Ember
di
Nato dalla passione degli sviluppatori per i classici giochi di ruolo, Ember si affaccia sul mercato videoludico con lo scopo di riportarci indietro nel tempo, quando le ambientazioni fantasy erano dense di storie da raccontare e quando noi giocatori venivamo, letteralmente, costretti ad armarci di pazienza ed abilità al fine di leggere ogni singolo dialogo. La barra spaziatrice era la nostra migliore amica ed i personaggi disponibili, personalizzabili per vestiario ed abilità, rappresentavano il perfetto alter-ego per diventare una leggenda.
La trama di questo titolo narra di un mondo avvolto dall'oscurità, che in passato venne salvato da alcune stelle cadenti che vennero chiamate in seguito Ember. Alcuni potenti druidi riuscirono ad imbrigliare la potenza di queste materie luminose, ma non appena ne venne scoperto l'infinito potere l'uomo iniziò a ricercarle per catturarle. In un mondo prossimo alla distruzione il giocatore crea il proprio personaggio come un Lightbringer, letteralmente un portatore di luce evocato per difendere le ultime Ember morenti rimaste nel mondo.
Come di consueto non aspettatevi nessuna creazione fantasmagorica munita del migliore degli equipaggiamenti celesti, dato che prenderete vita all'interno di un dungeon abbandonato popolato da creature reiette, quali ragni e ratti giganti. interessante notare fin da subito che il sistema di gioco non prevede la scelta di una vera e propria razza o classe, ma gestisce i differenti stili di gioco grazie alla scelta dei punti caratteristica da spendere ad ogni level up, seguiti a ruota libera da una serie di oggetti equipaggiamento che vi forniranno, una volta indossati, diverse abilità.
Gli approcci più gettonati variano dal guerriero in mischia al mago, visto che i punti caratteristica acquistabili sono Forza, Destrezza, Intelligenza e Vita. Potrete dunque essere un prode guerriero che predilige il combattimento in mischia, ma nessuno vi vieterà di poter diventare un ranger abile nell'uso della magia. Come abbiamo indicato poco sopra, le abilità sono associate al tipo di oggetto che andrete ad equipaggiare, quindi una volta rispettati i requisiti minimi di caratteristica per indossarli non avrete problemi ad essere essenzialmente ciò che preferite. Attenzione però che il level up prevede l'acquisizione di soli due punti caratteristica, quindi dovrete scegliere saggiamente cosa aumentare al fine di essere efficienti almeno in una classe.
I pannelli di gestione dell'inventario rispecchiano in tutto e per tutto lo stile classico, tranne per il fatto che la modalità di presentazione lascia il modello a griglia visto in un Baldur's Gate per creare una lista organizzata per generi, dove potremo racimolare un massimo di novantanove oggetti differenti. Tale pannello, consultabile con il tipico tasto I, si accompagna spesso con quello del personaggio richiamato da C, che oltre ai punteggi caratteristica mostra gli slot dove inserire armi, armature, elmi ed anelli.
Il sistema é basico, ma allo stesso tempo efficace. Sembra infatti che gli sviluppatori si siano concentrati maggiormente sul creare una storia convincente ed un mondo di gioco caratteristico in grado di sostenerla, dato che la maggior parte degli scenari che abbiamo esplorato con i nostri personaggi é risultato piacevolmente arredato e ricco di dettagli.
Oltre all'interfaccia immediata e semplice da gestire, gli sviluppatori hanno previsto anche un sistema di quest funzionale che permette ai giocatori di esplorare la mappa e trovare, consultando il tasto M, dei punti di interesse contrassegnati da un punto interrogativo. I medesimi fungono da quest giver e, moltissime volte, riguardano missioni secondarie che possono regalarvi qualche elemento in più legato alla zona che state esplorando o meglio alla storia dell'ambientazione.
Capiterà di dover consultare la libreria dei Goblin per rimediare un libro utile a farci conoscere le nostre origini di Lightbringer, ma nulla ci vieterà di essere coinvolti da altri goblin per scoprire particolari piani di rappresaglia o interessanti esperimenti legati a delle pietre magiche maledette. Questi sono ovviamente soltanto degli esempi, ma é doveroso sottolineare da parte nostra la cura con cui sono state confezionate le missioni sia per i dialoghi che per la loro attuazione. Unico neo la mancanza di localizzazione, dato che il titolo é disponibile in lingua inglese senza alcun tipo di sottotitolo. Un vero peccato, considerato che l'esperienza rischia di appesantirsi vista la mole di contenuti da leggere.
Abbiamo parlato dell'inventario e dell'interfaccia, ma nel gioco potrete anche gestire altri personaggi che seguiranno il protagonista nella sua missione.
