Earth 2160
di
Marco Modugno
Chi l'avrebbe mai detto? C'erano tempi in cui tutto ciò che dovevate fare, per prevalere sul vostro avversario elettronico, in una partita del primo mitico Command & Conquer della compianta Wetswood, era decidere se costruire una manciata d'elicotteri Orca e bombardare la base dall'alto, oppure produrre altrettanti carri armati Mammoth e farla a pezzi con un "tank rush" terrestre.
L'avvento dei primi motori 3D, che iniziavano a tenere conto dei dislivelli nel terreno e della possibilità di sfruttare gli ostacoli naturali, l'evoluzione degli "alberi" di sviluppo che rendevano disponibili unità via via più variegate tra loro e la crescita esponenziale della potenza degli hardware domestici, capaci di gestire intelligenze artificiali più creative di quella di un battaglione d'autoblindo-lemming in grado solo di compiere assalti frontali suicidi, ha rivoluzionato quelle realtà pionieristiche già da anni, è vero.
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Però scommetto che nessuno di voi si era mai sognato di poter gestire quasi diecimila (non è un numero buttato là!) varietà d'unità da combattimento, componibili e personalizzabili in una miriade di combinazioni possibili dalle quali, è ovvio, dipenderanno i vostri successi come comandante. Quest'aspetto, che non mancherà di mandare in sollucchero gli appassionati del genere, e forse di terrorizzare chi è rimasto al Risiko o al massimo ad Axis & Allies sul tabellone di cartone, rappresenta, assieme ad un comparto tecnico davvero stupefacente, il punto di maggiore forza e distinzione dell'ultimo nato di casa Zuxxez. Dopo i successi di nicchia dei pur godibili Earth 2140 e 2150, il terzo capitolo della serie raddoppia la posta e scommette su un motore grafico proprietario (si chiama Earth-4, appunto) che stupisce fin dal primo momento, sfruttando al massimo il Pixel Shader 3.0 (per chi ce l'ha) con effetti, fondali e texture senza sbavature. Per quanto vi divertiate a ruotare le telecamere, zoomando o addirittura utilizzando l'inconsueta opzione di visuale in "prima persona", non vi riuscirà di metterlo in crisi nemmeno negli "affollamenti" di truppe più concitati. Chi non è ancora in possesso di un PC d'ultima generazione, comunque, può stare tranquillo. A differenza d'altri concorrenti, Battlefield 2 della EA in primis, E2160 è perfettamente configurabile anche su harware meno performanti, purché dotati di Pixel Shader 1.0, come minimo. Vi perderete il meglio, certo, ma l'effetto d'insieme resterà molto godibile e potreste perfino arrivare a pensare che sia giunto il momento di cambiare scheda grafica.
Se il video sbalordisce, il sonoro non è da meno, con effetti speciali degni di una produzione hollywoodiana. Fatta la dovuta eccezione per i tie-in di Star Wars, che possono sfruttare l'immortale colonna sonora di John Williams, è dai tempi di The Dig che non usciva un gioco di fantascienza con una colonna sonora musicale talmente memorabile da meritarsi un CD dedicato, contenuto all'interno della ricchissima confezione da collezione (quella con il led luminoso sulla scatola, per capirci).
La trama del gioco, invece, non brilla per particolare originalità. I creativi, tutti presi dalla grafica e dal gameplay, non devono aver perso il sonno ad inventare i nomi dei tre schieramenti umani del gioco, Dinastia Euroasiatica, Stati Uniti Civilizzati e Corporazione Lunare (quest'ultima composta, chissà perché, da un esercito di sole donzelle; che il mondo degli RTS stia cercando nuovi appassionati nel gentil sesso?). Quarto incomodo sono gli alieni, inopportunamente "invasi" dalle fazioni umane che hanno colonizzato il loro mondo dopo il collasso dell'ecosistema terrestre.
Ciascuno schieramento è fortemente distinto sia nelle costruzioni (quelle delle graziose ma temibili Lunari si sviluppano in altezza, come grattacieli soprelevabili, mente quelle Euroasiatiche sfruttano una tecnica "componibile" con edifici modulari uno accanto all'altro) che nelle unità da combattimento. Se dunque ogni fazione dovrà per forza di cose attingere alle stesse risorse, acqua, metallo e cristalli di silicio, il suo modo di farlo e di sfruttare il materiale estratto per produrre basi sempre più efficienti ed evolute e temibili armate d'invasione varierà da caso a caso.
La scelta dei mezzi spazia dalle aggraziate armature volanti delle Lunari ai tozzi e micidiali mech da guerra della UCS. Caso a parte gli alieni, dotati di un'inedita e interessante capacità di riprodursi ed evolversi attraverso un processo di scissione cellulare.
