Driven to Desctruction

di Tommaso Alisonno
Se c'è un paese pieno di gente fuori di testa, questo è gli Stati Uniti d'America: solo lì, infatti, delle persone avrebbero potuto avere l'idea, dovendo demolire delle automobili vecchie e praticamente non più riparabili, di dar loro la possibilità di primeggiare nell'ultima gara della loro esistenza: la gara della distruzione, o Demolition Derby. Su questo genere di corse "fuori di testa" sono già stati realizzati numerosi videogiochi, come il primo mitico "Destruction Derby" per PC, il celeberrimo "Carmageddon" o titoli più recenti, come l'ultimo capitato in redazione dove più che ad un Demolition Derby sembrava di partecipare ad una versione automobilistica degli "American Gladiators".
Questo nuovo titolo dei Monster Games, che negli States rientra nella collana del celeberrimo Test Drive, cerca di tralasciare tutte le assurdità videoludiche per realizzare una raccolta il più fedele possibile di tutte queste numerose modalità di gara. Vi troverete pertanto impegnati a guidare il vostro veicolo su diverse arene all'interno delle quali sarà possibile scegliere tra numerose prove: si va dal classico Demolition Derby in cui la classifica viene data in funzione delle uccisioni, al Push-off dove bisogna spingere gli avversari fuori da un ring, alle corse classiche in cui tutto è permesso, ai circuiti a forma di otto con incroci a massima velocità (con e senza salto), fino a corse assolutamente assurde come quelle coi rimorchi, quelle con metà degli avversari contromano (e gli scontri frontali si sprecano), quelle a piccoli checkpoint da raggiungere, quelle sugli autobus o alla guida di carri funebri. In effetti una modalità assurda c'è: si tratta di una sorta di caccia all'avversario armati di un cannone spara-galline, ma è l'unica eccezione irreale nel contesto di questo Driven To Desctruction.


Il sistema di controllo è piuttosto classico, essendoci come di consueto l'acceleratore, il freno ed il freno a mano. Le eccezioni ai tipici giochi di guida sono fondamentalmente due: la prima è la mancanza di marce, ma trattandosi di corse così peculiari sarebbero solo un impedimento in più, dato che si va continuamente da 0 a 100 e viceversa in pochi istanti; la seconda è che la retromarcia anziché essere compresa nel freno ha un tasto a parte, cosa che da principio causa diversi errori e perdite di tempo, ma quando ci si fa la mano è abbastanza utile, specie in determinate gare che ci impongono occasionalmente di bloccare completamente il mezzo. In alto a sinistra nello schermo è presente l'indicatore di danno, che si svuoterà progressivamente man mano che subirete degli urti e che decreterà la vostra eliminazione in caso di completo svuotamento. Per quanto il veicolo non subirà cali prestazionali, i danni saranno comunque visibili dalle variazioni del modello 3D, che si deformerà in maniera molto realistica seminando tra l'altro specchietti, sportelli, parafanghi e, quando distrutto, pneumatici.
Il motore fisico del gioco, d'altronde, per quanto non brilli per particolare cura nei dettagli delle textures o dei fondali, avrà nella flessibilità il suo punto di forza, dato che quasi tutti gli elementi scenici potranno essere travolti e spostati, dalle piccole e rotolanti balle di fieno, ai pneumatici dei veicoli distrutti, fino alle grosse e pesanti ruote di camion utilizzate per delimitare il bordo del circuito. Parimenti, la flessibilità del motore si riscontra nella possibilità, in modalità Carriera, di pitturare a mano libera alcune superfici della macchina in modo da personalizzarle secondo i propri gusti cromatici. Per il resto, la grafica di supporto si mantiene su una media stiracchiata, dato che in circolazione è possibile vedere sicuramente cose più affascianti. La grossa pecca del motore grafico è la pesantezza: se giocando in SinglePlayer è ancora accettabile una certa lentezza del mezzo dovuta al fatto che le velocità proposte di rado superano i 100 Km/h, in MultiPlayer il motore arranca proprio, perdendo frame rate e risultando alla lunga faticoso anche per gli occhi.