Duke Nukem: Manhattan Project

Duke Nukem Manhattan Project
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Duke Nukem: Manhattan Project
Il simbolo del nucleare non si scorda mai...

"IT'S TIME TO KICK ASS"

Taaanto tempo fà (circa sei che, nel campo dei videogiochi, sono tanti) la guerra degli FPS non era ancora entrata nel periodo del suo massimo splendore: i giochi di questo tipo non erano numerosissimi e nessuno era riuscito ancora a togliere la corona a Doom II, il capolavoro della ID. La 3D Realms, come un fulmine a ciel sereno, fece uscire Duke Nukem 3D: sebbene fosse un titolo tecnicamente valido, la caratteristica che lo fece entrare nell'olimpo dei videogiochi fu l'eccellente giocabilità, grazie anche al senso di libertà che il giocatore provava (pensate che per la prima volta in un FPS era possibile distruggere gli scenari).

In aggiunta, il protagonista, un tamarro ipersteroidizzato, aveva un carisma incredibile grazie alla sua ironia e alle sue frasi e comportamenti non "politically correct". Tutti questi elementi, oltre ad aver generato una marea di add on e prodotti minori, hanno fatto si che il seguito ufficiale (Duke Nukem Forever), previsto già da un bel pezzo, fosse attesissimo. Leggendo il titolo della recensione vi sarete già accorti che, purtroppo, l'attesa non è ancora finita...

"HALF MAN, HALF ANIMAL: ALL DEAD!"

"Duke Nukem: Manhattan Project" non è, infatti, neanche un FPS, bensì un platform, seppure ipervitaminizzato e spettacolare quanto il suo protagonista. La trama è abbastanza semplice: il solito scienziato pazzo di turno ha deciso di fare del mondo un posto peggiore, realizzando un liquido particolare (chiamato glopp) che trasforma, al suo contatto, gli animali in mutanti semiumani. La loro caratteristica principale è quella di avere un odio viscerale per le persone, perciò, in qualche maniera sarebbe il caso di fermarli; niente paura, perché il nostro platinato culturista, che dopo aver salvato il mondo è diventato una celebrità nazionale, ha sempre pronti qualche milione di proiettili e pipe bomb per ogni evenienza.

Duke al Maurizio Costanzo Show.
Duke al Maurizio Costanzo Show.
Il primo incontro con un suino mutante.
Il primo incontro con un suino mutante.
Le frecce indicano la possibilità di cambiare piano di gioco o di entrare in una porta.
Le frecce indicano la possibilità di cambiare piano di gioco o di entrare in una porta.


Duke dovrà farsi strada, spargendo cadaveri mutanti, per otto scenari divisi ognuno in tre sottosezioni, ambientati a New York (da cui il titolo), sino ad arrivare al cattivone finale. Il suo cammino non sarà, purtroppo, così semplice: il nemico ha, infatti, nascosto in ogni sottosezione una bomba attaccata ad un prosperoso esponente del gentil sesso. Da gentiluomo quale è, Duke dovrà obbligatoriamente disinnescare la bomba prima di uscire dal livello, procurandosi la gratitudine eterna della pulzella (e purtroppo solo quella).

Tuttavia, non sarà sufficiente: per accedere all'uscita dovrete recuperare anche una tessera magnetica, ugualmente nascosta nei meandri della sezione. Alla fine di ogni scenario dovrete poi fare i conti con il classico boss finale, un nemico molto più robusto e pericoloso degli avversari normali, ucciso il quale potrete continuare la vostra avventura. Come al solito Duke non è venuto da solo: con se ha infatti portato un variegato arsenale composto da pistola, double shotgun, mitragliatore, raggio anti-glop (che riporta i mutanti al loro stato animalesco), lanciarazzi, pipe bomb e un glopp cannone (arma terminale); chiaramente non tutte questi strumenti di distruzione saranno disponibili dall'inizio, bensì li troverete andando avanti nei livelli.

Saltellando sopra i tetti.
Saltellando sopra i tetti.
Bambole e bombe.
Bambole e bombe.
Speriamo che questo tesoro ci sia molto grato...
Speriamo che questo tesoro ci sia molto grato...
Duke Nukem: Manhattan Project
7

Voto

Redazione

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Duke Nukem: Manhattan Project

Il Duca è tornato, e, come al solito, si fa riconoscere: un platform chiassoso, adrenalinico, tecnicamente ben realizzato che vi farà divertire. Non è comunque il tipico prodotto per PC, anzi, sembra più adatto all'utente medio di una console: se comunque amate l'azione e gli arcade non preoccupatevi di queste disquisizioni filosofiche e gettatevi a capofitto su Manhattan Project perché lo adorerete. C'è da ammettere che se da una parte abbiamo una giocabilità molto elevata, dall'altra dobbiamo, tuttavia, considerare una longevità, purtroppo, non altissima (dovuta anche alla natura del gioco). Che dire? Speriamo in un prezzo di commercializzazione non troppo elevato...

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