Driver - Parallel lines
di
LE LINEE PARALLELE SECONDO UBISOFT
La serie "Driver" non ha, probabilmente, bisogno di presentazioni. Il successo dei tre titoli prima di quello oggi in esame è un biglietto da visita più che sufficiente per tutto coloro che amano i titoli sulla falsa...anzi falsissima...riga di GTA. Oggi, Ubisoft ci porta a camminare sulla lama di due affilatissime linee parallele, una metafora del tempo che passa, portando con se il più crudo, violento e istintivo sentimento umano: la Vendetta. Ma vediamo di scivolare lungo la prima di tale linee parallele, una linea che ci porta indietro nel tempo, fino al 1978. Qui, conosciamo "The Kid", TK per gli amici. Ci troviamo nella Grande Mela, il posto più bello del mondo per chi, come il nostro TK, ha voglia di vincere e ha gli attributi per farlo. New York City era il posto ideale per chi era in cerca di se stesso, in cerca di sesso, in cerca di divertimento. TK voleva tutte e tre le cose. E come arrivare a tanto? Nel modo più consono alle sue qualità: mettendo cioè a frutto le sue abilità di pilota, diventando un autista della malavita organizzata.
Dal Queens al New Jersey, dal Battery al Bronx, il suo territorio di guida era sconfinato: in capo a pochi mesi, era diventato uno dei migliori, se non il migliore, ed era temuto e rispettato. Ma, come sempre, il destino mette la sua zampa infida nella relativa calma della vita di TK: un tradimento del tutto inaspettato lo porta a trovarsi nel cuore di una operazione di polizia, che gli costerà ben 28 anni di galera. Oggi, TK è libero e il suo unico desiderio è porre fine, nel modo più violento, alle vite di coloro che lo hanno chiuso dentro un cubo infernale. Questa è, a grandi linee, la trama che si cela dietro all'ultima ma non ultima fatica patrocinata da Atari. D:PL è il quarto titolo della serie "Driver", e si tratta, fondamentalmente, di una conversione dalle principali console, con qualche cosina in più. A differenza degli altri giochi della stessa serie, Driver: Parallel Lines è ambientato in una sola città, che è appunto New York, e copre due distinti periodi storici: la fine degli anni '70, quando il nostro TK muove i primi passi nel mondo del crimine organizzato, e i giorni nostri, cioè quando il protagonista del gioco uscirà dal carcere assetato di una vendetta covata per quasi trenta anni. Va sottolineato che questo è il primo titolo della serie dove si abbandona completamente la figura del poliziotto sotto copertura (cfr. Tanner) e, in pieno ritorno alle origini, sono le sezioni di guida a farla da padrone, relegando le sparatorie in secondo piano (e anche in terzo). La città dove ci muoveremo è quasi completamente accessibile e quasi tutti i mezzi presenti nel gioco saranno a nostra disposizione: cambiare spesso veicolo sarà un ottimo modo per evitare che la Polizia ci stia troppo sul fiato sul collo, specialmente dopo aver fatto un po' troppi danni ed aver investito troppi pedoni (ndAleNet), in giro per NYC.
Tenere sotto controllo l'indicatore della nostra "fama" fra gli Uomini in Blu sarà un ottimo modo per continuare la nostra attività! Molti, sono i cambiamenti rispetto ai primi capitoli: in primis, la presenza del sangue quando qualcuno viene ferito o ucciso; è stato inoltre inserito un sistema basato sui soldini, utili a comprare nuove auto, riparare quelle presenti nel nostro parco, acquistare pezzi di ricambio, potenziamenti e verniciature. Ogni veicolo a nostra disposizione (e saranno tantissimi, come vedremo fra qualche riga), potrà essere customizzato a nostro piacimento, previo l'aver messo da parte denaro sufficiente per dar sfogo al nostro estro. Dalle moto alle macchine, dai furgoni alle motrici, avremo veramente di che divertirci, girando in una New York stilizzata, ma amplissima: in totale, saranno ben 80 i mostri a due e a quattro ruote (tutte realizzazioni di fantasia, ma comunque chiaramente inspirate a modelli reali,sia del '78, sia del 2006), dei quali potremo appropriarci per portare a spasso il gentiluomo di turno.
Poiché non si tratterà, esattamente, di una scampagnata, il garage del nostro amico Ray sarà spesso una tappa obbligatoria, onde dotare di vetri e gomme antiproiettili, nitro e protezioni varie, le nostre adorate vetture.Pur rimanendo una sorta di appendice, le sezioni intrise di piombo non mancheranno; è per questo che, tanto nel passato, quanto ai giorni nostri, i programmatori hanno pensato bene di includere un discreto numero di sputafuoco. Nel 1978, potremo utilizzare un revolver, una 44 Magnum, un Uzi, un M16, un Remington e un lanciagranate. Nel 2006, avremo qualche scelta in più: dalla Beretta alla Desert Eagle, passando per l'Mp7, lo Steyr AUG e l'FN p90, e finendo con l'XM320 e il P45 senza dimenticare una violentissima MiniGun, di strumenti per seminare morte e per difenderci dagli attacchi delle gang rivali (nonché per spezzare le vite di chi ci ha tradito), ne avremo a iosa.
