Dynasty Warriors 4
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Koei porta sui nostri schermi la storia, o meglio ci offre una rappresentazione elettroludica della mitologia creata attorno ad un frammento di essa risalente alla Cina al secondo secolo dopo Cristo. E lo fà in modo irriverente, con una trasposizione degli avvenimenti assai più divertente di un qualsiasi documentario, e decisamente più accattivante di un vecchio libro sgualcito, rivisitando un genere anch'esso storico (il beat'em up) nel senso di una rinnovata spettacolarità poligono mediata, mossa principalmente da due obiettivi, l'esaltazione iconografica dei protagonisti e delle vicende, e proponendo un gameplay frenetico, intuitivo e facilmente digeribile anche dagli utenti meno smaliziati. Le vicende su cui e' incentrata questa conversione per il mercato occidentale dell'ultimo episodio della fortunatissima (almeno in patria) serie Shin Sangoku Musou ripercorrono quanto narrato all'interno di una delle opere più importanti e conosciute della letteratura orientale, La Storia dei Tre Regni, ambientata nella tumultuosa Cina del tardo periodo Han. Il romanzo, già fonte di ispirazione per diverse produzioni di casa Koei (Kessen e la saga The Romance of the Three Kingdoms su tutte) può essere a pieno titolo classificato come esponente di una letteratura semifantastica per molti versi simile ad opere appartenenti alla produzione letteraria epica europea, come quella ellenica classica (Iliade, Odissea) o quella arturiana.
Al suo interno, sullo sfondo di avvenimenti realmente accaduti, si stagliano alcune figure carismatiche dotate di capacita' straordinarie, al limite del sovrannaturale (armi da oltre cento chilogrammi, fatte roteare vorticosamente come fossero stuzzichini, fulmini dagli occhi in grado di incenerire gli avversari, balzi di decine di metri e così via), capaci di accentrare su di se i favori del popolo e la fedeltà delle truppe, e di sovvertire gli esiti di uno scontro disseminando centinaia di vittime sul campo di battaglia. Neanche fossero i protagonisti di un videogioco. In accordo con l'ambientazione del romanzo, Il giocatore viene scagliato all'interno di un paese letteralmente nel caos, teatro di numerosi conflitti interni seguiti al crollo della dinastia depositaria del potere e dalle relative faide scoppiate per l' imposizione di un nuovo ordine. Il suo compito sarà quello di impersonare il condottiero (o uno dei suoi ufficiali di rango, a discrezione) di una delle tre famiglie salite alla ribalta durante gli scontri e di rivivere le sue gesta attraverso battaglie epiche legate fra loro da un intreccio narrativo cosi' intricato, da fare invidia alle soap opera più rappresentative del palinsesto televisivo statunitense.
A dare vita a questa singolare quanto affascinante rappresentazione tutta una serie di personaggi che non tarderanno a dare modo alla trama di svilupparsi rendendosi protagonisti di epiche gesta in battaglia, quanto colpevoli di subdole trame ordite in segreto contro i propri alleati, in un turbinio di eventi capaci di dare il mal di testa anche al più accanito esponente del fandome. Il tema della ricostruzione storica in quest'ultima produzione Koei non svolge unicamente il compito di offrire un pretesto al giocatore per motivare la fruizione del gameplay, ma ne diviene parte integrante, incentivando il livello di coinvolgimento attraverso una narrazione degli eventi che non conosce pause di riflessione e che contamina pesantemente la fase giocabile, da un lato scandendo la successione degli eventi che si frappongono fra il giocatore ed il raggiungimento dell' obiettivo finale proposto dalla missione, e dall' altro stuzzicando la sua curiosità attraverso tutta una serie di filmati che contribuiscono a dipanare lo storyboard.
L'indiscussa validità del plot, la caratterizzazione minuziosa delle guest stars, sia dal punto di vista estetico che da quello caratteriale, fanno il resto avvolgendo il giocatore in uno scenario estremamente verosimile (nonostante i connotati parzialmente fantastici del background) e particolareggiato, caratterizzato da una trama articolata ed avvincente a cui e decisamente difficile sottrarsi. La peculiarità di DW4 consiste nel calare il giocatore all'interno di un campo di battaglia calcato da centinaia (letteralmente) di soldati. Da una parte voi con al fianco i vostri alleati, dall'altra il nemico, numeroso, agguerrito, scalpitante. In mezzo il campo di battaglia, da devastare a piacimento (nei limiti concessi dall'onesta opera di level design),e del quale sfruttare le caratteristiche morfologiche per far volgere a proprio favore le sorti della battaglia. Il titolo Koei stimola il giocatore presentandogli d'innanzi un numero di avversari costantemente al di sopra della mezza dozzina, per sfiorare situazioni di confusione assoluta in cui si è chiamati a fronteggiare interi plotoni di soldati ostili. Il motore grafico in questi frangenti compie adeguatamente il proprio lavoro, garantendo costantemente il frame rate necessario a mantenere una fluidità accettabile, senza però incedere in virtuosismi cosmetici degni di una qualche menzione.