EA Sports MMA

di Fabio Fundoni
Arriva il nuovo sfidante
É decisamente il caso di utilizzare il celebre modo di dire: con l'annuncio di EA Sports MMA é stato lanciato un più che evidente guanto (guantone, se volete) di sfida a UFC di THQ, simulatore di Arti Marziali Miste tanto soddisfacente quanto unico nel suo genere sul mercato. Adesso, con l'arrivo del contendente, é l'ora di fare i conti e capire chi porterà a casa la cintura del campione, naturalmente in un incontro che non può altro che svolgersi a trecentosessanta gradi, a suon di pugni, calci, prese e atterramenti. Ci troviamo in quel particolarissimo sport che vede sfidarsi su un ring ottagonale (con diverse varianti) lottatori completi, capaci di sfruttare le tecniche di svariate arti marziali, tutte liberamente utilizzabili per mandare al tappeto il proprio avversario con il più classico dei knock out o “sottometterlo” con complicate chiavi articolari. Nessun teatrino in stile wrestling, ma la necessità di sviluppare un mix di forza e strategia, sempre che si voglia tornare a casa sorretti dalle proprie gambe.



Se THQ ha scelto di puntare sulla celebre licenza UFC, il principale circuito per quel che riguarda questo sport, Electronic Arts ha stretto un legame con la federazione Strikeforce, prendendone in dote marchi e lottatori, più qualche gradita sorpresa per gli appassionati. D'altro canto non poteva essere altrimenti: molti ricorderanno la querelle nata tra EA e Dana White, presidente della UFC che ha fermamente negato alla casa statunitense la sua licenza visto che, meno di due anni fa, quando era lui a cercare partner per dare vita ad un videogame, si era sentito rispondere da EA che le Arti Marziali Miste “non sono un vero e proprio sport”. Senza scendere nei particolari su cambi di opinione o scegliere a che parte dare ragione, registriamo semplicemente i fatti che ci portano così ad avere un titolo dedicato alla federazione californiana.


Sin dalle basi il titolo di Electronic Arts sceglie chiaramente di sfruttare una impostazione tutta sua, senza quindi mettersi in diretta concorrenza in termini di gameplay. Si può dunque partire dalla ottima base creata per la saga di Fight Night, celeberrima simulazione pugilistica che offre in dote il suo sistema di controllo,basato sull'utilizzo della levetta analogica destra per indirizzare i pugni degli atleti. Un movimento rapido porta ad un jab veloce, una mezzaluna si tramuta in un gancio e così via. Vista però la disciplina in questione, basta aggiungere l'abbinamento ad un tasto dorsale del nostro gamepad per iniziare a tirare calci, sempre con lo stesso metodo che si propone di portare a schermo movimenti simili a quelli compiuti dall'analogico.



Abbraccio mortale
Logicamente però non basta questo a renderci competitivi, ci sarà bisogno anche del cosiddetto “grappling”, cioé la parte della lotta fatta a stretto contatto con l'avversario, un letale abbraccio condito di ginocchiate e tentativi di sottomissione. Spazio quindi ai vari tasti del gamepad, con cui cercare di districarsi in un groviglio di gambe e braccia per trovare una posizione favorevole a sferrare l'attacco finale o, nella peggiore delle ipotesi, cercare di salvarsi prima di una poco onorevole sconfitta. Entrano qui in gioco due fattori: tempismo, con il quale scegliere se premere il pulsante dell'attacco o della difesa, e capacità di gestire la propria resistenza, perché più premerete più vi stancherete, avendo come unico risultato quello di essere pronti per finire massacrati senza pietà. Proprio quando starete per mettere a segno o subire una sottomissione si presenteranno due mini-game su questa falsariga: uno in cui dovrete compiere ripetutamente l'azione desiderata senza esaurire le forze, l'altro in cui con l'analogico sinistro dovrete cercare di indovinare le mosse avversarie.

Senza dubbio cercare di spiegare a parole il gameplay di MMA può risultare complicato, non tanto per le azioni da compiere, quanto per le possibili situazioni in cui il vostro combattente virtuale si potrà trovare. A dire la verità, però, bastano poche partite (magari non dimenticando di dare una rapida occhiata al tutorial) per capire quanto tutto sia discretamente immediato e semplice, soprattutto rispetto alla ferrea simulazione vista in UFC Undisputed. Indubbiamente alzare il livello di difficoltà (Facile, Normale o Difficile) renderà i nostri avversari più complicati da battere, ma anche un neofita potrà sferrare qualche buon colpo sin dai primi combattimenti, tenendo comunque conto che una sana applicazione segna, come d'altra parte in qualsiasi gioco, la differenza tra il campione e il fruitore casuale.

Un pregio? Un difetto? La scelta pone il titolo su un livello differente rispetto al suo diretto concorrente, cosa che non deve essere considerata negativa a priori, ma mostra il fianco in alcune situazioni, soprattutto quando si tratta di combattimento a terra, semplificando l'azione e rendendo poco percepibile la bravura dell'utente e la reale importanza della situazione nell'economia dei match. Insomma, una semplificazione che impoverisce un poco il fascino della stessa disciplina, forse per paura di renderla troppo ostica al grande pubblico.