El Shaddai Ascension of the Metatron
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Infine, il tasto L1 é deputato alla “purificazione”, azione che serve sia per riportare l'arma spirituale in uso alla sua completa efficienza (cosa che ricorda il “togliere il sangue” dalle spade dei vari Oneechanbara) ma anche come presa sui nemici storditi, con tanto di furto dell'arma. A tal proposito, nel corso del gioco avremo a disposizione solo tre tipi di armi: possono sembrare poche ma in realtà sono estremamente differenti tra loro e cambiano di molto l'approccio al gioco. Infine, avanzando potremo entrare in speciali modalità di attacco aiutati dagli Arcangeli, mentre in alcune fasi saremo disarmati e dovremo farci strada utilizzando solo pugni e calci, frangente in cui risaltano le straordinarie animazioni plastiche del protagonista.
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Interessante poi il modo in cui il gioco gestisce la dipartita del protagonista: invece di rispedirci semplicemente al checkpoint precedente, potremo lottare contro la stessa morte martellando i tasti del pad, facendo riaprire gli occhi di Enoch e continuando così la battaglia; tale pratica diverrà sempre più ardua di morte in morte, rendendo poi inevitabile il game over ed il ritorno al salvataggio.
La progressione si snoda attraverso un'esplorazione spesso lineare (magari con qualche sporadico bivio foriero di bonus), alternata a brevi fasi platform; la gestione di salto, doppio salto e planata é semplice nei controlli ma purtroppo non ottimale nella fisica e nella rappresentazione a video. Fortunatamente, nelle affascinanti fasi 2D il platforming guadagna parecchio smalto, ma di contro il lato picchiaduro (quando presente) va a perdere in profondità. Inoltre come diversivo, ad un certo punto del gioco avremo una lunga fase di guida distruttiva, decisamente spettacolare e divertente anche se ben poco profonda. L'avanzare nel gioco é vario nel complesso, ma é comunque scandito da diversi punti in cui c'é davvero poco da fare: bisognerà solo avanzare ammirando il paesaggio, spaccando qualche elemento e “godendosi l'atmosfera”. Questo approccio dello stile sopra la sostanza é in genere riuscito ma risulta talvolta stucchevole, perché i design audiovisivo benché ammirevole non é sempre tale da sostenere da sola questi momenti morti, soprattutto verso l'inizio del gioco.
Ma i punti di forza di El Shaddai vanno oltre al mero aspetto ludico. Tutto il gioco é infatti intriso di uno stile grafico estremamente ricercato, vario, eclettico, impreziosito da una colonna sonora decisamente evocativa. Intendiamoci, tecnicamente parlando il gioco ha parecchi difetti: in primis l'aliasing, ovvero le “scalettature” sui bordi degli oggetti che risultano molto visibili e danno un po' fastidio in un contesto come questo che punta parecchio sull'estetica in stile pittorico. Lo stesso polycont degli ambienti é modesto, così come la complessità del character design che pare strizzare l'occhio ai classici della scorsa generazione.
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Ma la vera forza é l'eclettico mix che si viene a creare a video: personaggi finemente tratteggiati si muovono su fondali a carboncino o su dipinti astratti alla Kandinskj, su stampe giapponesi o tavole inchiostrate a china. Ambienti surreali ed eterei, di volta in volta leggeri come nuvole o pesanti come macigni. L'essenzialità tecnica della grafica coadiuva i 60 FPS (non fissi, purtroppo), che esaltano le movenze feline del protagonista mentre inanella attacchi, salti e schivate in maniera estremamente elegante. Il tutto é impreziosito dalla fantastica colonna sonora, davvero ispirata, varia ed evocativa. Tra tante influenze artistiche, non mancano nemmeno alcuni rimandi alla cultura popolare: abbiamo notato infatti dei piccoli riferimenti ai Comics americani, a Tron, ai Cavalieri dello Zodiaco, a Jojo ed addirittura a Michael Jackson.
