Dragon's Crown

di Tommaso Alisonno
In origine era Golden Axe, poi fu The King of Dragons, poi arrivò Tower of Doom - coi loro rispettivi seguiti ovviamente: il picchiaduro a scorrimento in salsa fantasy, con più o meno ingerenze RPG (il terzo dei citati era addirittura marchiato Dungeons & Dragons), ha contrassegnato fortemente il periodo a cavallo tra gli anni '80 e '90 a cominciare dalle sale-giochi per poi arrivare sulle console casalinghe. Oggi questi titoli rivivono nelle memorie dei giocatori e nelle collection che di tanto in tanto le software house sfornano, ma il genere si é un po' raffreddato, rimpiazzato sul mercato moderno da titoli più articolati o da arcade più “tridimensionali” - sebbene qualche “colpo” di coda si palesi talvolta (per esempio Sacred Citadel).

Sotto la cenere però le braci ardono ancora e per tutti coloro i quali non vedono l'ora di prendere a sberle orchi, minotauri, scheletri, chimere e dragoni ecco arrivare Dragon's Crown, il progetto di Vanillaware dal passato un po' travagliato. Il gioco ha una trama che parte in sordina, con un avventuriero di belle speranze - scelto tra sei stereotipi - che si reca alla locale gilda per cercare missioni che gli diano gloria e ricchezza. Quasi subito, però, il nostro eroe si troverà coinvolto in prima persona nei problemi che affliggono il regno, a partire dal Re scomparso alla ricerca della leggendaria Corona dei Draghi, passando per le lotte per la successione, fino ai complotti mistici che minacciano il mondo intero.



All'inizio delle vostre avventure avrete accesso ad una singola missione, terminata la quale si sbloccherà la successiva e poi ancora quella dopo, e così via fino alla nona. Al termine di ogni missione farete però ritorno in città dove potrete vendere ed acquistare equipaggiamento, addestrare le vostre skill ed infine scegliere la prossima destinazione: ciascuna locazione sarà infatti ri-esplorabile in modo da svolgere commissioni (leggasi subquest) per conto della gilda o semplicemente per accumulare denaro, equipaggiamento ed alleati. Questi ultimi saranno infatti rinvenuti sottoforma di mucchietti di ossa da far poi risuscitare presso il tempio e andranno a comporre un roster di supporto tra cui pescare fino a tre compagni per le vostre battaglie.

Sarà però dopo il superamento della nona missione che il gioco si “sbloccherà” definitivamente: tanto per cominciare, tutte le missioni aumenteranno di difficoltà per equilibrare i vostri progressi; in secondo luogo, presso ciascuna mappa si renderà disponibile il “percorso B” (da affrontare per proseguire nella trama) che raddoppierà di fatto le locazioni e i boss. In aggiunta a questo, potrete affrontare le missioni “casualmente” nonché “una dietro l'altra” in modo da aumentare i premi, ma anche i rischi; infine, e non é poco, si renderà disponibile il multiplayer ad-hoc o in rete che vi consentirà di ospitare o di aiutare altri giocatori - previsto, ma non ancora disponibile, il cross-gaming con PS3.

A seconda del personaggio scelto - che non potrà essere cambiato a meno di non voler riniziare l'avventura da capo (i progressi del precedente non saranno persi) - il sistema di controllo subirà svariate modifiche, sebbene naturalmente la struttura di base rimarrà fissa. Abbiamo dunque un tasto per il salto (Croce) e uno per l'attacco semplice (Quadrato), da utilizzare in connubio con lo stick sinistro per ottenere mosse particolari e combo. Il tasto Cerchio é adibito alla super-mossa, che può essere un attacco particolarmente devastante ma dai lunghi tempi di ricarica o una qualche forma di incantesimo; la parata, quando disponibile, é effettuata tenendo premuto il tasto d'attacco, mentre gli incantatori utilizzeranno questo sistema per ricaricare il mana necessario al lancio degli incantesimi.



Triangolo é il tasto adibito alla raccolta o all'interazione con oggetti particolari, come ad esempio leve o armi a proiettili limitati. Il tasto R é la schivata, sia essa una capriola o un breve teletrasporto, mentre L fa comparire il cursore comandabile con lo stick destro, ma questa pratica é facilmente sostituibile su PS Vita coi comandi touch. Il cursore é indispensabile per ordinare allo scassinatore che segue il gruppo, di nome Rannie, di aprire porte e forzieri, nonché per interagire con le rune magiche disperse sulla mappa - una volta che questa feature si sarà resa disponibile. Inoltre, “picchiettando” qua e là é spesso possibile rinvenire tesori e monete extra nascosti tra gli anfratti dello sfondo.

