Ducati World Championship
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La Ducati è una casa motociclistica che, grazie ai suoi successi commerciali e sportivi ha diffuso e continua a diffondere lo stile italiano nel mondo. Nata nel 1926 come industria produttrice di componenti per apparecchi radiofonici è solo nell'immediato dopoguerra che si dedica alla produzione di piccoli motori e di motocicli e da quel momento in poi sarà sempre successo.
Ancora oggi la Ducati vanta uno dei marchi più conosciuti al mondo, specialmente in ambito sportivo. Le Ducati sono moto molto particolari, hanno carattere e, di sicuro, non lasciano indifferenti: o le si ama o le si odia.
Quelli che per gli amatori sono pregi per i critici sono difetti: rumorose, brusche, nervose, scomode, delle vere purosangue sportive insomma, per non parlare della "maledizione del cavalletto", la leggendaria stampella laterale dotata di vita propria che tanti danni ha causato alle moto posteggiate. Innovazione e tradizione si fondono insieme per realizzare queste motociclette, sempre e comunque originali basate su idee del passato, ma rivisitate in chiave modernissima come ad esempio lo storico telaio a traliccio, l'immortale bicilindrico ad L o l'esclusiva distribuzione desmodromica. Anche in questo caso i critici storcono il naso parlando di fossilizzazione e di vetustà tecnologica, ma a giudicare i risultati che queste moto hanno recentemente conseguito in Superbike e che ora cominciano a raggiungere in MotoGP qualche dubbio dovrebbe cominciare a nascere.
Ed è con lo stesso coraggio che la Ducati propone le sue scelte di design, sempre lontane dalla moda del momento, sempre forti e decise, ma che alla lunga si rivelano vincenti. Basti pensare alla linea della 916 (poi 996) che ha dettato alcuni canoni di estetica recepiti dal mercato solo anni più avanti (scarichi sottocoda, capolino filante con il doppio faro) e che a distanza di più di dieci anni risulta ancora accattivante e attualissima mentre la concorrenza (specialmente quella giapponese) fatica a mantenere appeal per più di un anno. Per non parlare del Monster, la prima vera nuda sportiva, criticata e osteggiata quasi universalmente alla sua uscita, me che con il tempo ha saputo affermarsi al punto di creare un nuovo segmento di mercato ora popolato da tutti i concorrenti.
Insomma moto di carattere per veri amanti delle due ruote capaci di sopportare i capricci di queste sportive e, soprattutto, lo scherno degli altri motociclisti i cui tormentoni preferiti parlano di perdite d'olio, di vibrazioni smonta articolazioni e di pezzi che si seminano per la strada.
Tutto questo preambolo è necessario per cercare di inquadrare il mondo Ducati e, di conseguenza, la responsabilità che una casa produttrice di videogiochi si assume nel momento stesso in cui decide di dedicare un titolo ad un marchio così prestigioso ed importante.
E' questo il caso della Artematica, software house italiana, che ha realizzato Ducati World Championship per conto della Ubisoft.
Si tratta di un simulatore di guida sportivo che da ai giocatori la possibilità di guidare su pista tutti modelli più famosi ed esclusivi della casa di Borgo Panigale.
I modelli a disposizione sono ben 70 e comprendono Monster, 748, 749, 998, Desmosedici e le varie moto dei team SBK e MotoGP, ognuna delle quali presente nelle varie versioni originali e speciali realizzate dai vari preparatori. In realtà i modelli proposti non sono tantissimi, ma spesso si tratta della stessa moto presentata in diversi allestimenti. I circuiti proposti sono 34 ispirati alla fantasia dei realizzatori del gioco. Le modalità sono piuttosto numerose ed includono la solita gara veloce, vari campionati, la modalità carriera, la "sfida Capirex" ed il multiplayer.
Nella modalità carriera, come in molti giochi simili, è possibile evolvere con il proprio personaggio conquistando punti e crediti che permettono di comprare nuove moto ed iscriversi via via ai campionati più importanti. Caratteristica di Ducati World Championship è la possibilità di gestire anche lo stato fisico del proprio pilota che viene compromesso da incidenti e cadute. Nel caso il livello di salute raggiunga livelli troppo bassi le prestazioni caleranno e sarà necessario l'intervento del leggendario Dottor Costa per rimettere in sesto il proprio personaggio. Il Dottor Costa è il direttore della Clinica Mobile che segue il MotoGP ed è colui il quale ha salvato la vita a tantissimi piloti e permette a quelli infortunati di tornare in sella in tempi brevissimi, un vero e proprio guaritore amato e rispettato da tutto l'entourage del Motomondiale. Simpatica trovata, quindi, quella di includere la sua immagine virtuale all'interno del gioco.
