Driven
di
Paolo Nobili
Cinque anni di assidue frequentazioni di circuiti del circus della Formula Uno. Un'amicizia molto stretta coll'ormai ex pilota di F1 Jean Alesi. Visite continue ai box Ferrari. Nove mesi di riprese sulle piste di mezzo mondo, con folta troupe di stuntman del volante al seguito. Un completo reinserimento di pregevoli effetti speciali in computer grafica. Tutto ciò per un fiasco colossale al botteghino: ecco Driven di Sylvester Stallone, un film praticamente ignorato negli States ed esecrato dalla critica del vecchio continente, tradizionalmente più sensibile all'argomento motori.
Se qualcosa si poteva dire quella pellicola, comunque, era che certo non lesinava di inseguimenti spettacolari, curve da brivido ed incidenti assolutamente pirotecnici, quanto poco realistici. Tutti elementi, comunque, che parevano ben adatti alla trasposizione in un videogioco, a comunicare dall'invocazione "Gentlemen, start your engine" con cui partiva ogni competizione. I Bam! Entertainment ed Ubi Soft hanno raccolto la sfida, portando Driven su Game Boy Advance (con visuale dall'alto), su PS2 e, dopo qualche mese da questa uscita, anche su Nintendo Game Cube. Vediamo in quest'ultimo caso com'è andata.
Dietro la storia del film
Driven ha due modalità principali: campionato e storia. Mentre la prima propone la consueta sequenza di tre gare in tre diversi scenari (Europa, U.S.A., mondiale), l'opzione Storia in modo davvero innovativo cerca di ripetere la trama dell'omonimo film, ritagliando per il giocatore il ruolo di uno dei due protagonisti. Joe Tanto, alias Sly Stallone, è l'anziano pilota -quasi campione del mondo- tornato in pista (qui usato fuor di metafora) per aiutare il ragazzino prodigio Jimmy Bly, alias Greeg Proops, a riprendersi dopo un calo di prestazioni ed a vincere il titolo iridato.
Le voci dei due personaggi (imperdibile il doppiaggio originale di Ferruccio Amendola per Sly) e dei cronisti legano le varie parti della modalità Storia. Ora si tratterà di qualificarsi entro un tempo massimo, ora di arrivare tra i primi tre dei dodici partenti, ora di inseguire il rivale in monoposto lungo i viali trafficati della città ed infine di proteggere dalla rimonta degli avversari il compagno di squadra lanciato verso la vittoria.
In primis il più pericoloso di tutti, il tedesco Beau Brandenburg (è calcolatore, è teutonico, a chi sarà ispirato?). Solo terminando con successo ognuno di questi scenari sarà possibile passare al successivo che, come detto, corrisponde ad una precisa scena della pellicola cinematografica (ora anche in DVD).
Permanente concentrazione alla guida
Non sta solo nella trama la verve cinematografica (fortissima) di Driven, che differenzia il prodotto Bam! dai racing game in circolazione (su altre piattaforme, perché su Game Cube per il momento scarseggiano). Quando s'incoccia contro un ostacolo, muretto o guard rail, o contro uno degli avversari, che malvagi come nel lungometraggio sembrano voler provocar apposta le collisioni, la monoposto si alzerà in un volo aereo ribaltandosi volentieri sul fondo piatto.
Ogni volta la visuale passerà all'esterno, mostrando dal di fuori la scena di pilota e macchina che rotolano e perdono i pezzi, o che sbattono come trottole sulle barriere per poi ritornare storti sul circuito. Se il controllo della vettura in questi casi è precluso, ne guadagna lo spettacolo di chi osserva la scena. C'è di più: come nel film il pilota che riesce a concentrarsi e a non commettere errori entra in uno stato mentale particolare.
Driven
Driven
Meglio il videogioco del film omonimo? Indubbiamente parrebbe di sì, anche se Driven fa suoi proprio gli elementi più spettacolari e cinematografici della pellicola: incidenti incredibili, effetti psichedelici alla guida ("La Zona"), monoposto che sfrecciano impazzite in barba alla fisica. Può parere divertente, anche se alcuni, non tacciabili, difetti di grafica e di guida rendono il prodotto Bam! Entertainment destinato ai soli fanatici dei Racing Game, finora piuttosto bistrattati dalla line-up del Game Cube. Oppure ai fan più accaniti di Sylvester Stallone, che potranno gustarselo nella sua controparte digitale, con tanto di doppiaggio ufficiale del grandissimo Ferruccio Amendola.