Chiude la parata dei comandi la croce direzionale, adibita alla selezione ed all'utilizzo degli oggetti dell'inventario. da notare il fatto che gli slot a disposizione sono limitati a prescindere che vengano occupati da equipaggiamento con effetti permanenti, come un'arma o un pezzo di armatura, o da oggetti dagli usi limitati, come pozioni o anelli di incantesimo. Man mano che acquisisce esperienza o completa missioni per conto della gilda, il personaggio guadagnerà anche gli skill-points necessari per sbloccare abilità speciali, nuovi attacchi o power-up, tra cui slot equipaggiamento extra.

La realizzazione grafica di Dragon's Crown é interamente bidimensionale, ma non lasciatevi trarre in inganno: oltre ad essere questo uno dei tratti distintivi delle produzioni Vanillaware, c'é da dire che il design é stato curato interamente dal bravissimo George Kamitani ed ogni singolo quadro, sfondo, personaggio o mostro é in sé una piccola opera d'arte. Molte polemiche sono state mosse sui vari “feticci” a tema sessuale che il gioco mostra, ma la verità é che qualsiasi elemento viene “estremizzato” nello stile di Kamitani: i seni della strega, le gambe dell'elfa, i muscoli del nano, l'armatura e il viso languido del guerriero, così come la pelle raggrinzita del mendicante, le proporzioni dell'arpia o del minotauro, l'abbigliamento della mercante di magia o del sacerdote al tempio... tutto é studiato in modo da avere un impatto particolare sia nel generico che nello specifico.




Persino le animazioni, che pure sono molto fluide, “indugiano” su determinati frame per dare al movimento un taglio esacerbato - un po' come a dire che il momento in cui l'ascia colpisce il mostro é più importante ed “epico” del suo roteare. Abbiamo dunque una riproduzione efficiente e affascinante di uno stile che nasce volutamente “eccessivo” e che nel complesso non può non regalare emozioni. A condire il tutto, una colonna sonora epica con musiche maestose dai toni a tratti arabeggianti ed in generale ben ricreate. La voce narrante, così come i testi su schermo, é in un ottimo Inglese, mentre per il vostro personaggio potrete scegliere tra il banco-voce Inglese o Giapponese.

Prendere confidenza col sistema di controllo, specie se si sceglie un personaggio “semplice” (il gioco consiglia il Guerriero ai neofiti, il Nano o l'Amazzone ai giocatori più smaliziati, l'Elfa agli esperti e il Mago e la Strega a chi veramente vuol complicarsi la vita), é questione di pochi minuti grazie all'apposito tutorial; in seguito avrete tempo per impratichirvi con le feature “successive”, come ad esempio la gestione delle rune, man mano che l'avventura va avanti. La difficoltà di base é abbastanza abbordabile, ma é possibile settarla da menù se si cerca una sfida più facile o più complessa. Spesso gli scontri diventano un po' caotici, specie con 4 personaggi su schermo, ma con la giusta pratica si riesce a venire a capo di questo problema.

Quello che del gioco alla lunga tende a diventare un po' pesante é la ripetitività delle sfide. Intendiamoci: 9 mappe non sono necessariamente “poche”, e quando “raddoppiano” raggiungono un numero interessante - e ancora manca la sfida finale. Il problema é che prima di arrivare a quel punto dovrete “macinare” più volte le prime missioni, anche 3 o 4 volte a seconda delle commissioni che vi darà la gilda, soprattutto se non volete rischiare di arrivare “troppo presto”, e quindi a livello troppo basso, agli scontri veramente impegnativi. Il risultato é che prima di avere il gioco “sbloccato” all'esplorazione e - soprattutto - al multiplayer, dovrete farvi circa 5 ore di “gavetta”.

Se poi, per amore di varietà, intendete provare più personaggi differenti, allora questo tempo di “ripetizione” si moltiplica, perché con ogni eroe dovrete ricominciare da capo. Certo: questo sistema impedisce ai giocatori “scapestrati” di buttarsi a capofitto nei livelli più ardui o nel multiplayer con personaggi di livello 1 (e di giocatori che applichino questa politica ce ne sono a iosa): chi arriva al multiplayer “sa giocare” e può dare attivamente il suo contributo. Ciò non toglie che dover ripetere la trafila per sette volte può risultare un po' stancante.

A monte di questa considerazione, che d'altro canto può essere vista come un prolungamento della longevità, c'é da dire che Dragon's Crown é un bel gioco: é immediato, divertente, coinvolgente, con svariati segreti ed elementi non immediatamente disponibili. un gioco capace di tenere compagnia per svariate ore anche soltanto nella prima “run” e che tante altre può regalarne in multiplayer. Un acquisto obbligato per tutti i fan dei titoli menzionati nel cappello introduttivo, da cui trae innegabilmente molta ispirazione, impreziosito dall'inimitabile stile grafico di Kamitani.

Rimaniamo in attesa della patch per il cross-gaming...