Altra modalità particolare è quella chiamata "sfida Capirex" che consiste in una serie di "sfide" che il giocatore dovrà affrontare: impennate, controimpennate, inseguimenti, sorpassi e gare endurance.
La modalità multipayer è ben lontana da quello che si possa pensare in merito. Non si tratta della possibilità di sfidare altri giocatori in rete o magari via Internet, ma solo uno split screen che consente a due giocatori di sfidarsi sullo stesso computer al meglio di tot gare o di tot punti.
Insomma queste le caratteristiche di massima di Ducati World Championship. Andiamo ora ad analizzare i punti fondamentali di un titolo di guida: motore grafico e modello di guida.
La grafica di Ducati World Championship è basata su un sistema 3D non troppo sofisticato che non eccelle in termini di definizione e realismo. Già dalle prime schermate in cui è sfruttato si notano i suoi limiti. Durante la creazione del proprio personaggio, ad esempio, il modello del pilota appare grossolano e sgraziato, quasi deforme, con un petto assolutamente sformato, una testa sproporzionata e le textures dell'abbigliamento sgranate e sfocate. Le cose non migliorano granché durante le corse. Le moto sono si fedeli alle loro controparti reali, ma sono realizzate piuttosto approssimativamente e specialmente le superfici lisce e verniciate appaiono poco realistiche.
Anche i dettagli della pista non sono eccezionalmente curati e tutto appare ripetitivo e sgranato.
Il motore sembra anche soffrire di qualche problema più serio che si rivela con spaventosi "buchi neri" che appaiono quando si sbatte contro muretti e guard-rail. Il motore riesce comunque ad essere scorrevole e sufficientemente fluido, anche se la scarsa cura dei dettagli compromette notevolmente la sensazione di velocità ed accelerazione che un titolo del genere dovrebbe trasmettere. Il modello fisico e di guida purtroppo non aiuta perché i movimenti del pilota e della moto appaiono sempre piuttosto goffi e rigidi. Mancano completamente quella fluidità e quel dinamismo assolutamente necessari a rendere verosimili i movimenti così come assolutamente improbabile si rivela il comportamento della moto in curva. Anche selezionando il massimo grado di realismo, infatti, le pieghe più esagerate non si trasformano quasi mai in cadute, neanche guidando in maniera sconsiderata pinzando violentemente nel bel mezzo di una curva o spalancando il gas al massimo dell'inclinazione persino sul bagnato. Le cadute sono molto più spesso causate dalle collisioni con gli altri motociclisti. Ad ogni caduta l'efficienza della moto viene compromessa e sebbene non appaiano ne ammaccature ne crepe sulle carene, aumenta il fumo prodotto dal motore fino a quando non si raggiunge il limite e la moto si ferma del tutto.
Il sistema di controllo, inoltre, non lascia piena libertà al giocatore per selezionare i comandi, ma da per scontato che nell'uso del joystick, ad esempio, lo stick principale regoli lo sterzo e l'inclinazione del pilota e non è possibile assegnare un controllo analogico all'acceleratore e al freno il che può essere considerato un limite da parte dei puristi della simulazione.
E' interessante il fatto di poter gestire indipendentemente il freno anteriore e quello posteriore che, unitamente alla possibilità di inclinare il pilota in avanti ed indietro, permette esibizioni da tamarro come impennate, controimpennate e burnout.
Il motore gestisce le variazioni meteorologiche, ma a parte l'effetto visivo della pioggia e dell'asfalto bagnato la guida non viene coinvolta particolarmente dalle nuove condizioni di aderenza confermando l'impostazione decisamente arcade del titolo..
La sezione sonora non riesce purtroppo a riprodurre fedelmente le vibrazioni dei motori Ducati: se il rumore al minimo riproduce con efficacia il rumore metallico tipico della frizione a secco Ducati, appena si sale di giri gli entusiasmi si spengono. Il suono che esce dalle casse del PC è piuttosto lontano da quello roco, profondo e prepotente dei bicilindrici ad L e, soprattutto, manca di grinta e spessore al salire dei regimi.
Il sistema prevede anche una serie di comunicazioni dai box che dovrebbero dare indicazioni al pilota, ma si tratta di frasi assolutamente banali e ripetitive riprodotte spesso fuori contesto come qualche "attento a non farti superare" mentre si è in ultima posizione. La colonna sonora è del gruppo Lacuna Coil. Una gothic band italiana ed è tutto sommato ben realizzata a patto che il genere piaccia.
Alla resa dei conti Ducati World Championship non riesce a rivelarsi all'altezza del nome che porta, manca di coinvolgimento a causa della scarsa cura riposta nella grafica e nel modello di guida. Il marchio Ducati che avrebbe dovuto stimolare l'appetito degli appassionati delle due ruote sembra avere l'esclusiva funzione di specchietto per le allodole visto che gli amanti del "pompone" rimarranno sicuramente delusi per come il carattere delle moto è stato interpretato.
