Driver: San Francisco
di
Proseguendo nella storia, le capacità sovrannaturali di Tanner si evolveranno permettendogli nuove azioni come la Carica (un'improvvisa accelerazione utile per speronare gli avversari), il Turbo (per usare le parole dello stesso Tanner “A chi serve il NoS?”), lo Shift Rapido (per saltare istantaneamente in una macchina alleata senza bisogno di passare all'inquadratura esterna) e così via. Per utilizzare molte di queste abilità sarà necessario spendere parte di un indicatore Special, il quale si ricaricherà poi col tempo. Man mano che svolge missioni, di qualsiasi genere, Tanner accumulerà anche dei punti-determinazione, che potrà poi spendere in varie maniere: si va dall'upgrade al succitato indicatore Special, al vero e proprio acquisto presso gli appositi garage di vetture da utilizzare liberamente o di prove particolari.
Dal punto di vista grafico il gioco presenta svariati elementi di pregio un po' offuscati da altri elementi meno prestigiosi. L'encomio più grosso va indubbiamente allo sviluppo della mappa cittadina, molto vasta (stiamo pur sempre parlando di San Francisco), esplorabile senza interruzioni per il caricamento e ricca di traffico, che non sfigura neppure al massimo dello zoom quando si Shifta. Buoni i modelli delle auto, sebbene alcune (taxi e utilitarie) debbano cedere il passo a vetture più rinomate, come Challenge, Camaro, DeLorean, e altre. Ottimi i visi dei personaggi nelle cinematiche, un po' più ordinari durante gli occasionali dialoghi in strada.
Decisamente meno belli i pedoni, che sopperiscono con la quantità alla qualità. L'antialiasing ridotto all'osso da spesso al tutto un taglio troppo netto, ma é pur vero che la scelta cromatica é quella di un telefilm degli anni '70 e il risultato é alla fine gradevole. Anche per quanto concerne il sonoro abbiamo un risultato tendenzialmente piacevole: la scelta delle musiche spazia dal funky anni '70 a rap e hip-hop più moderni, e gli effetti sonori sono molto buoni. I doppiaggi sono disponibili in varie lingue, tra cui l'Italiano: la qualità é mediamente discreta, anche se solo alcune voci (tra cui fortunatamente quella di Tanner) sono veramente ben fatte.
Prendere confidenza col sistema di guida non é particolarmente complesso: dopotutto avrete da gestire di base solo l'acceleratore e il freno, mentre i vari effetti del potere Shift si aggiungeranno volta per volta; c'é però da dire che chi non é già scafato della serie Driver potrebbe avere bisogno di una mezz'ora per abituarsi alla filosofia del gioco: preparatevi pertanto a vetture che tendono alla sgommata e all'effetto pendolo, nonché a pedoni che eviteranno di essere investiti con salti e schivate al limite, o spesso oltre i limiti, dell'umano. Prendere confidenza con lo Shift, invece, richiederà proprio l'acquisizione di una forma-mentis particolare: inizialmente l'istinto e l'abitudine cercheranno di farci vincere gare e inseguimenti solo con le nostre forze, ma per quanto ciò sia possibile, ci si renderà anche conto ben presto che, beh... “imbrogliare” semplifica considerevolmente le cose.
Inoltre, lo Shift rende possibili prove e competizioni che sarebbero altrimenti inaffrontabili: l'esempio più evidente può essere la necessità di distruggere un veicolo molto più robusto della nostra vettura, come ad esempio un camion o un furgoncino blindato, oppure alcune interessanti gare in cui bisogna far arrivare due corridori al primo E secondo posto. L'altra faccia della medaglia consiste nel fatto che nel momento in cui Shiftate, la vostra vettura rimane appannaggio dell'IA, la quale si comporta (per usare le parole del partner di Tanner) come una sorta di zombie - e a volte sembra quasi andare di proposito contro gli ostacoli.
Ovviamente ai puristi questa feature quantomeno inconsueta, ma indubbiamente originale, potrebbe far storcere il naso: questi saranno comunque lieti di sapere che, con la giusta dose di bravura, é comunque possibile superare autonomamente una buona parte delle prove, e che inoltre esistono specifiche gare in cui lo Shift é disabilitato. Ma in generale c'é da dire che l'idea é carina, funziona abbastanza bene ed il gioco stesso ne evita l'abuso regolando il flusso del traffico in funzione del nostro comportamento (più Shiftiamo, e meno auto “utili” vedremo arrivare in contromano).
Il gioco propone anche svariate modalità MultiPlayer, tanto in locale quanto online: in schermo condiviso potrete girare liberamente per la città insieme con un amico, oppure cimentarvi in corse e inseguimenti, anche in modalità cooperativa: interessanti soprattutto, più che le canoniche corse-checkpoint, le gare in cui é necessario rimanere il più vicino possibile ad un veicolo da supportare. E, naturalmente, in tutte le modalità é implementato lo Shift, in modo da renderle originali come il resto del gioco.
Dall'inizio alla fine, la storia si divide in capitoli che, presi nel loro insieme, raggiungono difficilmente la decina di ore, ma l'esperienza di gioco si allunga con le numerosissime quest secondarie, parecchie delle quali liberamente rigiocabili, altre “segrete” ottenibili solo compiendo particolari azioni, senza contare le classifiche online e la divertente modalità “regista” con cui creare i propri filmati partendo da spezzoni di replay. Inoltre, per proseguire nei vari capitoli ci sarà sempre richiesti di superare prima un determinato numero minimo di missioni extra, allungando così l'esperienza di gioco fino a livelli più che discreti.
