Dynasty Warriors 4
di
Simone 'C.D.' Bianchini
I rallentamenti sono praticamente inesistenti, anche nelle fasi di gioco più concitate, tuttavia l'orizzonte visivo è davvero ristrettissimo, e spesso ci si sorprende a rivaleggiare con decine di characters in un fazzoletto di terra che a malapena li contiene tutti. A castrare l'estensione della visuale del giocatore, rigorosamente fissa, in terza persona, appena un poco rialzata, una nebbia impenetrabile che fa categoricamente capolino tra le pianure dello Xi, anche nelle mattinate più assolate. Una feature implementata dagli sviluppatori col chiaro scopo di (mal)celare presumibilissimi problemi di badclipping che affliggevano l'engine poligonale. Pregevole la realizzazione dei personaggi principali, tutti beneficiari di un modello poligonale unico, fatto muovere mediante animazioni esclusive, scialba quella dei subalterni spesso indistinguibili nella loro scarsocromaticità (er, va bene che i cinesi sono tutti uguali però...), insoddisfacente le resa grafica delle ambientazioni, spoglie, scarsamente modellate e ornate da texture tutt'altro che gradevoli, vista la loro bassa qualità, oltre che ripetitive all'inverosimile.
Mancano all'appello un qualsiasi sistema di gestione dell'illuminazione ambientale degno di questo nome, oltre alle più basilari routine di animazione dei diversi elementi del paesaggio circostante, se si esclude una pessima texture ciclica che dovrebbe rappresentare gli onnipresenti corsi d'acqua. La tecnologia utilizzata dalla società giapponese è vecchia almeno quanto la serie per cui è stata progettata, e si vede.
D'altronde la controparte sonora non fa nulla più del minimo sindacale per risollevere dall'anonimato la componente audiovisiva del titolo, annoverando al suo attivo un numero troppo esiguo di effetti sonori, che soprattutto nel caso del playable character tendono a ripetersi ossessivamente sempre nella medesima sequenza.
Il soundtrack dal canto suo alterna brani di ispirazione tradizionale, riarrangiati in chiave pop, a motivi ridondanti, invero molto poco ispirati. Ottima invece la qualità del campionamento vocale che da' voce a tutti i protagonisti, i quali intervengono agguantando l'attenzione del giocatore per mezzo di una apposita finestra di dialogo, incrementando il senso di coinvolgimento generale. Dal punto di vista puramente concettuale il game design su cui fonda le proprie basi il blockbuster di Omega Force è un affresco potente del cruento campo di battaglia che la coreografia delle scene di massa di una certa produzione cinematografica ha dipinto nella nostra immaginazione. Kurosawa, ma anche diversi colossal hollywoodiani più recenti come Braveheart o l'Ultimo Samurai. Una rivisitazione in chiave orientale di un rissoso film di Bud Spencer se preferite, insaporita con una rilevante dose di wirefighting movie tipico del filone cinematografico wuxiapian, made in HongKong.
La trasposizione catodica di questa variegata commistione di contaminazioni si traduce in letali sequenze di colpi precedute da lampi di luce, flow motion a sottolineare la drammatica dinamicità di alcune sequenze, dieci avversari contemporaneamente scaraventati a cinque metri di distanza con un elegante movimento della mano. Il grande condottiero Liu Bei come Terence Hill dunque? L'eroe del caos Cao Cao emulo di Jackie Chan? Forse, però con la chien (spada cinese) al posto degli schiaffoni.
DW4 infatti è un hack and slash, un taglia e affetta per gli amici. Un picchiaduro tridimensionale a scorrimento multidirezionale in cui si è chiamati ad eliminare gli antagonisti controllati dalla CPU brandendo tutta una serie di oggetti affilati o contundenti ottimizzati per lo scontro corpo a corpo. Rimpinguando di tanto in tanto la propria barra energetica sfruttando eventualissimi power ups, da ricercarsi nel vasellame ed in alcune casse disseminate per la mappa, oppure rilasciati al momento della sconfitta da particolari tipologie di avversari.
Una volta fatto il proprio esordio in battaglia, da un punto della mappa che rimane fisso a seconda del personaggio selezionato, il compito del giocatore sarà quello di ingaggiare furiosi scontri all'arma bianca con i distaccamenti nemici che gli si pareranno d'innanzi nel percorso che lo separa dal raggiungimento dell'obiettivo finale, solitamente l'uccisione del leader dello schieramento avverso. Inoltre sarà sua premura cercare di eliminare il piu' elevato numero possibile di ufficiali di rango dell'esercito nemico, per ottenere punti esperienza indispensabili a far progredire le caratteristiche del personaggio e dell'arma utilizzata (nonchè il numero e le attitudini delle guardie del corpo al proprio servizio), in un meccanismo vagamente simile a quello di un comune gioco di ruolo, in verità assai poco duttile e scarsamente incisivo ai fini della fase giocabile.
Dynasty Warriors 4
6.5
Voto
Redazione
Dynasty Warriors 4
Koei riporta sui nostri schermi la mitologia orientale con la conversione per il mercato occidentale del suo best-seller Shin Sangoku Musou, oramai giunto alla seconda incarnazione sulla console Microsoft. Scopriamo insieme, attraverso la recensione di Simone "C.D" Bianchini, in quale direzione omega force abbia voluto evolvere la sua saga con questo ennesimo capitolo e quali novità abbia da proporre rispetto alla recente controparte pubblicata su Playstation 2. Spade, magie, principesse, duelli all'ultimo sangue e battaglie campali. Ecco a voi Dynasty Warrior 4.