Dynasty Warriors: Strikeforce
di
Piccoli warriors crescono
Non importa come sei armato. Spada, arco, lancia o qualsiasi altro strumento d'offesa. Importa solo una cosa: la tua voglia di scendere in campo e falciare decine e decine di avversari. Questa, da poco meno di vent'anni (e poco più di trenta giochi, tra spin-off e compagnia cantante), é la filosofia che accompagna il mondo di Dynasry Warriors, fortunatissima (più in Giappone che in occidente) saga pubblicata da Koei, con il team Omega Force a fare l'ospite quasi fisso in fase di sviluppo. Con l'affascinante ambientazione della Cina dell'epoca dei Tre Regni (circa 200 anni dopo Cristo) e palesi concessioni fantasy a trama ed altri elementi, il concept dei giochi é sempre stato basato sul far impersonare al giocatore un eroe di guerra dotato di capacità fuori dal comune, impegnato a fare terra bruciata degli eserciti nemici, per poi scontrarsi con i più forti eroi contrapposti.
Tra una carneficina e l'altra, Koei é riuscita a portare i propri personaggi praticamente su tutte le piattaforme in commercio, sempre sostenuta da un notevole zoccolo duro di fan. Tolto però il gruppo di irriducibili, non sono mai mancate le voci atte a chiedere un sostanziale rinnovamento della saga, particolarmente fossilizzata sulla frenetica azione “ammazza-ammazza”. Diversi sono stati gli esperimenti sul gamplay, ma nessuno é mai stato in grado di portare la tanto richiesta innovazione anche perché, diciamocelo in tutta onesta, squadra che vince (leggi: “vende”) non si cambia.
Dopo un blando esordio su PSP nel lontano 2004, ecco Omega Force tornare alla carica per la conquista del mercato delle console portatili, con il nuovo progetto denominato “Strikeforce”. Con un ulteriore commistione tra storia e fantasia, anche questa volta dovremo scegliere a quale casata giurare la nostra fedeltà, impersonando uno dei sui generali, per combattere le fazioni avversarie (più alcuni personaggi esterni). A differenza del passato però, non dovremo più occuparci quasi esclusivamente del momento della battaglia, ma sarà necessario dedicarsi con un certo interesse alla preparazione di essa e alla gestione di alcune piccole città, luoghi appena abbozzati che fungeranno da nostra base operativa.
La Cina é vicina...
Prima di buttarsi a testa bassa contro le schiere nemiche, é sempre meglio prepararsi ad ogni possibile evenienza. Proprio per questo, in casa koei, é si é pensato di inserire il giocatore in un contesto pre-battaglia adatto, se non a pianificare, quantomeno ad equipaggiarsi a dovere per l'occasione. Saremo così inseriti in alcuni contesti cittadini (che varieranno in base all'avanzamento della trama) in cui avremo accesso a diversi negozi per acquistare armi, potenziamenti e altro, a patto di avere la giusta somma di denaro e le materie prime necessarie, reperibili durante i combattimenti o tramite l'antica arte del baratto. Non avremo a disposizione semplici strutture sedentarie, ma un sistema di crescita che si baserà sulla possibilità di inserire apposite carte di potenziamento che, col passare del tempo, faranno sviluppare e crescere l'armeria, il venditore di sfere magiche o chi per loro, tutto in base alle nostre scelte e alle carte potenziamento che riusciremo a trovare, andando avanti nella storia principale.
Tramite una bacheca o un apposito personaggio, potremo accedere alle varie missioni disponibili, che andranno dal classico sterminio di banditi alle battaglie più complicate. Ogni missione, oltre ad avere un obiettivo principale, conterrà anche dei target bonus, da cui trarre ulteriori premi. Calcando il campo di battaglia, ci rendiamo immediatamente conto di una prima sensibile novità rispetto al passato: le mappe sono decisamente ridotte e, per alleggerire i caricamenti, divise in diversi settori. Menando fendenti a destra e a manca, non faremo fatica a capire che anche i nemici da sconfiggere sono sensibilmente diminuiti, passando dalle diverse centinaia dei precedenti capitoli ad alcune decine di adesso (nonostante spesso siano “rigenerabili” e ,quindi, infiniti a lungo andare). Aumenta così di qualche punto lo spazio per l'esplorazione delle ambientazioni, utile per reperire le materie prime di cui parlavamo poco sopra.