L'unico peccato é che la trama sia piuttosto ordinaria e non contribuisca, da sola, a fornire uno stimolo per proseguire: in un gioco che fa della tagli cinematografico il suo leit-motive questo non può non essere annoverato come difetto. A prescindere ad tutto, e pur non trovando in Driver: San Francisco una cima irraggiungibile nel racing arcade openworld, é comunque innegabilmente divertente farsi un giro per la città dalle grandi salite a bordo di auto sprintose e camion, shiftando allegramente dalle une agli altri. Da provare senza pregiudizi.
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Dal punto di vista grafico il gioco presenta svariati elementi di pregio un po' offuscati da altri elementi meno prestigiosi. L'encomio più grosso va indubbiamente allo sviluppo della mappa cittadina, molto vasta (stiamo pur sempre parlando di San Francisco), esplorabile senza interruzioni per il caricamento e ricca di traffico, che non sfigura neppure al massimo dello zoom quando si Shifta. Buoni i modelli delle auto, sebbene alcune (taxi e utilitarie) debbano cedere il passo a vetture più rinomate, come Challenge, Camaro, DeLorean, e altre. Ottimi i visi dei personaggi nelle cinematiche, un po' più ordinari durante gli occasionali dialoghi in strada.
Decisamente meno belli i pedoni, che sopperiscono con la quantità alla qualità. L'antialiasing ridotto all'osso da spesso al tutto un taglio troppo netto, ma é pur vero che la scelta cromatica é quella di un telefilm degli anni '70 e il risultato é alla fine gradevole. Anche per quanto concerne il sonoro abbiamo un risultato tendenzialmente piacevole: la scelta delle musiche spazia dal funky anni '70 a rap e hip-hop più moderni, e gli effetti sonori sono molto buoni. I doppiaggi sono disponibili in varie lingue, tra cui l'Italiano: la qualità é mediamente discreta, anche se solo alcune voci (tra cui fortunatamente quella di Tanner) sono veramente ben fatte.
Prendere confidenza col sistema di guida non é particolarmente complesso: dopotutto avrete da gestire di base solo l'acceleratore e il freno, mentre i vari effetti del potere Shift si aggiungeranno volta per volta; c'é però da dire che chi non é già scafato della serie Driver potrebbe avere bisogno di una mezz'ora per abituarsi alla filosofia del gioco: preparatevi pertanto a vetture che tendono alla sgommata e all'effetto pendolo, nonché a pedoni che eviteranno di essere investiti con salti e schivate al limite, o spesso oltre i limiti, dell'umano. Prendere confidenza con lo Shift, invece, richiederà proprio l'acquisizione di una forma-mentis particolare: inizialmente l'istinto e l'abitudine cercheranno di farci vincere gare e inseguimenti solo con le nostre forze, ma per quanto ciò sia possibile, ci si renderà anche conto ben presto che, beh... “imbrogliare” semplifica considerevolmente le cose.
Inoltre, lo Shift rende possibili prove e competizioni che sarebbero altrimenti inaffrontabili: l'esempio più evidente può essere la necessità di distruggere un veicolo molto più robusto della nostra vettura, come ad esempio un camion o un furgoncino blindato, oppure alcune interessanti gare in cui bisogna far arrivare due corridori al primo E secondo posto. L'altra faccia della medaglia consiste nel fatto che nel momento in cui Shiftate, la vostra vettura rimane appannaggio dell'IA, la quale si comporta (per usare le parole del partner di Tanner) come una sorta di zombie - e a volte sembra quasi andare di proposito contro gli ostacoli.
Ovviamente ai puristi questa feature quantomeno inconsueta, ma indubbiamente originale, potrebbe far storcere il naso: questi saranno comunque lieti di sapere che, con la giusta dose di bravura, é comunque possibile superare autonomamente una buona parte delle prove, e che inoltre esistono specifiche gare in cui lo Shift é disabilitato. Ma in generale c'é da dire che l'idea é carina, funziona abbastanza bene ed il gioco stesso ne evita l'abuso regolando il flusso del traffico in funzione del nostro comportamento (più Shiftiamo, e meno auto “utili” vedremo arrivare in contromano).
Il gioco propone anche svariate modalità MultiPlayer, tanto in locale quanto online: in schermo condiviso potrete girare liberamente per la città insieme con un amico, oppure cimentarvi in corse e inseguimenti, anche in modalità cooperativa: interessanti soprattutto, più che le canoniche corse-checkpoint, le gare in cui é necessario rimanere il più vicino possibile ad un veicolo da supportare. E, naturalmente, in tutte le modalità é implementato lo Shift, in modo da renderle originali come il resto del gioco.
Dall'inizio alla fine, la storia si divide in capitoli che, presi nel loro insieme, raggiungono difficilmente la decina di ore, ma l'esperienza di gioco si allunga con le numerosissime quest secondarie, parecchie delle quali liberamente rigiocabili, altre “segrete” ottenibili solo compiendo particolari azioni, senza contare le classifiche online e la divertente modalità “regista” con cui creare i propri filmati partendo da spezzoni di replay. Inoltre, per proseguire nei vari capitoli ci sarà sempre richiesti di superare prima un determinato numero minimo di missioni extra, allungando così l'esperienza di gioco fino a livelli più che discreti.
L'unico peccato é che la trama sia piuttosto ordinaria e non contribuisca, da sola, a fornire uno stimolo per proseguire: in un gioco che fa della tagli cinematografico il suo leit-motive questo non può non essere annoverato come difetto. A prescindere ad tutto, e pur non trovando in Driver: San Francisco una cima irraggiungibile nel racing arcade openworld, é comunque innegabilmente divertente farsi un giro per la città dalle grandi salite a bordo di auto sprintose e camion, shiftando allegramente dalle une agli altri. Da provare senza pregiudizi.