Una volta che avrete dotato la vostra base di un laboratorio di ricerca, poi, vedrete l'albero tecnologico dello sviluppo arricchirsi di una miriade inimmaginabile d'opzioni diverse.
A quel punto dovrete essere in grado di coniugare le capacità gestionali di un Eisenhower con quelle tattiche di un Patton per trionfare sul vostro avversario, evitando di farvi sorprendere con la guardia abbassata mentre state decidendo se montare un obice o un cannone anticarro sul vostro veicolo, o se dotarlo o no di corazzatura supplementare. Le combinazioni sono infinite al punto che, per quanto ci giocherete, sarà molto difficile che arriviate mai a sperimentarle tutte.
La gestione dei menu avviene attraverso un rivoluzionario HUD olografico in sovrimpressione, che sostituisce i classici quadri di controllo. Il consiglio è di dotarvi di un mouse veloce e reattivo e di fare un lungo training nella campagna in singolo, prima di avventurarvi sui server EarthNet per il multiplayer online. Là fuori c'è un sacco di gente cattiva pronta a fare a polpette le vostre sicurezze, amici miei!
Le unità prodotte, nella migliore tradizione degli RTS d'ultima generazione, accumulano esperienza e crescono di livello, conquistando l'abilità di svolgere meglio i loro compiti precipui. Attenti a non spedirle in missioni suicide, quindi, annientando in pochi avventati istanti gli sforzi maturati in molte partite. Dulcis in fundo, Earth 2160 prevede la presenza attiva degli eroi, personaggi dotati d'abilità speciali capaci, se utilizzati nel modo giusto, di fare la differenza tra la vittoria e una sicura disfatta.
Il piatto è ricco, insomma, adatto soprattutto ai palati dei più esigenti appassionati del genere RTS. Grazie alla longevità garantita dall'editor di mappe allegato nel DVD del gioco e dall'ottimo supporto online, E2160 rischia, a meno di clamorosi errori di marketing nel promuoverlo, di diventare il nuovo Starcraft, presenza immancabile sugli hard disk degli strateghi da tastiera più incalliti. L'unico dubbio, lo ripetiamo, a parte le riserve espresse su una certa inconsistenza della trama, è l'eccessiva complessità del titolo che lo rende non facilmente digeribile per chi non abbia mangiato da anni "pane e RTS". La curva d'apprendimento piuttosto ripida richiede diverse ore di gioco per iniziare a sentirsi padroni del meccanismo, rischiando di scoraggiare i giocatori occasionali o quelli che non hanno molto tempo da dedicare alla loro passione a causa d'altri impegni di lavoro e familiari.
Inoltre, lo diciamo ancora una volta, come ai tempi dell'uscita di Half Life 2, critichiamo la decisione di implementare un sistema di registrazione via Internet (o telefonico, dal momento che i tedeschi della Zuxxez, bontà loro, ammettono l'esistenza di persone che non desiderano collegarsi alla Rete) per "attivare" la copia del gioco e personalizzarla in questo modo collegandola ai dati personali del proprietario. E' vero che bisogna combattere la pirateria con ogni mezzo, ma riteniamo che uno dei metodi più validi visti i prezzi dei giochi originali, sia quello di consentire a chi acquista un titolo, di rivenderlo dopo averlo finito, o magari soltanto dopo essersi stufato di giocarlo. Il che rappresenta anche un'occasione per chi non dispone delle risorse per acquistarlo a prezzo pieno e non vuole una copia pirata.
La strategia ha cambiato volto, e non parliamo solo dell'aspetto estetico. Chi ama gli strategici in tempo reale, commetterebbe un vero e proprio atto di blasfemia, nei confronti della sua passione, a non cimentarsi con Earth 2160. A tutti gli altri, appassionati o meno di fantascienza e guerre sui monitor, suggeriamo un assaggio, magari attraverso una demo giocabile, prima di decidere di aggredire il piatto forte, per non rischiare un'indigestione. Il titolo Zuxxez, infatti, non conosce mezze misure, e non solo dal punto di vista tecnico. La sua complessità vi regalerà enormi soddisfazioni solo se vorrete e saprete spendere la giusta quantità di dedizione e volontà per scopriere gradualmente le mille e più sorprese del gioco. Per questo motivo non è decisamente destinato ai giocatori "mordi e fuggi".
