Dune

di Redazione Gamesurf
In parole povere, ci troviamo di fronte ad una copia dignitosamente restaurata di un'opera che ha fatto, ahimé, il suo tempo. Sul retro del manualetto di Dune fanno capolino le copertine di Command & Conquer e del suo seguito, Red Alert, altri due strategici "storici" di casa Westwood. Per quanto tempo pensano ancora di riproporceli? Il vero problema di Dune é insomma nel gameplay, fin troppo fedele all'originale: fai una larga base di cemento, piantaci su una raffineria di "spezia" (che sarà la vostra unica fonte di denaro), costruisci caserme e officine per uomini e mezzi, metti insieme il maggior numero di unità che puoi, annienta il nemico. Ogni razza ha poi almeno un mezzo, o un'unità di fanteria, che gli altri non hanno: un po' poco per sperare di differenziare radicalmente lo stile di gioco con le diverse razze. L'unico comando che si può impartire alle unità, oltre ai soliti "muoviti" e "attacca", é "stai in guardia"... E' poi possibile riunire le unità in squadre (quattro al massimo) per poterle gestire meglio quando si fanno numerose. Niente routine particolari di intelligenza artificiale, insomma, e niente strategie di attacco eccezionalmente complesse. In conclusione, mi rendo conto che il "popolo" della PlayStation avrà avuto ben poche possibilità di giocare ad uno strategico real-time, a parte la fortunata serie di Command & Conquer, e non potrà che apprezzare un gioco come Dune, che ha creato letteralmente un genere. Resta una perplessità di fondo sul gameplay veramente datato e sulla grafica desolante. Quanti di voi hanno invece già completato Tiberian Sun su PC, stiano tranquilli: non sono obbligati a ricominciare da Dune...