Dragon Quest Heroes 2

Dragon Quest Heroes 2
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Recensire un titolo come Dragon Quest Heroes 2 è abbastanza difficile: da appassionato dei JRpG, amante di Dragon Quest e estimatore dei musou (genere sempreverde che non può piacere a tutti) pensavo di trovarmi fra le mani un piccolo gioiellino quando già qualche settimana fa ne avevo scritto in occasione dell’hands on presso la sede di Koch Media.

“Un musuou con componenti RpG” era la prima impressione che mi ero fatto dopo alcune ore di gioco: alternando grosse battaglie campali a momenti di viaggio open world più action e meno strategici (e inserendo equip, classi e abilità tipiche della serie), Dragon Quest Heroes 2 prometteva di essere una commistione di generi decisamente interessante -e forse un punto di svolta per un genere polveroso e spesso stantio, che in questo 2017 dagli RpG avrebbe potuto prendere a piene mani nuove idee o ispirazioni per iniziare a svecchiarsi quanto basta.

Invece, purtroppo, ho dovuto ricredermi su tutta la linea: Dragon Quest Heroes 2 non è “un musou con componenti RpG”, ma un action rpg, purissimo hack-and-slash, che dal musou prende ispirazione per la grandezza delle battaglie, la quantità di nemici, ed entro un certo limite per le tematiche trattate. Riuscire a capire cosa si ha fra le mani rappresenta forse già metà di un approccio critico verso un prodotto ambiguo, e in questo caso a poco possono servire le etichette date in fase di produzione: Dragon Quest Heroes 2 mantiene un deliberato equilibrio fra i suoi due poli per gran parte del tempo che gli si vuole concedere, ma il risultato è una fusione di meccaniche e stili meno che convincente -e una dimostrazione di una vecchia teoria sull’esistenza e la compenetrazione dei generi.

La storia

Il gioco ci cala da subito nei panni di due cugini, Lasaar e Theresa, chiamati ad investigare le ragioni di una inspiegabile dichiarazione di guerra fra due nazioni amiche -in un mondo pacifico già segnato in era antica da uno scontro apocalittico, e dove i conflitti fra stati sono addirittura considerati tabù a causa di una antica profezia. Nel corso dei loro viaggi, fra McGuffin e sidequest, Lasaar e Theresa (assieme ad un nutrito numero di comprimari appartenenti al cast dei vari Dragon Quest) verranno a scoprire che ovviamente non tutto è come sembra, e che oscure forze tramano nell'ombra per fomentare i conflitti e rigettare il mondo nel caos.

Omettendo per ovvi motivi la maggior parte dei punti salienti della trama, si potrebbe dire questo: il plot generale di Dragon Quest Heroes 2 non punta a gestire tematiche complesse ma vola invece bassissimo sui livelli tipici dei più vecchi jRpG a cavallo fra gli anni ’80 e ’90 -fatti di personaggi colorati, location iconiche, re demoni magniloquenti, e regni impegnati in guerre insensate. Della componente “R” di RpG è rimasto davvero poco in termini narrativi: per quanto semplice (a volte persino ingenua), in questo titolo action la favola e i personaggi non scorrono come il filo su un telaio ma prendono invece una forma scandita dal ritmo del tamburo musou -missioni chiuse, dungeon, e boss, tutto inserito a forza e in ogni contesto con costanza e precisione svizzera, senza tuttavia riuscire a mantenere viva l’attenzione sulle ragioni della propria esistenza.

Non che la cosa sia necessariamente insopportabile (si tratta pur sempre di un titolo senza grandi ambizioni sul piano narrativo), ma l’effetto finale è quello di un boccone abbastanza amaro e dal costante retrogusto di filler, anche grazie ad un pesantissimo ritmo della progressione di gioco: Dragon Quest Heroes 2 affida l’avanzamento della storia al superamento delle grandi battaglie e all'esplorazione di rovine piene di puzzle -ma la necessità di inserire costanti complessità produce una cadenza altalenante e insostenibile: all'interno dei dungeon, ogni porta può condurre ad una mischia di alcuni minuti in una stanza chiusa o a una complessa imboscata musou attraverso un intero piano; all'interno delle battaglie campali, il superamento di ogni obiettivo può portare allo spostamento dei personaggi su di un altro fronte, oppure all'arrivo di nuove forze nemiche -dove ogni cambiamento dello scorrere della battaglia è concepito come uno scontro completamente a parte, posto su una mappa diversa (pur mantenendo intatte le condizioni dei personaggi, e richiedendo di ricominciare da capo in caso di game over).


Il gioco

Se a livello di trama e narrazione Dragon Quest Heroes 2 promette pochissimo ma mantiene tutto, dati i generi sarebbe ragionevole attendersi un titolo che si giochi le carte migliori per quanto riguarda il gameplay: dopotutto, i fini punti di fabula e intreccio non sono rilevanti quando il joypad si fa caldo ed è necessario sfoderare le migliori strategie. Purtroppo, anche nel comparto della pura azione il gioco conferma di essere un titolo abbastanza confuso su quale strada intraprendere -ma andiamo per ordine.