Se quello che vi interessa é la difficoltà di gioco non preoccupatevi. Infatti, a ravvivare la scena, ci penseranno le molte macchine da guerra sparse in ogni dove e, principalmente, i generali avversari. Mentre i soldati semplici continuano come da tradizione ad mostrare una scarsa combattività, alcuni dei boss di fine livello, godono di intelligenza artificiale decisamente interessante. Il livello di sfida di alcuni scontri risulta estremamente elevato, anche per la possibilità di ritrovarsi a combattere contro creature sovrannaturali o a team di due o più eroi. Chiave principale per risultare vincenti, sarà gestire al meglio il proprio equipaggiamento (potremo portare con noi oggetti estremamente utili) e, in primis, sfruttare la possibilità di trasformarsi. Ogni lottatore infatti, caricata a suon di combo o di ferite ricevute l'apposita barra d'energia, potrà cambiare forma, acquistando una struttura quasi eterea e decisamente più potente, sia nel corpo a corpo che nei movimenti.
Affresco orientale a otto mani
Questa volta però, i ragazzi di Omega Force hanno preferito mettere leggermente da parte il gioco in singolo, per privilegiare il multiplayer. In una modalità che sembra essere direttamente ispirata al fortunatissimo Monster Hunter, potremo formare squadre da quattro giocatori e lanciarci in un vasto numero di missioni disponibili, cercando di gestire al meglio le qualità e le carenze di ogni personaggio. Veri e propri party per seminare morte e distruzione tra gli sfortunati nemici, a patto di avere a disposizione quattro PSP e altrettanti UMD del gioco. Nulla d'impossibile, se non fosse che si é deciso di basarsi unicamente sul collegamento wireless in locale della piccola console. Insomma, niente online, per la tristezza di noi europei. Se in Giappone é frequentissimo vedere anche locali appositi per incontrare videogiocatori pronti a gettarsi in una partita veloce, purtroppo qui é ancora abbastanza raro avere a disposizione la giusta compagnia, motivo per cui sarebbe stato graditissimo un supporto per le connessioni internet.
Tecnicamente poi, Strikeforce, fa la sua degna figura. Sebbene le ambientazioni siano state ridisegnate, risultano spesso un po' spoglie, ma in linea con le capacità dell'hardware a disposizione. Decisamente meglio i modelli poligonali, che vanno da quelli sufficienti dei comprimari ai più che buoni dei protagonisti, curati anche nelle animazioni. Da elogiare senza riserve i filmati in computer grafica, una vera gioia per gli occhi. Come sempre, il sonoro rischia di dividere il pubblico, vista la tendenza a usare melodie techno, ben fatte ma poco adatte all'ambientazione storica, nonostante le ampie pennellate a tinte fantasy. Qualche critica da muovere anche al motore fisico, che non riesce a scrollarsi di dosso una sensazione di troppa “leggerezza” nel ricreare alcuni colpi, anche se si vedono miglioramenti con le armi pesanti e nel combattimento in aria, ben implementato in questo episodio.
Nonostante la smaccata vocazione multiplayer, le possibilità di divertirsi da soli con questo nuovo Dynasty Warriors, non sono affatto poche. Le missioni disponibili sono tante, soprattutto se si ha voglia di sbloccare i vari generali di ogni fazione, magari ognuno con tutti i costumi disponibili. I tratti gdr inseriti permettono anche una discreta customizzazione delle abilità dei propri guerrieri preferiti, donando un tocco più vario rispetto a come ci eravamo abituati in passato. Strikeforce si rivela un titolo piacevole, sia per i fan della saga che per chi ha sempre evitato Dynasty Warriors spaventato dalle critiche rivolte alla troppa monotonia dell'azione. Un vero “must have” per chi ha un gruppo d'amici pronto a seguirlo nell'avventura videoludica. Certo, Omega Force poteva sicuramente osare di più, ma questo primo passo lascia ben sperare per il futuro. La possibilità di giocare online e una maggiore attenzione sui diversi campi, potrebbe essere la strada in grado di rendere la serie Koei un titolo completo sotto ogni punto di vista. Speriamo solo che gli sviluppatori siano in ascolto...
