El Shaddai Ascension of the Metatron

di Massimiliano Balistreri
Ignition Entertainment, già nota agli appassionati per la creazione di Deadly Premonition, un survival horror piuttosto controverso ma con alcuni spunti interessanti, torna alla ribalta videoludica con un titolo decisamente originale, che si ritaglia una nicchia tutta sua nella produzione attuale, generalmente piuttosto stereotipata.

El Shaddai rappresenta una libera interpretazione del libro di Enoch, un testo sacro ebraico incentrato sulle vicende del bisnonno di Noé. Nei panni di Enoch appunto, sarete incaricati dal Sommo in persona di svolgere un'importante missione: scendere sulla terra ed individuare sette angeli caduti dal paradiso, ritenuti responsabili dalle alte sfere celesti della corruzione del genere umano. Il vostro scopo ultimo, avvalendovi della collaborazione del vostro angelo custode Lucifel e dei quattro arcangeli, sarà purificare i reietti del paradiso prima che le loro azioni ignominiose facciano sprofondare definitivamente l'umanità nella più totale oscurità.
Il comparto narrativo del gioco si presenta piuttosto complicato e criptico nei primi istanti di una nuova partita e non sarà di facile ed immediata comprensione, visto e considerato che la trama tenderà comunque a dipanarsi mentre le vostre azioni saranno richieste a schermo e non unicamente nel corso di cut scene di cui sarete spettatori.



L'impatto col titolo é di sicuro effetto, prevalentemente grazie ad un comparto grafico di grande effetto scenografico, nonostante dal punto di vista prettamente tecnico non risulti avvalersi di particolari virtuosismi. L'atmosfera eterea ed onirica che pervade i primi movimenti di Enoch mentre cercherà di capire i dettagli della sua missione riesce alla perfezione a far immergere il giocatore nello spirito di El Shaddai, che a dispetto della sua natura intrinseca di slash'em'up con elementi platform, cerca di porsi quasi come un'esperienza audio-visiva originale per il giocatore, riuscendovi per la verità piuttosto bene.

Lucifel vi accompagnerà per tutta la durata del lungo tutorial e vi spiegherà per filo e per segno ciò che potrete fare e quello che il paradiso si aspetta da voi. Dopo aver preso un minimo di dimestichezza coi comandi ed esservi sbarazzati dei primi nemici che si pareranno sulla vostra strada, potreste commettere l'errore di "bollare" il titolo come un action game da completare pestando a caso sui pulsanti, fino al completamento di ogni livello. Dopo poco invece, presentandosi antagonisti via via più tosti da battere, ci si rende conto di come una buona padronanza dei comandi avanzati offerti dal gameplay ed una ricerca di combo di attacco varie ed imprevedibili risulterà fondamentale per poter proseguire nell'avventura, in modo analogo a quanto ci era capitato di sperimentare ad esempio in Ninja Gaiden, titolo apparentemente semplicistico nelle sue prime battute e via via più profondo e complesso.





Oltre all'utilizzo di combo originali e svariate, sarà fondamentale capire l'importanza delle parate e dell'appropriazione delle armi degli avversari, che poi potrete, una volta purificate, utilizzare contro loro stessi, con risultati devastanti. Risulta quindi evidente, dopo qualche ora di gioco, che El Shaddai riesce ad essere un ottimo action game, curato e ben bilanciato ma nel contempo mantenere quello spessore e quell'originalità che, vuoi per i temi trattati, vuoi per la cura artistica con cui vengono presentati, lo rendono un gioco unico nel suo genere. Una menzione particolare va indirizzata alla cura riposta nella scelta dei colori, davvero spettacolari e nel sistema di illuminazione degli ambienti di gioco, elementi che concorrono in larga misura a fornire alle scenografie quel livello di spettacolarità e di immersività che rendono il gioco così particolare e ricercato.

Tecnicamente, come dicevamo pocanzi, il gioco non é certo paragonabile al livello di complessità di alcune recenti produzioni per console next gen, nonostante riesca a mostrare ottimi spunti. Il livello di dettaglio poligonale lascia un pochino a desiderarema in compenso le animazioni sono realizzate davvero bene e rendono le azioni dei personaggi sempre credibili e mai innaturali. E' un peccato che la fluidità con cui l'engine si muove non sia ancorata ai 60 frame per secondo, framerate tenuto dal gioco per la maggior parte del tempo, nonostante alcuni fastidiosi rallentamenti tendano a minarlo in più di una occasione.

Il comparto audio si allinea alla qualità già evidenziata in quello grafico, potendo contare su effetti assolutamente adatti all'azione, su voci particolarmente ispirate, in particolare selezionando il doppiaggio originale giapponese, e su musiche azzeccate, tutte ovviamente di stampo religioso e sempre decisamente evocative ed adatte alle vicende presentate su schermo.