La prima tornata di gioco durerà orientativamente tra le 10 e le 12 ore, al che verranno sbloccate le modalità Hard ed Extra dove le cose si faranno più impegnative ed il gameplay immediato mostrerà la sua vera profondità nascosta. Bizzarro comunque come lo stesso Lucifero riveli al giocatore, verso l'inizio dell'avventura, che impegnandosi é possibile finire il gioco entro 7 ore, ma in questo caso parliamo di una sorta di speed-run per giocatori esperti. La localizzazione italiana comprende i soli sottotitoli, tradotti in maniera onesta ma non privi di piccole sbavature.
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Interessante poi il modo in cui il gioco gestisce la dipartita del protagonista: invece di rispedirci semplicemente al checkpoint precedente, potremo lottare contro la stessa morte martellando i tasti del pad, facendo riaprire gli occhi di Enoch e continuando così la battaglia; tale pratica diverrà sempre più ardua di morte in morte, rendendo poi inevitabile il game over ed il ritorno al salvataggio.
La progressione si snoda attraverso un'esplorazione spesso lineare (magari con qualche sporadico bivio foriero di bonus), alternata a brevi fasi platform; la gestione di salto, doppio salto e planata é semplice nei controlli ma purtroppo non ottimale nella fisica e nella rappresentazione a video. Fortunatamente, nelle affascinanti fasi 2D il platforming guadagna parecchio smalto, ma di contro il lato picchiaduro (quando presente) va a perdere in profondità. Inoltre come diversivo, ad un certo punto del gioco avremo una lunga fase di guida distruttiva, decisamente spettacolare e divertente anche se ben poco profonda. L'avanzare nel gioco é vario nel complesso, ma é comunque scandito da diversi punti in cui c'é davvero poco da fare: bisognerà solo avanzare ammirando il paesaggio, spaccando qualche elemento e “godendosi l'atmosfera”. Questo approccio dello stile sopra la sostanza é in genere riuscito ma risulta talvolta stucchevole, perché i design audiovisivo benché ammirevole non é sempre tale da sostenere da sola questi momenti morti, soprattutto verso l'inizio del gioco.
Ma i punti di forza di El Shaddai vanno oltre al mero aspetto ludico. Tutto il gioco é infatti intriso di uno stile grafico estremamente ricercato, vario, eclettico, impreziosito da una colonna sonora decisamente evocativa. Intendiamoci, tecnicamente parlando il gioco ha parecchi difetti: in primis l'aliasing, ovvero le “scalettature” sui bordi degli oggetti che risultano molto visibili e danno un po' fastidio in un contesto come questo che punta parecchio sull'estetica in stile pittorico. Lo stesso polycont degli ambienti é modesto, così come la complessità del character design che pare strizzare l'occhio ai classici della scorsa generazione.
Ma la vera forza é l'eclettico mix che si viene a creare a video: personaggi finemente tratteggiati si muovono su fondali a carboncino o su dipinti astratti alla Kandinskj, su stampe giapponesi o tavole inchiostrate a china. Ambienti surreali ed eterei, di volta in volta leggeri come nuvole o pesanti come macigni. L'essenzialità tecnica della grafica coadiuva i 60 FPS (non fissi, purtroppo), che esaltano le movenze feline del protagonista mentre inanella attacchi, salti e schivate in maniera estremamente elegante. Il tutto é impreziosito dalla fantastica colonna sonora, davvero ispirata, varia ed evocativa. Tra tante influenze artistiche, non mancano nemmeno alcuni rimandi alla cultura popolare: abbiamo notato infatti dei piccoli riferimenti ai Comics americani, a Tron, ai Cavalieri dello Zodiaco, a Jojo ed addirittura a Michael Jackson.
La prima tornata di gioco durerà orientativamente tra le 10 e le 12 ore, al che verranno sbloccate le modalità Hard ed Extra dove le cose si faranno più impegnative ed il gameplay immediato mostrerà la sua vera profondità nascosta. Bizzarro comunque come lo stesso Lucifero riveli al giocatore, verso l'inizio dell'avventura, che impegnandosi é possibile finire il gioco entro 7 ore, ma in questo caso parliamo di una sorta di speed-run per giocatori esperti. La localizzazione italiana comprende i soli sottotitoli, tradotti in maniera onesta ma non privi di piccole sbavature.