Non importa come sei armato. Spada, arco, lancia o qualsiasi altro strumento d'offesa. Importa solo una cosa: la tua voglia di scendere in campo e falciare decine e decine di avversari. Questa, da poco meno di vent'anni (e poco più di trenta giochi, tra spin-off e compagnia cantante), é la filosofia che accompagna il mondo di Dynasry Warriors, fortunatissima (più in Giappone che in occidente) saga pubblicata da Koei, con il team Omega Force a fare l'ospite quasi fisso in fase di sviluppo. Con l'affascinante ambientazione della Cina dell'epoca dei Tre Regni (circa 200 anni dopo Cristo) e palesi concessioni fantasy a trama ed altri elementi, il concept dei giochi é sempre stato basato sul far impersonare al giocatore un eroe di guerra dotato di capacità fuori dal comune, impegnato a fare terra bruciata degli eserciti nemici, per poi scontrarsi con i più forti eroi contrapposti.
Tra una carneficina e l'altra, Koei é riuscita a portare i propri personaggi praticamente su tutte le piattaforme in commercio, sempre sostenuta da un notevole zoccolo duro di fan. Tolto però il gruppo di irriducibili, non sono mai mancate le voci atte a chiedere un sostanziale rinnovamento della saga, particolarmente fossilizzata sulla frenetica azione “ammazza-ammazza”. Diversi sono stati gli esperimenti sul gamplay, ma nessuno é mai stato in grado di portare la tanto richiesta innovazione anche perché, diciamocelo in tutta onesta, squadra che vince (leggi: “vende”) non si cambia.
Dopo un blando esordio su PSP nel lontano 2004, ecco Omega Force tornare alla carica per la conquista del mercato delle console portatili, con il nuovo progetto denominato “Strikeforce”. Con un ulteriore commistione tra storia e fantasia, anche questa volta dovremo scegliere a quale casata giurare la nostra fedeltà, impersonando uno dei sui generali, per combattere le fazioni avversarie (più alcuni personaggi esterni). A differenza del passato però, non dovremo più occuparci quasi esclusivamente del momento della battaglia, ma sarà necessario dedicarsi con un certo interesse alla preparazione di essa e alla gestione di alcune piccole città, luoghi appena abbozzati che fungeranno da nostra base operativa.
La Cina é vicina...
Prima di buttarsi a testa bassa contro le schiere nemiche, é sempre meglio prepararsi ad ogni possibile evenienza. Proprio per questo, in casa koei, é si é pensato di inserire il giocatore in un contesto pre-battaglia adatto, se non a pianificare, quantomeno ad equipaggiarsi a dovere per l'occasione. Saremo così inseriti in alcuni contesti cittadini (che varieranno in base all'avanzamento della trama) in cui avremo accesso a diversi negozi per acquistare armi, potenziamenti e altro, a patto di avere la giusta somma di denaro e le materie prime necessarie, reperibili durante i combattimenti o tramite l'antica arte del baratto. Non avremo a disposizione semplici strutture sedentarie, ma un sistema di crescita che si baserà sulla possibilità di inserire apposite carte di potenziamento che, col passare del tempo, faranno sviluppare e crescere l'armeria, il venditore di sfere magiche o chi per loro, tutto in base alle nostre scelte e alle carte potenziamento che riusciremo a trovare, andando avanti nella storia principale.
Tramite una bacheca o un apposito personaggio, potremo accedere alle varie missioni disponibili, che andranno dal classico sterminio di banditi alle battaglie più complicate. Ogni missione, oltre ad avere un obiettivo principale, conterrà anche dei target bonus, da cui trarre ulteriori premi. Calcando il campo di battaglia, ci rendiamo immediatamente conto di una prima sensibile novità rispetto al passato: le mappe sono decisamente ridotte e, per alleggerire i caricamenti, divise in diversi settori. Menando fendenti a destra e a manca, non faremo fatica a capire che anche i nemici da sconfiggere sono sensibilmente diminuiti, passando dalle diverse centinaia dei precedenti capitoli ad alcune decine di adesso (nonostante spesso siano “rigenerabili” e ,quindi, infiniti a lungo andare). Aumenta così di qualche punto lo spazio per l'esplorazione delle ambientazioni, utile per reperire le materie prime di cui parlavamo poco sopra.
