ECW Hardcore Revolution

di Redazione Gamesurf
Anche il ring é totalmente configurabile e possiamo sostituire le corde col filo spinato (barbed wire) batterci in una gabbia d'acciaio (steel cage match) ed infine, usare vari oggetti contundenti contro gli avversari (principalmente sedie, quelle che nei match dal vero sono fatte di cartone) nella modalità deathmatch. Tutti questi generi di incontro si rilevano anche nella modalità carriera (career) dove possiamo scegliere che tipi di match disputare, se spettacoli per la pay TV (dove verrà dato molto spazio alle presentazioni e agli slogan dei vari lottatori) sfide estreme (tipo deathmatch su ring di filo spinato) o quegli eventi particolari tipo la battle royal, scontri uno contro tre e via dicendo. La mente vacilla di fronte a tutte queste opzioni e varianti, comunque, anche se all'inizio ci occorrerà qualche minuto, riusciremo in poco tempo a portare i nostri lottatori sul ring, per affrontate quella che poi é la parte fondamentale del gioco

THE SHOW MUST GO ON
Molta parte di ECW Hardcore Revolution é dedicata allo spettacolo e a tutte quelle esibizioni sfacciate senza cui il wrestling americano non sarebbe tale. Gli atleti vestono ciascuno i panni di modelli ben identificabili nella società statunitense: c'é l'afro-americano stile estremista delle pantere nere (Angel), il papino in vacanza sull'isola tropicale (Mack Daddy), l'ispano-portoghese caliente e danzante (Dorine) e via stereotipando. La tristezza é che questi sono tutti lottatori realmente esistenti e praticanti, quindi il gioco ci dà un'idea di quanto sia pilotato e artefatto questo sport negli USA. Le introduzioni di ciascun lottatore durano circa mezzo minuto, durante il quale i wrestler si esibiscono nelle loro entrate collaudate
L'ambiente generale é atipico e frammentario: su spalti che sembrano spuntare dal nulla (il pubblico non é disposto su gradinate decrescenti, tipo anfiteatro, ma pare trovarsi tutto al livello del suolo) si agitano folle, realizzate tramite texture abbastanza dettagliate, che si muovo in modo piuttosto realistico. Una volta sul ring, preparatevi a un primo piano di ciascun atleta che sciorina il suo slogan minaccioso contro l'avversario, in tinta con il pugilistico "ti spiezzo in due". Questa inquadratura rivela già la mediocre realizzazione tecnica dei lottatori: i modelli hanno un livello di dettaglio poligonale piuttosto basso, texture appena nella norma e nessuna animazione visibile nella zona del volto, né a livello poligonale (snodatura della mandibola) né tramite texture (cambiamento dell'espressione). Procediamo al match vero e proprio