Sul fronte prettamente tecnico, Driver Parallel Lines mostra la sua evidente eredità da console, nonostante il motore grafico sia stato tirato a lucido per quanto riguarda la versione PC da noi testata. Gli effetti particellari, per quanto elementari, sono presenti e utilissimi, specialmente quando si parla degli spettacolari incidenti nei quali, volenti o nolenti, verremo coinvolti durante le nostre furiose sessioni di guida. L'ambiente di gioco, come detto qualche riga più su, è stilizzato e lontano dal foto-realismo di altri titoli affini, ma risulta comunque gradevole spremendo al massimo le (poche) opzioni video disponibili. Certo, è palese una certa ridondanza di texture, ma da un porting per console, chiedere di più sarebbe davvero troppo. Sfortunatamente la sensazione di trovarsi davanti ad un gioco "nato vecchio" è forte, al di là dell'intrinseco divertimento che D:PL regala, almeno nelle prime ore di gioco. Le animazioni dei personaggi risultano fluide, dando al loro modo di camminare, quell'aria tipicamente "fricchettona" tipica della fine degli anni '70. Buone anche le routine del motore fisico, il quale nonostante qualche piccola sbavatura evidenziata nelle foto qui attorno svolge egregiamente il suo lavoro.Sul fronte audio, si segnala un doppiaggio non eccelso ma comunque gradevole. Nota di merito alle musiche, splendide ed evocative: sono oltre 70 le canzoni inserite nel gioco, con artisti del carico di Blondie, The Roots, Funkadelic, The Stranglers, David Bowie, Kaiser Chiefs e molti altri. Da segnalare anche la buona trasposizione in Italiano di tutti i menù e del doppiaggio. Sottotono, invece, i sound fx, tanto per i motori, quanto per le armi. Prima di guidare verso il commento finale, si ricorda che, a causa della presenza di alcune scene vagamente osè, di un lieve grado di violenza, e qualche battuta scurrile, il gioco non pare adatto alle fasce d'utenza più giovani.
La serie "Driver" non ha, probabilmente, bisogno di presentazioni. Il successo dei tre titoli prima di quello oggi in esame è un biglietto da visita più che sufficiente per tutto coloro che amano i titoli sulla falsa...anzi falsissima...riga di GTA. Oggi, Ubisoft ci porta a camminare sulla lama di due affilatissime linee parallele, una metafora del tempo che passa, portando con se il più crudo, violento e istintivo sentimento umano: la Vendetta. Ma vediamo di scivolare lungo la prima di tale linee parallele, una linea che ci porta indietro nel tempo, fino al 1978. Qui, conosciamo "The Kid", TK per gli amici. Ci troviamo nella Grande Mela, il posto più bello del mondo per chi, come il nostro TK, ha voglia di vincere e ha gli attributi per farlo. New York City era il posto ideale per chi era in cerca di se stesso, in cerca di sesso, in cerca di divertimento. TK voleva tutte e tre le cose. E come arrivare a tanto? Nel modo più consono alle sue qualità: mettendo cioè a frutto le sue abilità di pilota, diventando un autista della malavita organizzata.
Dal Queens al New Jersey, dal Battery al Bronx, il suo territorio di guida era sconfinato: in capo a pochi mesi, era diventato uno dei migliori, se non il migliore, ed era temuto e rispettato. Ma, come sempre, il destino mette la sua zampa infida nella relativa calma della vita di TK: un tradimento del tutto inaspettato lo porta a trovarsi nel cuore di una operazione di polizia, che gli costerà ben 28 anni di galera. Oggi, TK è libero e il suo unico desiderio è porre fine, nel modo più violento, alle vite di coloro che lo hanno chiuso dentro un cubo infernale. Questa è, a grandi linee, la trama che si cela dietro all'ultima ma non ultima fatica patrocinata da Atari. D:PL è il quarto titolo della serie "Driver", e si tratta, fondamentalmente, di una conversione dalle principali console, con qualche cosina in più. A differenza degli altri giochi della stessa serie, Driver: Parallel Lines è ambientato in una sola città, che è appunto New York, e copre due distinti periodi storici: la fine degli anni '70, quando il nostro TK muove i primi passi nel mondo del crimine organizzato, e i giorni nostri, cioè quando il protagonista del gioco uscirà dal carcere assetato di una vendetta covata per quasi trenta anni. Va sottolineato che questo è il primo titolo della serie dove si abbandona completamente la figura del poliziotto sotto copertura (cfr. Tanner) e, in pieno ritorno alle origini, sono le sezioni di guida a farla da padrone, relegando le sparatorie in secondo piano (e anche in terzo). La città dove ci muoveremo è quasi completamente accessibile e quasi tutti i mezzi presenti nel gioco saranno a nostra disposizione: cambiare spesso veicolo sarà un ottimo modo per evitare che la Polizia ci stia troppo sul fiato sul collo, specialmente dopo aver fatto un po' troppi danni ed aver investito troppi pedoni (ndAleNet), in giro per NYC.