Se quello che vi interessa é la difficoltà di gioco non preoccupatevi. Infatti, a ravvivare la scena, ci penseranno le molte macchine da guerra sparse in ogni dove e, principalmente, i generali avversari. Mentre i soldati semplici continuano come da tradizione ad mostrare una scarsa combattività, alcuni dei boss di fine livello, godono di intelligenza artificiale decisamente interessante. Il livello di sfida di alcuni scontri risulta estremamente elevato, anche per la possibilità di ritrovarsi a combattere contro creature sovrannaturali o a team di due o più eroi. Chiave principale per risultare vincenti, sarà gestire al meglio il proprio equipaggiamento (potremo portare con noi oggetti estremamente utili) e, in primis, sfruttare la possibilità di trasformarsi. Ogni lottatore infatti, caricata a suon di combo o di ferite ricevute l'apposita barra d'energia, potrà cambiare forma, acquistando una struttura quasi eterea e decisamente più potente, sia nel corpo a corpo che nei movimenti.
Affresco orientale a otto mani
Questa volta però, i ragazzi di Omega Force hanno preferito mettere leggermente da parte il gioco in singolo, per privilegiare il multiplayer. In una modalità che sembra essere direttamente ispirata al fortunatissimo Monster Hunter, potremo formare squadre da quattro giocatori e lanciarci in un vasto numero di missioni disponibili, cercando di gestire al meglio le qualità e le carenze di ogni personaggio. Veri e propri party per seminare morte e distruzione tra gli sfortunati nemici, a patto di avere a disposizione quattro PSP e altrettanti UMD del gioco. Nulla d'impossibile, se non fosse che si é deciso di basarsi unicamente sul collegamento wireless in locale della piccola console. Insomma, niente online, per la tristezza di noi europei. Se in Giappone é frequentissimo vedere anche locali appositi per incontrare videogiocatori pronti a gettarsi in una partita veloce, purtroppo qui é ancora abbastanza raro avere a disposizione la giusta compagnia, motivo per cui sarebbe stato graditissimo un supporto per le connessioni internet.
Tecnicamente poi, Strikeforce, fa la sua degna figura. Sebbene le ambientazioni siano state ridisegnate, risultano spesso un po' spoglie, ma in linea con le capacità dell'hardware a disposizione. Decisamente meglio i modelli poligonali, che vanno da quelli sufficienti dei comprimari ai più che buoni dei protagonisti, curati anche nelle animazioni. Da elogiare senza riserve i filmati in computer grafica, una vera gioia per gli occhi. Come sempre, il sonoro rischia di dividere il pubblico, vista la tendenza a usare melodie techno, ben fatte ma poco adatte all'ambientazione storica, nonostante le ampie pennellate a tinte fantasy. Qualche critica da muovere anche al motore fisico, che non riesce a scrollarsi di dosso una sensazione di troppa “leggerezza” nel ricreare alcuni colpi, anche se si vedono miglioramenti con le armi pesanti e nel combattimento in aria, ben implementato in questo episodio.
Nonostante la smaccata vocazione multiplayer, le possibilità di divertirsi da soli con questo nuovo Dynasty Warriors, non sono affatto poche. Le missioni disponibili sono tante, soprattutto se si ha voglia di sbloccare i vari generali di ogni fazione, magari ognuno con tutti i costumi disponibili. I tratti gdr inseriti permettono anche una discreta customizzazione delle abilità dei propri guerrieri preferiti, donando un tocco più vario rispetto a come ci eravamo abituati in passato. Strikeforce si rivela un titolo piacevole, sia per i fan della saga che per chi ha sempre evitato Dynasty Warriors spaventato dalle critiche rivolte alla troppa monotonia dell'azione. Un vero “must have” per chi ha un gruppo d'amici pronto a seguirlo nell'avventura videoludica. Certo, Omega Force poteva sicuramente osare di più, ma questo primo passo lascia ben sperare per il futuro. La possibilità di giocare online e una maggiore attenzione sui diversi campi, potrebbe essere la strada in grado di rendere la serie Koei un titolo completo sotto ogni punto di vista. Speriamo solo che gli sviluppatori siano in ascolto...