Come già anticipato, il titolo è una fusione fra i generi musou e action rgp -prendendo dal primo l’impostazione delle battaglie oltre che al sistema di controlli, e dal secondo tutti gli elementi più classici come  equip ed alberi di abilità. Unica città del gioco è rappresentata dall’hub di Accordia (una sorta di sede papale) e per precisione dalla sua piazza centrale, dove trovare raggruppati tutti i servizi single player e l’accesso online; una volta usciti da Accordia il gameplay si divide fra le vaste zone popolate di nemici comuni in cui dedicarsi al farming (le zone overworld o i numerosi dungeon) e le arene tipiche dei musou, in cui invece andrà a svolgersi la totalità delle battaglie campali dettate dalla storia.

Dragon Quest Heroes 2

Dal genere RpG, Dragon Quest Heroes 2 prende a piene mani alcuni dei suoi concetti base. Primo fra tutti la composizione del party: il giocatore non è solo, ma posto al comando di un gruppo formato da uno dei due protagonisti e altri tre membri scelti da un cast con varie combinazioni di ruoli (melee, caster, ranged, supporto, etc)e lasciati al controllo dell’IA; allo stesso modo, ogni membro è dotato di un set di skill e incantesimi unici, equipaggiabili nei momenti di calma fuori dalla battaglia ed accessibili in combat con una combinazione di L1 + i quattro tasti. Condiscono il tutto un modesto sistema di equip e di potenziamento oggetti, e il classico job system della serie di Dragon Quest -qui disponibile tuttavia solo per i due personaggi principali e collegato più al ruolo in combattimento che al semplice conteggio delle stat.

Dalla migliore tradizione musou, Dragon Quest Heroes 2 prende invece il lato più pratico: gli attacchi si effettuano tramite combo alternando le due tipologie di attacco debole/forte, dove ogni colpo andato a segno contribuisce al caricamento di una barra per l’attivazione di una modalità “super” (in cui il personaggio sarà immune ad ogni forma di danno e dotato di MP infiniti). Sempre dallo stesso genere arriva l’impostazione delle grandi battaglie, incentrate sulla protezione di alcuni elementi strategici, o sulla sconfitta di alcuni capimostro messi a guardia di punti di respawn nemici. Elemento bonus importato dalla saga di Dragon Quest è la possibilità di “arruolare” alcuni dei nemici sconfitti fra le proprie fila come unità alleate, mediante l’uso di medaglie di evocazione di varia rarità -droppate in maniera casuale e resettate alla fine di ogni incontro.

Dragon Quest Heroes 2
I modelli dei mostri sono capaci di raggiungere ottimi livelli di dettaglio.


Il risultato

Omega Force ha una grande esperienza nel genere hack-and-slash, e ha dato prova di riuscire a declinarne le logiche anche attraverso titoli molto diversi dai soliti (come, ad esempio, nel riuscitissimo A.O.T.: Wings of Freedom). In Dragon Quest Heroes 2, purtroppo, la buona riuscita della fusione con il genere RpG è decisamente minata a causa di una serie di leggerezze strutturali più o meno gravi.

In primo luogo, la struttura tipica del musou è male adattata al suo inserimento in contesto tipico di un RpG: come già citato, Dragon Quest Heroes 2 alterna nelle sue missioni fasi esplorative a mini/macro battaglie spezzando in continuazione sia il ritmo dell’esplorazione che quello dei combattimenti -una serie di cambi di marcia improvvisi e pericolosamente simile ai famigerati “incontri casuali”, che tutto ottengono tranne che mantenere il giocatore vigile e interessato.

L’elemento discordante è reso ancora più netto da come i controlli dei personaggi cambino leggermente durante la modalità combat, divenendo paradossalmente molto più lenti e meno manovrabili -col risultato finale di rendere frustrante sia lo sganciamento dai piccoli gruppi di mostri indesiderati che il movimento attraverso le grandi arene. La lentezza dei controlli, allo stesso modo, è accompagnata da una costellazione di altre decisioni inspiegabili rispetto all'ottica di una azione frenetica: l’impossibilità di interrompere l’uso delle abilità o degli incantesimi per reagire ad attacchi nemici, ad esempio, trasforma il loro uso in una sorta di terno al lotto (specialmente per quanto riguarda le abilità di cura e buff, per le quali la telecamera zooma sul personaggio privandoci di una visuale sul resto del campo).

Il tutto è purtroppo anche condito da una serie di problemi puramente tecnici sull’uso della telecamera e del lock-on, due feature importate senza alcuna modifica dallo stile musou e del tutto inadatte all'uso in spazi chiusi (o al seguire i continui cambi di testimone fra i diversi personaggi); al tutto si deve aggiungere anche l’insufficienza dell’IA per quanto riguarda i personaggi di supporto, completamente livellata ed incapace di differenziarsi nel comportamento a seconda del ruolo (non è raro osservare arcieri avanzare in bocca al nemico per attaccarlo da vicino, ad esempio, o vedere un guaritore preferire l'inseguimento di un nemico lontano alla cura di alleati bisognosi).

PSX 2016 Trailer

Dragon Quest Heroes 2
5

Voto

Redazione

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Dragon Quest Heroes 2

Dragon Quest Heroes 2 è un titolo che mira all’action ma consegna un prodotto tiepido e sotto la media in ogni aspetto tranne che sul piano tecnico; purtroppo ogni elemento di gioco, dalla storia fino ai singoli controlli, è scandito dai tempi di una lentezza e di una ripetitività del tutto ingiustificate.

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