Dynasty Warriors Vol. 2
Ancora una volta KOEI ci porta nella Cina del periodo dei Tre Regni, coinvolti nelle battaglie tra le nascenti (e morenti) dinastie di Shu, Wei e Wu. Dynasty Warriors è un titolo che ha ormai fatto storia: numerosi sono i capitoli usciti per PS2 e in seguito su Xbox e Xbox360, altrettanto nutriti gli Spin-Off "Empires" ed "Xtreme Legends", senza contare i cloni prodotti dalla stessa KOEI (Samurai Warriors su tutti) o da altre case (come il Devil Kings di Capcom). Il concept prevede di assumere il controllo diretto di un eroe realmente vissuto (pare) in quell'epoca turbolenta e di condurlo in campo aperto contro l'esercito nemico: come ogni mitologia che si rispetti (Omero docet) gli eroi sono immensamente più potenti dei soldati comuni e sono in grado di falciarne grandi quantità col minimo sforzo, perlomeno fintanto che non si ritrovano l'uno contro l'altro.
Una volta scelto, pertanto, il nostro alter ego tra i numerosi disponibili (e vieppiù se ne sbloccheranno) e la modalità in cui giocare, assisteremo ad un breve briefing storico-informativo solo per poi giungere senza indugio al menù tattico della battaglia. In questa schermata, con la quale sarà bene prendere rapidamente confidenza (non è difficile), sarà visibile l'intero scenario suddiviso in zone di influenza: questa schematizzazione ha il duplice scopo di imporci una programmazione strategica dei nostri spostamenti, ma anche di obbligarci a conquistare una specifica zona prima di poter accedere alla successiva. Sempre da questa schermata sarà possibile selezionare l'arma con cui scendere in campo, un'eventuale cavalcatura e, cosa molto importante, quali ufficiali gregari portarci appresso: questi ultimi, infatti, andranno a modificare le statistiche del nostro eroe, e naturalmente la scelta sarà limitata dall'esperienza che avrete accumulato, sottoforma di "punti comando".
Detto ciò, è finalmente giunto il momento di menare le mani: l'interfaccia di controllo è piuttosto semplice, giacché si avvale ancora una volta di due tasti di attacco (veloce e potente, ovviamente combinabili tra loro) coadiuvati dal salto e dal tasto del Musou, ossia l'attacco "spirituale" che rende il personaggio temporaneamente invulnerabile ma che potrà essere utilizzato solo quando si sarà riempita l'apposita barra a furia di mietere vittime; completano il set di controlli la parata (che blocca solo gli attacchi provenienti dal davanti) e il "Musou Fury", una sorta di super-musou ancora più devastante ma molto più lento a caricarsi. Gli indicatori di Vita, Musou e Musou Fury saranno sempre visibili in alto a sinistra, insieme a quello del livello: diversamente da altri titoli della serie, comincerete ogni battaglia sempre al 1° livello, e potrete raggiungere massimo il 10°; è quindi bene tenere d'occhio sia il proprio livello sia quello del nemico prima di tentare un attacco frontale (in alternativa, è sufficiente essere molto bravi, ma un dislivello troppo elevato può comunque esservi fatale).
Sulla destra della schermata di gioco sono visibili due barre colorate e degli indicatori numerici che indicano il morale dei soldati dei due schieramenti: man mano che causate o subite perdite, gli indicatori calano, e viceversa aumentano quando un generale entra nella zona con le sue truppe. Il ricambio dei soldati e degli ufficiali minori è comunque continuo, con un respawn in effetti anche opinabile (i nemici compaiono letteralmente dal nulla), fintanto che questi hanno ancora un minimo di morale: solo quando questo scenderà totalmente a zero, ed avrete oltretutto eliminato eventuali generali presenti, la zona sarà dichiarata conquistata e potrete passare alla successiva. In alternativa, in qualsiasi momento potrete ordinare una "ritirata" verso una precedente zona in modo da riorganizzarvi: questa strategia può essere utile anche nel caso in cui si richieda urgentemente la vostra presenza su un altro fronte della battaglia.
La scelta di suddividere il campo di battaglia in zone circoscritte, già vista nel primo DW per PSP, permette all'hardware di gestire in tempo reale solo una piccola fetta di campo, con conseguente possibilità di realizzare una grafica di buon livello: certo, non è possibile paragonarla a ciò che siamo abituati a vedere su PS2 o, tanto meno, su NextGen, ma il lavoro svolto dagli Omega è comunque discreto. Ecco dunque che tanto i modelli degli eroi quanto quelli dei generali e persino delle truppe sono realizzati con un discreto quantitativo di poligoni, e la texturizzazione copre egregiamente eventuali imperfezioni. Il motore si mantiene pulito e fluido anche con parecchi modelli su schermo, e in caso di numero eccessivo preferisce "far sparire" momentaneamente i nemici più lontani (a partire dai soldati semplici): l'effetto è forse spiacevole a vedersi, ma sicuramente previene rallentamenti molto più fastidiosi. Le animazioni sono piuttosto schematiche e molti modelli si muovono in modo molto "robotico", ma nel complesso sono fluide e gradevoli.
