Duke Nukem: Manhattan Project

di Daniele 'Dansolo' Palmas

Fondamentali sono poi le munizioni (anche queste recuperabili in giro), finite le quali il Biondo dovrà farsi strada a forza di pedate. Non mancano i bonus speciali, rappresentati dai cosiddetti Nuke che, se recupererete tutti quelli sparsi nel livello, vi daranno nuove abilità, e le aree segrete, ricettacolo di altri bonus (come ad esempio jetpack). Sebbene Duke sia palestrato, anche lui è un essere umano, ciò significa che ad ogni colpo subito dal nemico la sua energia (rappresentata ironicamente da un indicatore chiamato EGO) calerà: provvidenziali in questo senso sono i classici medikit recuperabili nelle sezioni; inoltre, ogni qualvolta un nemico verrà ucciso, l'EGO di Duke aumenterà.

"IT'S A GOOD DAY TO DIE"

Come abbiamo già accennato precedentemente il gioco è sostanzialmente un platform lineare: ciò significa che, sebbene si sia usata una rappresentazione tridimensionale con frequenti cambi di inquadratura, in realtà l'avanzamento si snoda in due sole dimensioni con, di tanto in tanto, un cambio di profondità (che deve però essere previsto nel gioco). Per intenderci meglio non si tratta di un gioco tipo Mario64, bensì un qualcosa di molto più simile al vecchio Pandemonium. Tutto questo non è necessariamente un male sia perché prodotti del genere in ambito PC non sono all'ordine del giorno, sia perché si rivela molto interessante nella sua immediatezza.

E' questa, infatti, la caratteristica fondamentale del gioco: si riesce a prendere facilmente confidenza con il controllo di Duke (anche perché può solo correre, saltare, arrampicarsi e sparare) e da subito sarete immersi nell'azione. Azione che è fondamentalmente di due tipi: il primo è di combattimento, dovendo eliminare suini troppo cresciuti, topi karateka, mutanti sputa acido ed esseri di questo tipo. Il secondo è esplorativo, poiché dovrete cercare le bombe e le chiavi in livelli aventi architettura non labirintica, ma neanche eccessivamente semplicistica.

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Entrambi sono comunque realizzati in maniera tale da garantirvi sicuro divertimento, riuscendo accuratamente a evitare le tipiche azioni frustranti dei platform (come ad esempio ripetere decine di volte un salto per arrivare a una certa piattaforma). Anche per quanto riguarda l'aspetto tecnico non c'è di che lamentarsi: buona grafica grazie a un motore tridimensionale abbastanza versatile, sebbene ci sia da notare come sulla macchina di prova (Athlon 900 Mhz, 384 MB Ram e Radon 64 MB) abbia mostrato qualche incertezza nelle situazioni più confusionarie.

Le musiche scivolano via senza infamia e senza lode, ma i veri protagonisti sono gli effetti e, in particolare, la voce del Duca: come negli altri titoli della serie è infatti lui il vero valore aggiunto del gioco con i suoi commenti, le sue battute, il suo carisma. Delle volte mi sono scoperto ad architettare complessi piani di distruzione solo per sapere quale commento avrebbe fatto, e questo la dice lunga sulla personalità del titolo.

"I HATE PIGS!"

Devo ammettere che inizialmente ero rimasto perplesso da questo ritorno alle origini della serie (ricordo infatti che i primi due episodi di Duke erano dei platform); deluso dall'eccessivo ritardo accumulato da "Duke Nukem Forever", sono partito un po' prevenuto verso il gioco. Dopo due livelli mi ero completamente dimenticato del titolo sopra menzionato e continuavo allegramente a bucherellare mutanti e disinnescare bombe. Assomigliando più a un gioco per console che a uno per PC, è comunque consigliato a coloro che non cercano profondità nel concept, ma solo azione e divertimento a tutto campo.

Non ha nessun difetto? Onestamente bisogna riconoscere che la longevità non è il suo punto di forza: una volta terminati gli otto livelli (il ché non vi occuperà molto) dubito che lo riprenderete molto spesso, ma questo è insito nella natura dei platform. Nel complesso positivo!

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