Dune 2000

di Redazione Gamesurf
Effettuata la scelta, dopo un breve filmato, comunque di buona qualità, ci si trova a studiare il briefing, che solitamente non si discosta dal "distruggi tutto ciò che trovi", ma che talvolta porta piacevoli variazioni, come liberazione di ostaggi, conquista di edifici strategici ecc. Una sezione utile nella fase di briefing é la descrizione delle nuove unità disponibili, che ci dice molto di più di quanto in effetti ci serve per la missione, lodevole anche la spiegazione dei requisiti per le costruzioni avanzate, per chi non ha voglia di leggersi il manuale

Le missioni sono in principio incredibilmente semplici, ma man mano che procede il gioco si fanno via via complicate, fino a rendersi veramente difficili. Ma cerchiamo di capire se l'intelligenza artificiale dà segni di vita. Fondamentalmente il computer sceglie una zona di attacco, e nel caso (ovvio )nel quale applichiate le contromisure, come torrette, muri difensivi ecc decide di attaccare da altre parti, ma in ogni missione non sono stato attaccato da più di due versanti diversi. In pratica la maggiore difficoltà si avrà nei minuti iniziali, come in ogni strategico che si ispiri a Command&Conquer, nei quali bisogna crearsi rapidamente una forza adeguata per difendersi dai regolari attacchi nemici. La cosa che mi incuriosisce di più é che talvolta gli avversari, sconfitti regolarmente nei loro patetici attacchi, attendano di essere più numerosi per gli attacchi successivi, in modo da riuscire a sfondare la linea difensiva, e addirittura, in caso di mancanza di fondi o in chiara inferiorità numerica si arrocchino all'interno della propria base. Ovviamente la differenza tra un giocatore computerizzato e un avversario in carne e ossa é palese, ma un lieve miglioramente dell' I.A. mi pare ci sia stato. Il raggruppamento delle unità ne é un segno, tratto che da sempre distingue un attacco umano da uno gestito dal computer, mai un giocatore attaccherà regolarmente, cercherà piuttoso di crearsi una forza schiacciante in modo da mettere in seria difficoltà l'avversario