L'avvento dei primi motori 3D, che iniziavano a tenere conto dei dislivelli nel terreno e della possibilità di sfruttare gli ostacoli naturali, l'evoluzione degli "alberi" di sviluppo che rendevano disponibili unità via via più variegate tra loro e la crescita esponenziale della potenza degli hardware domestici, capaci di gestire intelligenze artificiali più creative di quella di un battaglione d'autoblindo-lemming in grado solo di compiere assalti frontali suicidi, ha rivoluzionato quelle realtà pionieristiche già da anni, è vero.
table1
Però scommetto che nessuno di voi si era mai sognato di poter gestire quasi diecimila (non è un numero buttato là!) varietà d'unità da combattimento, componibili e personalizzabili in una miriade di combinazioni possibili dalle quali, è ovvio, dipenderanno i vostri successi come comandante. Quest'aspetto, che non mancherà di mandare in sollucchero gli appassionati del genere, e forse di terrorizzare chi è rimasto al Risiko o al massimo ad Axis & Allies sul tabellone di cartone, rappresenta, assieme ad un comparto tecnico davvero stupefacente, il punto di maggiore forza e distinzione dell'ultimo nato di casa Zuxxez. Dopo i successi di nicchia dei pur godibili Earth 2140 e 2150, il terzo capitolo della serie raddoppia la posta e scommette su un motore grafico proprietario (si chiama Earth-4, appunto) che stupisce fin dal primo momento, sfruttando al massimo il Pixel Shader 3.0 (per chi ce l'ha) con effetti, fondali e texture senza sbavature. Per quanto vi divertiate a ruotare le telecamere, zoomando o addirittura utilizzando l'inconsueta opzione di visuale in "prima persona", non vi riuscirà di metterlo in crisi nemmeno negli "affollamenti" di truppe più concitati. Chi non è ancora in possesso di un PC d'ultima generazione, comunque, può stare tranquillo. A differenza d'altri concorrenti, Battlefield 2 della EA in primis, E2160 è perfettamente configurabile anche su harware meno performanti, purché dotati di Pixel Shader 1.0, come minimo. Vi perderete il meglio, certo, ma l'effetto d'insieme resterà molto godibile e potreste perfino arrivare a pensare che sia giunto il momento di cambiare scheda grafica.
Se il video sbalordisce, il sonoro non è da meno, con effetti speciali degni di una produzione hollywoodiana. Fatta la dovuta eccezione per i tie-in di Star Wars, che possono sfruttare l'immortale colonna sonora di John Williams, è dai tempi di The Dig che non usciva un gioco di fantascienza con una colonna sonora musicale talmente memorabile da meritarsi un CD dedicato, contenuto all'interno della ricchissima confezione da collezione (quella con il led luminoso sulla scatola, per capirci).
La trama del gioco, invece, non brilla per particolare originalità. I creativi, tutti presi dalla grafica e dal gameplay, non devono aver perso il sonno ad inventare i nomi dei tre schieramenti umani del gioco, Dinastia Euroasiatica, Stati Uniti Civilizzati e Corporazione Lunare (quest'ultima composta, chissà perché, da un esercito di sole donzelle; che il mondo degli RTS stia cercando nuovi appassionati nel gentil sesso?). Quarto incomodo sono gli alieni, inopportunamente "invasi" dalle fazioni umane che hanno colonizzato il loro mondo dopo il collasso dell'ecosistema terrestre.
Ciascuno schieramento è fortemente distinto sia nelle costruzioni (quelle delle graziose ma temibili Lunari si sviluppano in altezza, come grattacieli soprelevabili, mente quelle Euroasiatiche sfruttano una tecnica "componibile" con edifici modulari uno accanto all'altro) che nelle unità da combattimento. Se dunque ogni fazione dovrà per forza di cose attingere alle stesse risorse, acqua, metallo e cristalli di silicio, il suo modo di farlo e di sfruttare il materiale estratto per produrre basi sempre più efficienti ed evolute e temibili armate d'invasione varierà da caso a caso.
La scelta dei mezzi spazia dalle aggraziate armature volanti delle Lunari ai tozzi e micidiali mech da guerra della UCS. Caso a parte gli alieni, dotati di un'inedita e interessante capacità di riprodursi ed evolversi attraverso un processo di scissione cellulare.
Una volta che avrete dotato la vostra base di un laboratorio di ricerca, poi, vedrete l'albero tecnologico dello sviluppo arricchirsi di una miriade inimmaginabile d'opzioni diverse.
A quel punto dovrete essere in grado di coniugare le capacità gestionali di un Eisenhower con quelle tattiche di un Patton per trionfare sul vostro avversario, evitando di farvi sorprendere con la guardia abbassata mentre state decidendo se montare un obice o un cannone anticarro sul vostro veicolo, o se dotarlo o no di corazzatura supplementare. Le combinazioni sono infinite al punto che, per quanto ci giocherete, sarà molto difficile che arriviate mai a sperimentarle tutte.
