di mano.
SUONI E IMMAGINI
Uno sfarzoso cel-shading rende frizzante il dinamismo di gioco, proponendo modelli vivacemente colorati ed effetti che calcano il combattimento. Anche gli scenari sono suggestivi anche se il cel-shading in questo caso ne impoverisce la vitalità. I colori quindi sono la componente dominante della grafica, che riesce comunque nell'impresa di comunicare la plasticità 3d sfruttando l'alta velocità di gioco piuttosto che la qualità visiva dei lottatori. La possibilità di selezionare dialoghi in inglese o in giapponese è la ciliegina sulla torta di un audio fin troppo opaco, incastrato in malomodo in una struttura di gioco altrimenti leggera e godibile.
FINE DEL MATCH
La funzionalità è la virtù più intima di questo titolo, che si adatta splendidamente alla giocabilità di una consolle portatile e tutti gli annessi e connessi tempo limitato del giocatore, curva di apprendimento che vola basso, parsimoniosa ma efficiente gestione dello spazio su schermo. E' qui che Shin Budokai rivela il meglio di sé. Questo è il teorema fondamentale che verifica la solidità di Shin Budokai; poi c'è il corollario della grafica emozionante nella sua semplicità. Ma finiti gli applausi, nelle zone basse della classifica resta conficcata la debolezza della storia (non se n'è parlato per motivi di rispetto) e una riproduzione dell'universo Dragon Ball Z che potrebbe lasciare insoddisfatti i puristi del genere.
Abbondanza di combattimenti, botte da orbi, legante, calci e pugni non è la riunione di condominio ma la pasta di cui è fatto questo Dragon Ball Z. Sette modalità di gioco, con un sostanzioso multiplayer che offre un'arena a tutti. L'asse portante è la modalità Dragon Road, che riprende la pellicola "Dragon Ball Fusion Reborn", essendo composta da una nutrita sequenza di combattimenti. Le altre modalità sono riduzioni (o amputazioni?) che prevedono il solito uno-contro-uno, cronometro, survival, multiplayer e un (superfluo) training. Quattro colpi per i quattro tasti funzionali (due per l'attacco frontale, uno per l'attacco "energetico" e l'ultimo per parare i colpi), combos...restiamo nell'epoca classica del picchiaduro. Se non fosse per uno sbalzo di tecnologia che consente il consumo di un pacchetto limitato di energia per sortire colpi spettacolari. La spartana descrizione della meccanica di gioco si trasforma però in un'esplosiva miscela di raffiche di colpi e controcolpi, di trasformazioni continue e di duelli con il più celebre cast (18 personaggi) della premiata ditta a portata di mano.
SUONI E IMMAGINI
Uno sfarzoso cel-shading rende frizzante il dinamismo di gioco, proponendo modelli vivacemente colorati ed effetti che calcano il combattimento. Anche gli scenari sono suggestivi anche se il cel-shading in questo caso ne impoverisce la vitalità. I colori quindi sono la componente dominante della grafica, che riesce comunque nell'impresa di comunicare la plasticità 3d sfruttando l'alta velocità di gioco piuttosto che la qualità visiva dei lottatori. La possibilità di selezionare dialoghi in inglese o in giapponese è la ciliegina sulla torta di un audio fin troppo opaco, incastrato in malomodo in una struttura di gioco altrimenti leggera e godibile.
FINE DEL MATCH
La funzionalità è la virtù più intima di questo titolo, che si adatta splendidamente alla giocabilità di una consolle portatile e tutti gli annessi e connessi tempo limitato del giocatore, curva di apprendimento che vola basso, parsimoniosa ma efficiente gestione dello spazio su schermo. E' qui che Shin Budokai rivela il meglio di sé. Questo è il teorema fondamentale che verifica la solidità di Shin Budokai; poi c'è il corollario della grafica emozionante nella sua semplicità. Ma finiti gli applausi, nelle zone basse della classifica resta conficcata la debolezza della storia (non se n'è parlato per motivi di rispetto) e una riproduzione dell'universo Dragon Ball Z che potrebbe lasciare insoddisfatti i puristi del genere.