Dynasty Warriors: Strikeforce

di Tommaso Alisonno
Nel mondo dei videogiochi, non é raro vedere un titolo realizzato contemporaneamente su piattaforme portatili e su macchine da salotto, specie quando si tratta di tie-in o di serie molto gettonate. Altrettanto spesso capita che un titolo che ha avuto successo su consolle casalinga venga poi convertito per la controparte tascabile: sono invece piuttosto rari i casi in cui un gioco nativo portable venga poi “elevato” allo status casalingo. É il caso dello spin-off Dynasty Warriors Strikeforce, che concepito originariamente per PSP giunge adesso su PS3 e su Xbox360.

L'ambientazione é sempre la medesima della serie standard, vale a dire le guerre di successione scatenatesi nella Cina imperiale del II-III secolo DC che hanno ispirato l'epico “Romanzo dei Tre Regni” (Shu, Wei e Wu). Quello che varia dal punto di vista dell'ambientazione é un'impronta particolarmente marcata di elementi fantastici, soprattutto propri del Fantasy giapponese: oltre ad essere dei guerrieri travolgenti, capaci di abbattere centinaia di avversari sul loro cammino, ora i protagonisti del gioco sono anche in grado di spiccare balzi poderosi e continuati, fluttuare per brevi periodi di tempo, e soprattutto di trascendere in uno status di “Furia” che li porta ad una trasfigurazione semi-divina.
Andando con ordine, una volta scelta la dinastia di cui vivere la storia, e nell'ambito di questa il personaggio da controllare (che potrà in seguito essere cambiato a volontà) ci troveremo nel villaggio che costituisce il nostro quartier generale e da cui potremo accedere ai vari servizi: fabbri da cui acquistare o potenziare le nostre armi, mercanti da cui rifornirsi di elisir e pozioni, fino agli eruditi che ci addestreranno in tecniche speciali.



Tutte queste strutture si potranno “ingrandire” e offrire quindi servizi migliori se affideremo ai nostri luogotenenti (che sbloccheremo nel corso delle missioni) il compito di farle progredire mentre noi saremo in guerra, ma per ottenere il power-up definitivo sarà anche necessaria la fornitura di specifici oggetti, anch'essi da ottenere in battaglia e purtroppo non sempre di facile reperibilità.
Tramite la bacheca del villaggio o il soldato ai cancelli accederemo all'elenco delle missioni disponibili, ed una volta scelta una arriveremo al briefing e da questo alla missione vera e propria. Ogni personaggio é associato ad un tipo specifico di arma (spada, lancia, arco...) e scenderà sempre in campo con essa, ma in Strikeforce avrete anche un'arma “secondaria” da scegliere liberamente: é fortemente consigliabile che una delle due sia a distanza e l'altra da mischia, in modo da poter fronteggiare tutte le situazioni. In battaglia potrete essere accompagnati da fino a tre ufficiali gregari (ma solo dopo aver terminato il primo capitolo), mentre i succitati luogotenenti potranno essere impegnati per ottenere dei bonus particolari nelle parti di mappa a cui li assegnerete.

Si, perché la prima differenza che dovrete fronteggiare rispetto alla classica serie DW é il fatto che la mappa di gioco (come di consueto nei capitoli PSP) sia suddivisa in aree distinte, nella maggior parte delle quali i nemici comuni compariranno continuamente, con un respawn anche abbastanza fastidioso. Da un lato questo fatto trasmette una sensazione di leggera claustrofobia, venendo a mancare gli ampi spazi a cui siamo abituati e sacrificando fortemente la sensazione di “battaglia” propria della saga, ma dall'altro permette una gestione interessante delle singole missioni, con ostacoli o nemici particolari che possono essere depotenziati colpendo le loro teste di ponte in altre mappe, o favorendo la fuga in caso di pericolo (i nemici non ci seguiranno da una mappa all'altra).

Anche il sistema di combattimento presenta delle innovazioni: rimangono gli onnipresenti tasti dell'attacco semplice e dell'attacco potente, ma come già visto in DW6 hanno un funzionamento indipendente e non di “combo”. Il salto guadagna qualche punto dal momento che tutti i personaggi possono compierlo “doppio”, e nelle opportune condizioni (come ad esempio in Fury) addirittura triplo; a questo si aggiunge il tasto dello scatto, utile tanto per scartare quanto per caricare un nemico, lasciando alla parata quasi esclusivamente il ruolo di “centra telecamera”. Il tasto del puntamento si rivela estremamente utile per concentrare gli attacchi su un nemico in particolare, come ad esempio un boss, soprattutto se state utilizzando un'arma a distanza.