Ancora oggi la Ducati vanta uno dei marchi più conosciuti al mondo, specialmente in ambito sportivo. Le Ducati sono moto molto particolari, hanno carattere e, di sicuro, non lasciano indifferenti: o le si ama o le si odia.
Quelli che per gli amatori sono pregi per i critici sono difetti: rumorose, brusche, nervose, scomode, delle vere purosangue sportive insomma, per non parlare della "maledizione del cavalletto", la leggendaria stampella laterale dotata di vita propria che tanti danni ha causato alle moto posteggiate. Innovazione e tradizione si fondono insieme per realizzare queste motociclette, sempre e comunque originali basate su idee del passato, ma rivisitate in chiave modernissima come ad esempio lo storico telaio a traliccio, l'immortale bicilindrico ad L o l'esclusiva distribuzione desmodromica. Anche in questo caso i critici storcono il naso parlando di fossilizzazione e di vetustà tecnologica, ma a giudicare i risultati che queste moto hanno recentemente conseguito in Superbike e che ora cominciano a raggiungere in MotoGP qualche dubbio dovrebbe cominciare a nascere.
Ed è con lo stesso coraggio che la Ducati propone le sue scelte di design, sempre lontane dalla moda del momento, sempre forti e decise, ma che alla lunga si rivelano vincenti. Basti pensare alla linea della 916 (poi 996) che ha dettato alcuni canoni di estetica recepiti dal mercato solo anni più avanti (scarichi sottocoda, capolino filante con il doppio faro) e che a distanza di più di dieci anni risulta ancora accattivante e attualissima mentre la concorrenza (specialmente quella giapponese) fatica a mantenere appeal per più di un anno. Per non parlare del Monster, la prima vera nuda sportiva, criticata e osteggiata quasi universalmente alla sua uscita, me che con il tempo ha saputo affermarsi al punto di creare un nuovo segmento di mercato ora popolato da tutti i concorrenti.
Insomma moto di carattere per veri amanti delle due ruote capaci di sopportare i capricci di queste sportive e, soprattutto, lo scherno degli altri motociclisti i cui tormentoni preferiti parlano di perdite d'olio, di vibrazioni smonta articolazioni e di pezzi che si seminano per la strada.
Tutto questo preambolo è necessario per cercare di inquadrare il mondo Ducati e, di conseguenza, la responsabilità che una casa produttrice di videogiochi si assume nel momento stesso in cui decide di dedicare un titolo ad un marchio così prestigioso ed importante.
E' questo il caso della Artematica, software house italiana, che ha realizzato Ducati World Championship per conto della Ubisoft.
Si tratta di un simulatore di guida sportivo che da ai giocatori la possibilità di guidare su pista tutti modelli più famosi ed esclusivi della casa di Borgo Panigale.
I modelli a disposizione sono ben 70 e comprendono Monster, 748, 749, 998, Desmosedici e le varie moto dei team SBK e MotoGP, ognuna delle quali presente nelle varie versioni originali e speciali realizzate dai vari preparatori. In realtà i modelli proposti non sono tantissimi, ma spesso si tratta della stessa moto presentata in diversi allestimenti. I circuiti proposti sono 34 ispirati alla fantasia dei realizzatori del gioco. Le modalità sono piuttosto numerose ed includono la solita gara veloce, vari campionati, la modalità carriera, la "sfida Capirex" ed il multiplayer.
Nella modalità carriera, come in molti giochi simili, è possibile evolvere con il proprio personaggio conquistando punti e crediti che permettono di comprare nuove moto ed iscriversi via via ai campionati più importanti. Caratteristica di Ducati World Championship è la possibilità di gestire anche lo stato fisico del proprio pilota che viene compromesso da incidenti e cadute. Nel caso il livello di salute raggiunga livelli troppo bassi le prestazioni caleranno e sarà necessario l'intervento del leggendario Dottor Costa per rimettere in sesto il proprio personaggio. Il Dottor Costa è il direttore della Clinica Mobile che segue il MotoGP ed è colui il quale ha salvato la vita a tantissimi piloti e permette a quelli infortunati di tornare in sella in tempi brevissimi, un vero e proprio guaritore amato e rispettato da tutto l'entourage del Motomondiale. Simpatica trovata, quindi, quella di includere la sua immagine virtuale all'interno del gioco.
Altra modalità particolare è quella chiamata "sfida Capirex" che consiste in una serie di "sfide" che il giocatore dovrà affrontare: impennate, controimpennate, inseguimenti, sorpassi e gare endurance.
