Dynasty Warriors 3
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A tutti noi è stata inculcata nelle scuole, forse per ignoranza degli insegnanti, forse per esigenza dei programmi statali, una cultura storica, di chiaro collocamento europeo. Soprattutto la storia e la filosofia espresse nei testi scolastici hanno sempre trattato argomenti, avvenimenti e correnti di pensiero tipicamente Europee, come se effettivamente regioni della terra come l'estremo oriente abbiano costituito soltanto una sorta di luogo ameno, contraddistinto dalla pace, e con ricca abbondanza di materiali pregiati quali seta, spezie e gli ormai arcinoti palazzi dai tetti d'oro descritti da Marco Polo nel Milione.
Il fatto che si ignori quasi totalmente è che per millenni, questi territori sono stati scossi da guerre, battaglie e avvicendamenti al potere ne più ne meno come successe nel "vecchio" continente. E noi di ciò abbiamo soltanto poche nozioni, confuse, che riguardano le imprese dell'imperatore mongolo Gengis Khan, delle figure dei samurai in Giappone e di poco altro. Ma anche nella regione più estesa e popolosa al mondo, la Cina, si sono succeduti sovrani ed imperatori, si sono combattute guerre zeppe di battaglie e si sono succedute le diverse dinastie che hanno lasciato ben più di qualche pregiato e, ora costosissimo, oggetto di vasellame. Ecco infatti, seguendo un filone di giochi iniziato non molto tempo fa su PS2 con il notissimo Kessen, i programmatori della KOEI ci propongono questo Dinasty Warriors 3, un picchiaduro dall'impostazione particolare, che riproduce per sommi capi battaglie dall'ambientazione tipicamente cinese del periodo che spazia dal secondo al terzo secolo dopo Cristo.
Quel tre alla fine, in effetti, sta a simboleggiare che prima di questo sono effettivamente usciti altri due capitoli della serie, dei quali però solo il secondo si avvicina a questo terzo capitolo come impostazione. Il primo capitolo della serie, che uscì alcuni anni or sono sulla vecchia scatola grigia di casa SONY, era un picchiaduro classico a incontri uno contro uno, che seguendo il filone introdotto dall'indimenticato Soul Blade di NAMCO, implementava l'uso delle armi. Con l'uscita del secondo capitolo, la serie cambiava sicuramente strada, svoltando verso un'impostazione che mostrava più i tratti di un gioco che voleva riproporre le storiche battaglie che avevano scosso la Cina del secondo secolo.
Questo titolo, pur rappresentando una novità, possedeva una serie di pecche nella realizzazione che non lo consacrarono al grande pubblico. Ora, a un anno dall'uscita del predecessore i programmatori della KOEI danno alla luce il terzo capitolo della serie. Iniziamo col fare alcuni accenni a quella che è l'impostazione di gioco che, è bene dirlo, è rimasta immutata rispetto a quella del secondo, e cioè ci vengono riproposte alcune delle battaglie che avvennero nella Cina del secondo e terzo secolo dopo Cristo.
Per quanto riguarda l'aspetto grafico bisogna anzitutto dire che molti degli elementi presenti su schermo sono lasciati al caso: se da un lato i personaggi mostrano una buonissima caratterizzazione, sono costituiti da un buon numero di poligoni e la cura del particolare è elogiabile, d'altra parte i fondali, anche se molto ampi, sono scarni, ripetitivi e i pochi elementi come case, alberi e quant'altro sembrano a se stanti, ovvero è impossibile interagire con essi.
Bisogna però riconoscere che in pochi giochi si vede girare un numero di personaggi così grande su schermo senza che il motore grafico ne risenta, ma le pecche riscontrate nell'analisi del fondale minano sicuramente il giudizio complessivo sul lavoro che i programmatori della KOEI hanno svolto per realizzare questo DW3. Gli effetti di luce sono nella media e lo scintillio delle spade e le fiammate occasionali non sono davvero male. Infine un'appunto bisogna farlo sulla presentazione e sui filmati in generale, sicuramente ben curati e di buon effetto, anche se a dirla tutta, i filmati di intermezzo stile "entra in scena il cattivo" li ho trovati alla lunga monotoni e ripetitivi.