Dying Light 2 - Bloody Ties: la recensione del DLC
Quel giorno in cui rivivemmo il Thunderdome
Detto così su due piedi potrebbe sembrarvi strano, ma nell’ultimo contenuto aggiuntivo pubblicato per Dying Light 2, Techland deve essersi per forza ispirata al Mad Max di George Miller. Per l’esattezza, quello del 1986, dove il protagonista finiva in una cittadina corrotta in mezzo al deserto, quella Bartertown governata dalla bella e letale Aunty Entity (profonda riverenza per Tina Turner).
Al posto del Thunderdome, qui in Dying Light 2 facciamo la conoscenza del Teatro dei Massacri, location molto simile concettualmente parlando alla “sfera del tuono” vista nel film, qui però ben realizzata per l’occasione, dato che si introduce perfettamente all’interno dell’ambientazione immaginata per il videogioco.
Rotto il patto decide la ruota
Villedor è una città che promette fortuna, a patto che uno sia in grado di coglierla. Fino a oggi siamo sopravvissuti alle sue strade, abbiamo compiuto i diversi passi necessari a salvarla, o meno, a seconda delle scelte compiute durante il nostro viaggio. Bloody Ties si incastona perfettamente all’interno dell’avventura, tanto da essere fruibile persino dall’inizio, grazie all’inserimento della classica missione pensata per introdurci al contenuto aggiuntivo, nonché ai personaggi comprimari che lo popolano.
Qui facciamo la conoscenza di Ciro, un ragazzo che sogna di diventare il campione dell’arena, emulando in parte le gesta del suo fratello maggiore. La storia di Ciro è travagliata e ne apprendiamo le sfaccettature andando avanti nel DLC, elemento che ci garantisce anche di incontrare la seducente Astrid, regina del Teatro dei Massacri, ma anche il Teschio, guerriero iconico dell’arena che avrà un ruolo determinante nella storia, soprattutto per i diversi scontri che dovremo compiere per arrivare alla fine del viaggio.
La trama di Bloody Ties non farà impallidire nessuno in quanto originalità, considerato tra l’altro che non aggiunge nulla al già solito gameplay del titolo, ma bisogna ammettere che alcune delle sfide inserite e affrontabili nell’arena invogliano il giocatore a dargli una possibilità, soprattutto quando si tratta di mettersi alla prova con sfide a tempo, combattimenti impensabili e altri spettacoli degni di nota.
Fondamentalmente dovete immaginare il Teatro dei Massacri come un grande spettacolo di gladiatori, solo che al posto di ridurre il tutto a una serie di combattimenti, l’opera di Techland tende a diversificare il più possibile, cercando di riempire il DLC con una serie non eccessiva di sfide create con lo scopo di far raggiungere a Aiden la fama necessaria per sfidare il Teschio.
Certo, come ben ci è stato insegnato è la folla a scegliere il proprio campione. Qui lo fa in parte, nel senso che la maggior parte del nostro operato dipenderà dalla nostra abilità nel sopravvivere alle varie sfide proposte. Si può dare Spettacolo nella modalità omonima, scegliere il Massacro qualora il combattimento sia l’unica cosa in grado di appagarci oppure ci si può gettare all’interno di una Corsa, arena che come potete immaginare enfatizza il parkour. Ah, esiste anche la modalità Incontro, quella in cui ti fai il segno della croce prima di salire sul ring, perché gli avversari sono delle vere e proprie mostruosità.
Le missioni principali si snodano dunque all’interno del Teatro dei Massacri, con anche qualcosa all’esterno se contiamo le secondarie, e offrono un buon livello di intrattenimento soprattutto sulle prime battute, complice il fattore novità. Come avviene per questa tipologia di spettacoli, la difficoltà di tenere alta l’attenzione si dimostra complessa dopo qualche giro di boa, fattore che finisce un po’ per smorzare l’entusiasmo nei confronti del DLC.
Le parti più divertenti sono quelle legate allo Spettacolo, se non altro per le arene che richiamano piacevolmente gli eventi di Harran, ovvero del primo capitolo, sebbene abbiamo riscontrato qualche sbavatura sul fronte di bug e glitch, soprattutto quando le arene si sovrappopolano di nemici. Da menzionare la storia degli interruttori, che durante i vari tentativi il gioco li riconosce come attivi anche quando non lo sono, quindi a volte ti costringono a caricare manualmente il salvataggio precedente.
Versione Testata: PC
Voto
Redazione
Dying Light 2: Stay Human - Bloody Ties
Bloody Ties riesce ad appassionare sulle prime battute ma fa fatica a reggere sulla lunga percorrenza, un elemento ormai abbastanza riscontrabile un po’ ovunque, sebbene in questo caso Techland abbia espresso più volte l’intenzione di supportare il gioco a lungo dopo la sua pubblicazione, motivo per cui non possiamo far altro che aspettarci una maggiore attenzione per ciò che verrà. Dying Light 2 è comunque un ottimo prodotto, e fa sempre piacere passare il tempo ad ammazzare zombi durante qualche acrobazia in parkour.