In qualsiasi momento potrete consumare le pozioni e gli elisir acquistati, utili soprattutto quando non é possibile reperire altrimenti sul campo i curativi di cui avrete bisogno; tra gli altri item sono presenti anche oggetti capaci di provocare danni immediati ad area. Chiude la parata il tasto della modalità “Fury”, che sostituisce il vecchio Musou: una volta riempita l'apposita barra (attaccando o ricevendo colpi) potrete attivare questa modalità in cui, come accennato, il personaggio assumerà un aspetto semi-divino: i vostri valori di attacco/difesa aumenteranno considerevolmente per tutto il tempo in cui la barra non si scaricherà nuovamente (occhio, però, che non sarete affatto invulnerabili...) oppure finché non deciderete di sacrificarne una larga fetta attivando il devastante attacco Musou.

Dal punto di vista grafico, la versione casalinga di Strikeforce non riesce assolutamente a reggere il confronto coi capitoli “ufficiali”: per quanto i modelli dei personaggi siano infatti quelli di DW6, a cui sono state accostate con la medesima cura le versioni Fury, il contesto in cui sono inseriti é comunque studiato per un ambiente PSP, vale a dire ambienti ristretti, modelli nemici semplificati e effetti speciali non eclatanti, perlomeno per una next-gen. Naturalmente é stato operato un certo restyling, migliorando le textures e i dettagli dei modelli per renderli gradevoli su schermi HD, ma il risultato é comunque decisamente modesto.

Per quanto concerne il sonoro ci ritroviamo al cospetto dei principali temi propri di DW, anch'essi eredità più di DW6 che dello Strikeforce per PSP, dal quale sono stati però presi tutti i temi nuovi, tutti ben realizzati e piuttosto gradevoli. Gli effetti sonori sono nella norma, con alcuni picchi negativi soprattutto in termini di ripetitività quando viene associato all'arma una forma di attacco elementale (fuoco, fulmine...). I doppiaggi, così come i testi su schermo, sono esclusivamente in Inglese, purtroppo non sempre di qualità eccelsa.

Prendere confidenza col sistema di gioco é essenzialmente semplice, ma per padroneggiare al meglio le sequenze di salti e attacchi avrete probabilmente bisogno di due o tre missioni di pratica. L'assillante respawn dei nemici comuni rende alcune aree della mappa semplicemente dei luoghi di “passaggio”: potrete anche decidere di soffermarvi per incrementare il body-count e magari raccogliere qualche item extra, ma di base tenderete a puntare al bersaglio principale, anche perché le missioni hanno tutte un limite di tempo, sovente anche abbastanza incalzante.
Piuttosto interessante l'introduzione di nemici speciali di taglia enorme, solitamente dotati di particolari punti deboli da scoprire e sfruttare per distruggerli; anche la presenza di nemici volanti, particolarmente fastidiosi se non si sa come intercettarli, rende il gameplaying piuttosto differente dalla saga di base, anche se c'é da dire che alla lunga essere circondati da maghi svolazzanti diviene oltremodo snervante. Il Multiplayer, limitato su PSP alla connessione ad Hoc, ora permette fino a quattro giocatori di giocare in co-op via internet; purtroppo, però, non é stato implementato il classico split-screen, impedendo il co-op in locale.

Una volta presa confidenza col nuovo sistema di combattimento, con le limitazioni di mappa e di respawn ereditate dalla PSP e con la gestione delle risorse, al villaggio e in missione, si riesce a progredire nella storia con qualche soddisfazione, soprattutto quando si riesce a conseguire obiettivi particolarmente impegnativi (chi ha detto “abbattere Lu Bu a Si Shui Gate”?). Per portare a termine la storia anche di una sola dinastia impiegherete non poche ore, orientativamente una dozzina, ma probabilmente anche il doppio se vi soffermerete a svolgere tutte le missioni secondarie, di cui alcune inserite ex-novo in questa versione.

Con la presenza di tre dinastie, moltissimi personaggi da sbloccare e potenziare, e vari livelli di difficoltà (quelli di base sono tre), più il succitato MultiPlayer online (e aggiungiamoci anche le missioni extra DLC), é abbastanza evidente come il titolo possa regalare un quantitativo consistente di ore di massacro. Certo é che comunque il gioco rimane un porting della versione PSP, con migliorie tecniche limitate e un gameplaying immutato, anche in quegli elementi limitati che avrebbero potuto essere cambiati. Godibile, si, ma con molte riserve...