Driv3r
di
Antonio 'Treasure Hunter' Norfo
Il terzo esponente di Driver e la sua trama aprono le danze, all'insegna di un cliché e di un protagonista che sembra fuoriuscire da quelle pellicole che solcavano e tuttora solcano i piccoli e grandi schermi mondiali.
Al fine di smascherare quanto malignamente vada macchinando la crudele Calita (fanciulla consacrata al male e in particolar modo ai furti d'automobile), l'agente Tanner dalla sua residenza di Miami è nuovamente a rapporto e pronto al tutto. Sarà pertanto suo compito infiltrarsi in nome dell'FBI nei circoli delle mai invidiate attività malavitose per introdurre di rimando l'utente in vicissitudini dal forte appeal cinematografico tipico degli anni ottanta (pollice in alto, sempre attenendoci al contorno, per i filmati di prim'ordine resi in "Full Motion Video"). L'accompagnamento musicale, che ricopre sempre un ruolo centrale nell'atmosfera, è qui lontano dal fasto della meraviglia e parimenti si comporta il reparto di voci che risulta abbordabile in anglosassone e decisamente sottotono nella nostrana versione d'Alcione (esito apprezzabile invece per quanto concerne il repertorio di rumori del traffico).
Ma queste mancanze non avrebbero importanza alcuna se fossero controbilanciate da un gameplay solido.
Allora, giacché si tratta di un videogioco (sottolineando la seconda componente di questa parola), andiamo
adesso ad analizzare la parte prettamente ludica, parte che invero soffre di evidenti debolezze.
Driv3r, terzo tassello della serie, è basilarmente un action tridimensionale caratterizzato dalla compresenza di sezioni a piedi e di sezioni a bordo di veicoli dove domina la violenza (se sia gratuita o meno, questo spetta al giocatore stabilirlo). L'una dietro l'altra scorreranno linearmente le missioni ed una volta portata a compimento una si potrà salvare per poi procedere con quella successiva (l'ammontare delle ore richieste per ultimare la modalità principale è in media una decina circa a cui si vanno a sommare le modalità di gioco minori). Per entrambe le proposte di gioco sarà fondamentale osservare con attenzione la dettagliata mappa e non perdere mai di vista (qualora siano presenti) gli inseguitori e gli inseguiti o le varie frecce direzionali indicanti, chiaramente, la via da percorrere.
Smarrirsi al volante e distogliere lo sguardo dal vitale radar il più delle volte significa dover ripetere da capo il tutto (in alcune delle missioni sono comunque stanziati degli osannati Checkpoints) costringendo il giocatore alla memorizzazione della morfologia degli ambienti e dei pericoli, di matrice umana e non, incombenti (con un senso di frustrazione che potrebbe subentrare nel caso dell'assidua ripetizione). Gli autoveicoli a nostra disposizione, governabili nell'accelerazione e nella frenata tramite dorsali, saranno di varia natura e cilindrata e presenti in vasto numero (una settantina circa).
Essi, intendiamoci, saranno per così dire d'invenzione. Come spesso accade in questo genere, infatti, le vetture (giacché adibite al maltrattamento ed alla facile distruzione) non vantano la licenza ufficiale delle case madri e si limitano piuttosto ad un'appariscente verosimiglianza coi modelli imitati. Sotto questo punto di vista Driv3r non sfigura, proponendo dei mezzi a motore farciti a sufficienza di un buono e soddisfacente numero di poligoni. Questi vantano su tutto un comportamento rispettante la fisica delle collisioni benché nelle fasi più concitate siano da segnalare, a riguardo, dei cali di frame rate (cali che nella versione Xbox sono pur sempre inferiori alla controparte Playstation 2). Nel corso dell'avventura avremo modo di immetterci attraverso le strade della francese Nizza, della solare Miami e dell'affascinante e secolare Istanbul con un reticolato stradale quantitativamente ben messo. Le vie dei celeberrimi centri abitati dovevano essere riprodotte, stando alle promesse del gruppo di sviluppo, alla perfezione ed in parte riescono nell'obiettivo prefissato.
Nell'intera struttura del titolo "Reflections Interactive" le sezioni su carreggiata possono invogliare l'utente grazie ai rapidi inseguimenti (che ripropongono quanto offrivano i vecchi episodi) e le vaste ambientazioni cittadine testé citate (benché risultino un po' troppo desolate ed orbe di un traffico propriamente metropolitano).
Driv3r
5
Voto
Redazione
Driv3r
Trascendendo dalle personale etica e mettendo da parte il senso di "deja vu" che pervade il titolo nella sua narrazione, risulta difficile sopportare i vari bug grafici e le sezioni a piedi interamente da rivedere (e nella locomozione e nell'intelligenza artificiale). Driv3r si presenta come un progetto minato, soprattutto (si potrebbe affermare) se si dovessero tenere in considerazione tutte le aspettative del recente e lontano passato. Ma pur evitando al novero dei contro questo fattore non rimane altro che constatare la debolezza e l'assenza di idee dominante in tutta quanta la struttura ludica.