Il sonoro si avvale di un gran quantitativo di temi musicali ereditati dei titoli precedenti, senza aggiungere niente di particolare ma preservandone in maniera sufficiente la qualità. Gli effetti sonori sono ben importati e in battaglia svolgono efficientemente il loro lavoro: l'unica grande mancanza è costituita dalla scomparsa di tutti i doppiaggi, cosa che rende i protagonisti un po' più "piatti" rispetto alle versioni casalinghe.
Il sistema di gioco è semplice ed immediato, e sebbene sia un po' sconcertante l'idea di iniziare ogni scenario dal primo livello, questo garantisce anche la possibilità di poterli giocare indistintamente con tutti i personaggi senza doverseli prima "portare su di livello". La scelta di suddividere il campo di battaglia in zone d'influenza separate, come già detto, costituisce un interessante sistema di programmazione strategica, oltretutto variabile nel tempo in funzione delle azioni degli altri generali, ma produce due grossi difetti: il primo è quello di rendere impossibili i cosiddetti "Raid" tra le file nemiche, vuoi per raggiungere in fretta un particolare generale nemico, vuoi per ripiegare rapidamente fino al fronte in pericolo; il secondo è quello di "spezzare" l'azione di gioco, e con essa l'adrenalina della battaglia, da sempre principale fonte di divertimento nella serie di Dynasty Warriors. Il gioco si mantiene comunque "accalappiante" e divertente, ma rivela anche prima di altri l'onnipresente difetto della ripetitività. La mancanza di due tasti ha causato inoltre l'eliminazione dell'Arco dalle azioni di gioco, causando pertanto un altro lieve calo nella giocabilità.
Per questi motivi, nonostante il titolo sia in grado di regalare numerose ore di gioco considerando il cospicuo numero di eroi utilizzabili, probabilmente dopo qualche campagna comincerete a non sentirne più di tanto l'attrattiva, specie se avete già avuto esperienze di DW: dopotutto, anche se ben riscaldata e comunque sempre appetitosa e gradevole, la zuppa è sempre quella, e alla lunga viene a noia. Forse un titolo da prendere a piccole dosi, intervallando ogni campagna con sessioni di gioco a tutt'altro, e da riprendere più volte nel corso dei mesi prima di poter dire a voce piena "completato al 100%". Da questo punto di vista, la longevità è molto prolungata, ma di sicuro anche molto frammentata. Nel complesso, un titolo tra il sufficiente e il discreto: un gioco da tenere in tasca insieme agli altri ma sicuramente non uno da comprare per primo.
Una volta scelto, pertanto, il nostro alter ego tra i numerosi disponibili (e vieppiù se ne sbloccheranno) e la modalità in cui giocare, assisteremo ad un breve briefing storico-informativo solo per poi giungere senza indugio al menù tattico della battaglia. In questa schermata, con la quale sarà bene prendere rapidamente confidenza (non è difficile), sarà visibile l'intero scenario suddiviso in zone di influenza: questa schematizzazione ha il duplice scopo di imporci una programmazione strategica dei nostri spostamenti, ma anche di obbligarci a conquistare una specifica zona prima di poter accedere alla successiva. Sempre da questa schermata sarà possibile selezionare l'arma con cui scendere in campo, un'eventuale cavalcatura e, cosa molto importante, quali ufficiali gregari portarci appresso: questi ultimi, infatti, andranno a modificare le statistiche del nostro eroe, e naturalmente la scelta sarà limitata dall'esperienza che avrete accumulato, sottoforma di "punti comando".
Detto ciò, è finalmente giunto il momento di menare le mani: l'interfaccia di controllo è piuttosto semplice, giacché si avvale ancora una volta di due tasti di attacco (veloce e potente, ovviamente combinabili tra loro) coadiuvati dal salto e dal tasto del Musou, ossia l'attacco "spirituale" che rende il personaggio temporaneamente invulnerabile ma che potrà essere utilizzato solo quando si sarà riempita l'apposita barra a furia di mietere vittime; completano il set di controlli la parata (che blocca solo gli attacchi provenienti dal davanti) e il "Musou Fury", una sorta di super-musou ancora più devastante ma molto più lento a caricarsi. Gli indicatori di Vita, Musou e Musou Fury saranno sempre visibili in alto a sinistra, insieme a quello del livello: diversamente da altri titoli della serie, comincerete ogni battaglia sempre al 1° livello, e potrete raggiungere massimo il 10°; è quindi bene tenere d'occhio sia il proprio livello sia quello del nemico prima di tentare un attacco frontale (in alternativa, è sufficiente essere molto bravi, ma un dislivello troppo elevato può comunque esservi fatale).