Tenere sotto controllo l'indicatore della nostra "fama" fra gli Uomini in Blu sarà un ottimo modo per continuare la nostra attività! Molti, sono i cambiamenti rispetto ai primi capitoli: in primis, la presenza del sangue quando qualcuno viene ferito o ucciso; è stato inoltre inserito un sistema basato sui soldini, utili a comprare nuove auto, riparare quelle presenti nel nostro parco, acquistare pezzi di ricambio, potenziamenti e verniciature. Ogni veicolo a nostra disposizione (e saranno tantissimi, come vedremo fra qualche riga), potrà essere customizzato a nostro piacimento, previo l'aver messo da parte denaro sufficiente per dar sfogo al nostro estro. Dalle moto alle macchine, dai furgoni alle motrici, avremo veramente di che divertirci, girando in una New York stilizzata, ma amplissima: in totale, saranno ben 80 i mostri a due e a quattro ruote (tutte realizzazioni di fantasia, ma comunque chiaramente inspirate a modelli reali,sia del '78, sia del 2006), dei quali potremo appropriarci per portare a spasso il gentiluomo di turno.
Poiché non si tratterà, esattamente, di una scampagnata, il garage del nostro amico Ray sarà spesso una tappa obbligatoria, onde dotare di vetri e gomme antiproiettili, nitro e protezioni varie, le nostre adorate vetture.Pur rimanendo una sorta di appendice, le sezioni intrise di piombo non mancheranno; è per questo che, tanto nel passato, quanto ai giorni nostri, i programmatori hanno pensato bene di includere un discreto numero di sputafuoco. Nel 1978, potremo utilizzare un revolver, una 44 Magnum, un Uzi, un M16, un Remington e un lanciagranate. Nel 2006, avremo qualche scelta in più: dalla Beretta alla Desert Eagle, passando per l'Mp7, lo Steyr AUG e l'FN p90, e finendo con l'XM320 e il P45 senza dimenticare una violentissima MiniGun, di strumenti per seminare morte e per difenderci dagli attacchi delle gang rivali (nonché per spezzare le vite di chi ci ha tradito), ne avremo a iosa.
Sul fronte prettamente tecnico, Driver Parallel Lines mostra la sua evidente eredità da console, nonostante il motore grafico sia stato tirato a lucido per quanto riguarda la versione PC da noi testata. Gli effetti particellari, per quanto elementari, sono presenti e utilissimi, specialmente quando si parla degli spettacolari incidenti nei quali, volenti o nolenti, verremo coinvolti durante le nostre furiose sessioni di guida. L'ambiente di gioco, come detto qualche riga più su, è stilizzato e lontano dal foto-realismo di altri titoli affini, ma risulta comunque gradevole spremendo al massimo le (poche) opzioni video disponibili. Certo, è palese una certa ridondanza di texture, ma da un porting per console, chiedere di più sarebbe davvero troppo. Sfortunatamente la sensazione di trovarsi davanti ad un gioco "nato vecchio" è forte, al di là dell'intrinseco divertimento che D:PL regala, almeno nelle prime ore di gioco. Le animazioni dei personaggi risultano fluide, dando al loro modo di camminare, quell'aria tipicamente "fricchettona" tipica della fine degli anni '70. Buone anche le routine del motore fisico, il quale nonostante qualche piccola sbavatura evidenziata nelle foto qui attorno svolge egregiamente il suo lavoro.Sul fronte audio, si segnala un doppiaggio non eccelso ma comunque gradevole. Nota di merito alle musiche, splendide ed evocative: sono oltre 70 le canzoni inserite nel gioco, con artisti del carico di Blondie, The Roots, Funkadelic, The Stranglers, David Bowie, Kaiser Chiefs e molti altri. Da segnalare anche la buona trasposizione in Italiano di tutti i menù e del doppiaggio. Sottotono, invece, i sound fx, tanto per i motori, quanto per le armi. Prima di guidare verso il commento finale, si ricorda che, a causa della presenza di alcune scene vagamente osè, di un lieve grado di violenza, e qualche battuta scurrile, il gioco non pare adatto alle fasce d'utenza più giovani.