Driver 76

di Paolo Mulas
Tra i tanti titoli che in questi anni hanno cercato di replicare il successo plurimilionario di Grand Theft Auto, spicca sicuramente la serie Driver, che però dopo i fasti dell'era Playstation, non è riuscita poi a confermarsi positivamente nell'ultima generazione di console. Nonostante ciò, il marchio ha mantenuto una certa popolarità, tanto è che la Ubisoft ne ha acquisito i diritti da Atari. Driver 76, è il seguito/predecessore di Parallel Lines, i protagonisti sono infatti i medesimi, ma la storia si svolge qualche anno prima, in una semifedele riproduzione di alcuni quartieri della New York di fine anni '70. Ancora una volta ritroveremo quindi Ray e Slink, entrambi grandi appassionati di motori e donne; e proprio l'interesse di Ray per Chen-Chi, figlia del boss della mafia cinese Zhou, sarà la scintilla per portare il duo nel giro del grande crimine, nel tentativo di accattivarsi le simpatie del vecchio e temuto padre.


Il titolo è suddiviso in sei capitoli, presentati da filmati in stile comics americano: una scelta originale che soprattutto ben si adatta al periodo in cui è ambientato il gioco. Originalità che purtroppo non è invece riscontrabile nelle missioni. Intercettare furgoni (ed il loro prezioso carico), inseguendoli e speronandoli, scortare qualche pezzo grosso della malavita, pedinare, rubare autovetture di lusso, possono sembrare indice di varietà, ma alla fine la maggior parte di esse si risolverà semplicemente nello spostamento da un punto all'altro della mappa. In alcuni casi, avremo anche un tempo limite a disposizione, che però solo raramente creerà qualche grattacapo. Problemi che non derivano nemmeno dalla presenza della polizia, dotata di una intelligenza artificiale quantomeno particolare; in alcuni casi si attiverà per un banale superamento del limite di velocità, in altri invece, potremo devastare la città impunemente.

La varietà delle missioni, non tanto come obbiettivo finale, quanto nella loro realizzazione, è uno dei problemi principali. Non mancano alcune sezioni divertenti o ben fatte, ma ciò non toglie la fastidiosa sensazione di ripetitività e di già visto, senza alcun spunto originale.
Inoltre, anche la libertà di esplorazione, che dovrebbe essere uno dei punti di forza di un titolo del genere, risulta molto limitata, soprattutto una volta scesi dal veicolo. Difatti non potremo nemmeno saltare o correre, rendendo quasi inutile (tranne che in alcune fasi obbligate) il muoversi a piedi. D'altro canto il modello di guida delle auto (ma pure dei camion, delle moto, dei furgoni e degli altri mezzi disponibili) è piuttosto differenziato ed anche realistico. Qualche problema anche per gli scontri a fuoco: il sistema di aggancio dei nemici è semplice, grazie soprattutto ad un sistema di controllo ben adattato, ma non si spiega il perché delle volte dovremo scaricare un intero caricatore, prima di vedere i nemici stramazzare al suolo.


Come già accennato in precedenza, l'ambientazione riproduce alcuni quartieri di New York, e lo fa almeno dal punto di vista architettonico piuttosto bene; non si respira pero l'atmosfera metropolitana e caotica tipica della "Grande Mela". Le strade sono infatti quasi sempre deserte, con pochissimi pedoni, e con un traffico veicolare, simile più che a N.Y., alle nostre città nei desolati giorni di ferragosto.
L'avventura principale si esaurisce nel giro di cinque-sei ore, sono presenti alcune missioni per cosi dire parallele, generalmente caratterizzate da corse di vario genere, che allungano il brodo senza particolare picchi qualitativi. Lo stesso dicasi per il multiplayer, limitato a semplici sfide in rete locale o allo scambio di oggetti sbloccati tra i giocatori. All'interno di ogni livello potremo infatti trovare delle stelle, che una volta recuperate ci regaleranno spille, portachiavi, disegni, che potranno essere poi visualizzati nel proprio profilo, ma che non potranno essere sfruttati per la personalizzazione del proprio alter ego virtuale.

Graficamente Driver '76 soffre un po' il passaggio di piattaforma, offrendo un risultato finale troppo altalenante; ambientazioni estese ma povere di dettagli, modelli poligonali dei personaggi un po' grezzi, e soprattutto alcuni cali di frame rate piuttosto evidenti. Inoltre vi è uno strano problema riguardante i caricamenti; alcuni saranno difatti brevissimi, mentre altri per motivi a noi ignoti, molto più lunghi. Il sonoro è probabilmente l'aspetto migliore in assoluto, i dialoghi sono curati e ben doppiati in italiano, e le musiche ( che comprendono brani di Iggy Pop o Bowie) davvero adatte all'atmosfera del titolo.
Il passaggio sotto l'ala Ubisoft di Driver, non ha sortito gli effetti sperati; il gioco è infatti un titolo che veleggia sulla sufficienza, che però non riesce ad emergere per via della mancanza di spunti originali e per una diffusa sensazione di ripetitività.