Sulla destra della schermata di gioco sono visibili due barre colorate e degli indicatori numerici che indicano il morale dei soldati dei due schieramenti: man mano che causate o subite perdite, gli indicatori calano, e viceversa aumentano quando un generale entra nella zona con le sue truppe. Il ricambio dei soldati e degli ufficiali minori è comunque continuo, con un respawn in effetti anche opinabile (i nemici compaiono letteralmente dal nulla), fintanto che questi hanno ancora un minimo di morale: solo quando questo scenderà totalmente a zero, ed avrete oltretutto eliminato eventuali generali presenti, la zona sarà dichiarata conquistata e potrete passare alla successiva. In alternativa, in qualsiasi momento potrete ordinare una "ritirata" verso una precedente zona in modo da riorganizzarvi: questa strategia può essere utile anche nel caso in cui si richieda urgentemente la vostra presenza su un altro fronte della battaglia.
La scelta di suddividere il campo di battaglia in zone circoscritte, già vista nel primo DW per PSP, permette all'hardware di gestire in tempo reale solo una piccola fetta di campo, con conseguente possibilità di realizzare una grafica di buon livello: certo, non è possibile paragonarla a ciò che siamo abituati a vedere su PS2 o, tanto meno, su NextGen, ma il lavoro svolto dagli Omega è comunque discreto. Ecco dunque che tanto i modelli degli eroi quanto quelli dei generali e persino delle truppe sono realizzati con un discreto quantitativo di poligoni, e la texturizzazione copre egregiamente eventuali imperfezioni. Il motore si mantiene pulito e fluido anche con parecchi modelli su schermo, e in caso di numero eccessivo preferisce "far sparire" momentaneamente i nemici più lontani (a partire dai soldati semplici): l'effetto è forse spiacevole a vedersi, ma sicuramente previene rallentamenti molto più fastidiosi. Le animazioni sono piuttosto schematiche e molti modelli si muovono in modo molto "robotico", ma nel complesso sono fluide e gradevoli.
Il sonoro si avvale di un gran quantitativo di temi musicali ereditati dei titoli precedenti, senza aggiungere niente di particolare ma preservandone in maniera sufficiente la qualità. Gli effetti sonori sono ben importati e in battaglia svolgono efficientemente il loro lavoro: l'unica grande mancanza è costituita dalla scomparsa di tutti i doppiaggi, cosa che rende i protagonisti un po' più "piatti" rispetto alle versioni casalinghe.
Il sistema di gioco è semplice ed immediato, e sebbene sia un po' sconcertante l'idea di iniziare ogni scenario dal primo livello, questo garantisce anche la possibilità di poterli giocare indistintamente con tutti i personaggi senza doverseli prima "portare su di livello". La scelta di suddividere il campo di battaglia in zone d'influenza separate, come già detto, costituisce un interessante sistema di programmazione strategica, oltretutto variabile nel tempo in funzione delle azioni degli altri generali, ma produce due grossi difetti: il primo è quello di rendere impossibili i cosiddetti "Raid" tra le file nemiche, vuoi per raggiungere in fretta un particolare generale nemico, vuoi per ripiegare rapidamente fino al fronte in pericolo; il secondo è quello di "spezzare" l'azione di gioco, e con essa l'adrenalina della battaglia, da sempre principale fonte di divertimento nella serie di Dynasty Warriors. Il gioco si mantiene comunque "accalappiante" e divertente, ma rivela anche prima di altri l'onnipresente difetto della ripetitività. La mancanza di due tasti ha causato inoltre l'eliminazione dell'Arco dalle azioni di gioco, causando pertanto un altro lieve calo nella giocabilità.
Per questi motivi, nonostante il titolo sia in grado di regalare numerose ore di gioco considerando il cospicuo numero di eroi utilizzabili, probabilmente dopo qualche campagna comincerete a non sentirne più di tanto l'attrattiva, specie se avete già avuto esperienze di DW: dopotutto, anche se ben riscaldata e comunque sempre appetitosa e gradevole, la zuppa è sempre quella, e alla lunga viene a noia. Forse un titolo da prendere a piccole dosi, intervallando ogni campagna con sessioni di gioco a tutt'altro, e da riprendere più volte nel corso dei mesi prima di poter dire a voce piena "completato al 100%". Da questo punto di vista, la longevità è molto prolungata, ma di sicuro anche molto frammentata. Nel complesso, un titolo tra il sufficiente e il discreto: un gioco da tenere in tasca insieme agli altri ma sicuramente non uno da comprare per primo.
Dynasty Warriors Vol. 2
6.5
Voto
Redazione
Dynasty Warriors Vol. 2
KOEI conferma la scelta del primo Dynasty Warriors per PSP di suddividere il campo di battaglia, mantenendo così la grafica pulita e un buon livello di programmazione strategica ma rinunciando alla frenesia della continuità e alla completezza del campo libero. Il gioco rimane comunque decisamente accalappiante, sebbene ormai il concept faccia sentire tutti i suoi anni, e non mancherà di soddisfare tutti gli appassionati del genere, specie quelli che si fossero persi il predecessore, invero molto simile. Niente di nuovo alla luce del sole, dunque, ma solo una squadra che non si cambia in quanto sempre vincente.