La gestione dei menu avviene attraverso un rivoluzionario HUD olografico in sovrimpressione, che sostituisce i classici quadri di controllo. Il consiglio è di dotarvi di un mouse veloce e reattivo e di fare un lungo training nella campagna in singolo, prima di avventurarvi sui server EarthNet per il multiplayer online. Là fuori c'è un sacco di gente cattiva pronta a fare a polpette le vostre sicurezze, amici miei!
Le unità prodotte, nella migliore tradizione degli RTS d'ultima generazione, accumulano esperienza e crescono di livello, conquistando l'abilità di svolgere meglio i loro compiti precipui. Attenti a non spedirle in missioni suicide, quindi, annientando in pochi avventati istanti gli sforzi maturati in molte partite. Dulcis in fundo, Earth 2160 prevede la presenza attiva degli eroi, personaggi dotati d'abilità speciali capaci, se utilizzati nel modo giusto, di fare la differenza tra la vittoria e una sicura disfatta.
Il piatto è ricco, insomma, adatto soprattutto ai palati dei più esigenti appassionati del genere RTS. Grazie alla longevità garantita dall'editor di mappe allegato nel DVD del gioco e dall'ottimo supporto online, E2160 rischia, a meno di clamorosi errori di marketing nel promuoverlo, di diventare il nuovo Starcraft, presenza immancabile sugli hard disk degli strateghi da tastiera più incalliti. L'unico dubbio, lo ripetiamo, a parte le riserve espresse su una certa inconsistenza della trama, è l'eccessiva complessità del titolo che lo rende non facilmente digeribile per chi non abbia mangiato da anni "pane e RTS". La curva d'apprendimento piuttosto ripida richiede diverse ore di gioco per iniziare a sentirsi padroni del meccanismo, rischiando di scoraggiare i giocatori occasionali o quelli che non hanno molto tempo da dedicare alla loro passione a causa d'altri impegni di lavoro e familiari.
Inoltre, lo diciamo ancora una volta, come ai tempi dell'uscita di Half Life 2, critichiamo la decisione di implementare un sistema di registrazione via Internet (o telefonico, dal momento che i tedeschi della Zuxxez, bontà loro, ammettono l'esistenza di persone che non desiderano collegarsi alla Rete) per "attivare" la copia del gioco e personalizzarla in questo modo collegandola ai dati personali del proprietario. E' vero che bisogna combattere la pirateria con ogni mezzo, ma riteniamo che uno dei metodi più validi visti i prezzi dei giochi originali, sia quello di consentire a chi acquista un titolo, di rivenderlo dopo averlo finito, o magari soltanto dopo essersi stufato di giocarlo. Il che rappresenta anche un'occasione per chi non dispone delle risorse per acquistarlo a prezzo pieno e non vuole una copia pirata.
La strategia ha cambiato volto, e non parliamo solo dell'aspetto estetico. Chi ama gli strategici in tempo reale, commetterebbe un vero e proprio atto di blasfemia, nei confronti della sua passione, a non cimentarsi con Earth 2160. A tutti gli altri, appassionati o meno di fantascienza e guerre sui monitor, suggeriamo un assaggio, magari attraverso una demo giocabile, prima di decidere di aggredire il piatto forte, per non rischiare un'indigestione. Il titolo Zuxxez, infatti, non conosce mezze misure, e non solo dal punto di vista tecnico. La sua complessità vi regalerà enormi soddisfazioni solo se vorrete e saprete spendere la giusta quantità di dedizione e volontà per scopriere gradualmente le mille e più sorprese del gioco. Per questo motivo non è decisamente destinato ai giocatori "mordi e fuggi".
Earth 2160
8
Voto
Redazione
Earth 2160
C'erano una volta i carrarmatini di Command & Conquer e le goffe navette di Starcraft. Archeologia informatica, una volta che avrete assaporato il motore grafico di Earth 2160, in grado di lasciare sbalorditi anche gli smanettoni più progrediti. Capace di spremere fino all'ultima oncia il vostro hardware, il gioco s'adatta, con le opportune tarature, anche alle macchine meno performanti. Purtroppo, a fronte di un'eccellenza tecnica ineccepibile e di un gameplay ricco di opzioni, il titolo si rivela appesantito dall'eccessiva macchinosità, oltre che da una trama inconsistente che nemmeno la presenza degli eroi riesce a migliorare. Questi difetti e un marketing anche troppo discreto rischiano di relegarlo nella nicchia degli appassionati hardcore, come avvenne per l'ottimo, ma da molti ignorato, Ground Control.