La modalità multipayer è ben lontana da quello che si possa pensare in merito. Non si tratta della possibilità di sfidare altri giocatori in rete o magari via Internet, ma solo uno split screen che consente a due giocatori di sfidarsi sullo stesso computer al meglio di tot gare o di tot punti.
Insomma queste le caratteristiche di massima di Ducati World Championship. Andiamo ora ad analizzare i punti fondamentali di un titolo di guida: motore grafico e modello di guida.
La grafica di Ducati World Championship è basata su un sistema 3D non troppo sofisticato che non eccelle in termini di definizione e realismo. Già dalle prime schermate in cui è sfruttato si notano i suoi limiti. Durante la creazione del proprio personaggio, ad esempio, il modello del pilota appare grossolano e sgraziato, quasi deforme, con un petto assolutamente sformato, una testa sproporzionata e le textures dell'abbigliamento sgranate e sfocate. Le cose non migliorano granché durante le corse. Le moto sono si fedeli alle loro controparti reali, ma sono realizzate piuttosto approssimativamente e specialmente le superfici lisce e verniciate appaiono poco realistiche.
Anche i dettagli della pista non sono eccezionalmente curati e tutto appare ripetitivo e sgranato.
Il motore sembra anche soffrire di qualche problema più serio che si rivela con spaventosi "buchi neri" che appaiono quando si sbatte contro muretti e guard-rail. Il motore riesce comunque ad essere scorrevole e sufficientemente fluido, anche se la scarsa cura dei dettagli compromette notevolmente la sensazione di velocità ed accelerazione che un titolo del genere dovrebbe trasmettere. Il modello fisico e di guida purtroppo non aiuta perché i movimenti del pilota e della moto appaiono sempre piuttosto goffi e rigidi. Mancano completamente quella fluidità e quel dinamismo assolutamente necessari a rendere verosimili i movimenti così come assolutamente improbabile si rivela il comportamento della moto in curva. Anche selezionando il massimo grado di realismo, infatti, le pieghe più esagerate non si trasformano quasi mai in cadute, neanche guidando in maniera sconsiderata pinzando violentemente nel bel mezzo di una curva o spalancando il gas al massimo dell'inclinazione persino sul bagnato. Le cadute sono molto più spesso causate dalle collisioni con gli altri motociclisti. Ad ogni caduta l'efficienza della moto viene compromessa e sebbene non appaiano ne ammaccature ne crepe sulle carene, aumenta il fumo prodotto dal motore fino a quando non si raggiunge il limite e la moto si ferma del tutto.
Il sistema di controllo, inoltre, non lascia piena libertà al giocatore per selezionare i comandi, ma da per scontato che nell'uso del joystick, ad esempio, lo stick principale regoli lo sterzo e l'inclinazione del pilota e non è possibile assegnare un controllo analogico all'acceleratore e al freno il che può essere considerato un limite da parte dei puristi della simulazione.
E' interessante il fatto di poter gestire indipendentemente il freno anteriore e quello posteriore che, unitamente alla possibilità di inclinare il pilota in avanti ed indietro, permette esibizioni da tamarro come impennate, controimpennate e burnout.
Il motore gestisce le variazioni meteorologiche, ma a parte l'effetto visivo della pioggia e dell'asfalto bagnato la guida non viene coinvolta particolarmente dalle nuove condizioni di aderenza confermando l'impostazione decisamente arcade del titolo..
La sezione sonora non riesce purtroppo a riprodurre fedelmente le vibrazioni dei motori Ducati: se il rumore al minimo riproduce con efficacia il rumore metallico tipico della frizione a secco Ducati, appena si sale di giri gli entusiasmi si spengono. Il suono che esce dalle casse del PC è piuttosto lontano da quello roco, profondo e prepotente dei bicilindrici ad L e, soprattutto, manca di grinta e spessore al salire dei regimi.
Il sistema prevede anche una serie di comunicazioni dai box che dovrebbero dare indicazioni al pilota, ma si tratta di frasi assolutamente banali e ripetitive riprodotte spesso fuori contesto come qualche "attento a non farti superare" mentre si è in ultima posizione. La colonna sonora è del gruppo Lacuna Coil. Una gothic band italiana ed è tutto sommato ben realizzata a patto che il genere piaccia.
Alla resa dei conti Ducati World Championship non riesce a rivelarsi all'altezza del nome che porta, manca di coinvolgimento a causa della scarsa cura riposta nella grafica e nel modello di guida. Il marchio Ducati che avrebbe dovuto stimolare l'appetito degli appassionati delle due ruote sembra avere l'esclusiva funzione di specchietto per le allodole visto che gli amanti del "pompone" rimarranno sicuramente delusi per come il carattere delle moto è stato interpretato.