Ebbene quest'ultimi vengono gestiti grazie ad un pannello superiore semplice ed intuitivo, utilissimo per tenere sott'occhio la barra della vitalità e del mana ripristinabili grazie all'utilizzo delle pozioni dedicate. E se finiscono? Semplice. Come in Baldur's Gate, anche Ember prevede un sistema che permette al gruppo di dormire, ripristinando completamente le energie ed aggiungendo un utile bonus all'esperienza, che varia chiaramente dal numero di volte che utilizzerete questa possibilità. Il combattimento, invece, prevede uno scontro dinamico che può anche essere interrotto da qualche pausa di riflessione, utile per decidere la tattica vincente da sfruttare per vincere alle difficoltà più elevate. Qualora stiate andando ad una morte certa, potrete anche cercare di battervela in ritirata, così da uscire dalla zona dello scontro e ripristinare una porzione della barra vitale dei vostri compagni morti.
Ultimo, ma non per importanza, il sistema di crafting, che vi permetterà di costruire oggetti di uso comune (come armi, pozioni e molto altro) che potrà arricchire la vostra esperienza di gioco rendendovi praticamente indipendenti da qualsivoglia mercante esoso.
La grafica semplice permette al gioco di girare senza troppi requisiti tecnici importanti, considerato che il grosso del calcolo serve solamente a rappresentare gli elementi interagibili in campo, seguiti da alcuni effetti grafici e dal campionamento delle ombre nello scenario. Anche gli eventi climatici aggiungono un particolare pathos all'opera, permettendo dunque al giocatore di vivere un'avventura più realistica ed avvincente.
Portatori di luce
La trama di questo titolo narra di un mondo avvolto dall'oscurità, che in passato venne salvato da alcune stelle cadenti che vennero chiamate in seguito Ember. Alcuni potenti druidi riuscirono ad imbrigliare la potenza di queste materie luminose, ma non appena ne venne scoperto l'infinito potere l'uomo iniziò a ricercarle per catturarle. In un mondo prossimo alla distruzione il giocatore crea il proprio personaggio come un Lightbringer, letteralmente un portatore di luce evocato per difendere le ultime Ember morenti rimaste nel mondo.
Come di consueto non aspettatevi nessuna creazione fantasmagorica munita del migliore degli equipaggiamenti celesti, dato che prenderete vita all'interno di un dungeon abbandonato popolato da creature reiette, quali ragni e ratti giganti. interessante notare fin da subito che il sistema di gioco non prevede la scelta di una vera e propria razza o classe, ma gestisce i differenti stili di gioco grazie alla scelta dei punti caratteristica da spendere ad ogni level up, seguiti a ruota libera da una serie di oggetti equipaggiamento che vi forniranno, una volta indossati, diverse abilità.
Gli approcci più gettonati variano dal guerriero in mischia al mago, visto che i punti caratteristica acquistabili sono Forza, Destrezza, Intelligenza e Vita. Potrete dunque essere un prode guerriero che predilige il combattimento in mischia, ma nessuno vi vieterà di poter diventare un ranger abile nell'uso della magia. Come abbiamo indicato poco sopra, le abilità sono associate al tipo di oggetto che andrete ad equipaggiare, quindi una volta rispettati i requisiti minimi di caratteristica per indossarli non avrete problemi ad essere essenzialmente ciò che preferite. Attenzione però che il level up prevede l'acquisizione di soli due punti caratteristica, quindi dovrete scegliere saggiamente cosa aumentare al fine di essere efficienti almeno in una classe.
I pannelli di gestione dell'inventario rispecchiano in tutto e per tutto lo stile classico, tranne per il fatto che la modalità di presentazione lascia il modello a griglia visto in un Baldur's Gate per creare una lista organizzata per generi, dove potremo racimolare un massimo di novantanove oggetti differenti. Tale pannello, consultabile con il tipico tasto I, si accompagna spesso con quello del personaggio richiamato da C, che oltre ai punteggi caratteristica mostra gli slot dove inserire armi, armature, elmi ed anelli.
Il sistema é basico, ma allo stesso tempo efficace. Sembra infatti che gli sviluppatori si siano concentrati maggiormente sul creare una storia convincente ed un mondo di gioco caratteristico in grado di sostenerla, dato che la maggior parte degli scenari che abbiamo esplorato con i nostri personaggi é risultato piacevolmente arredato e ricco di dettagli.
Paese che vai…
Oltre all'interfaccia immediata e semplice da gestire, gli sviluppatori hanno previsto anche un sistema di quest funzionale che permette ai giocatori di esplorare la mappa e trovare, consultando il tasto M, dei punti di interesse contrassegnati da un punto interrogativo. I medesimi fungono da quest giver e, moltissime volte, riguardano missioni secondarie che possono regalarvi qualche elemento in più legato alla zona che state esplorando o meglio alla storia dell'ambientazione.
Capiterà di dover consultare la libreria dei Goblin per rimediare un libro utile a farci conoscere le nostre origini di Lightbringer, ma nulla ci vieterà di essere coinvolti da altri goblin per scoprire particolari piani di rappresaglia o interessanti esperimenti legati a delle pietre magiche maledette. Questi sono ovviamente soltanto degli esempi, ma é doveroso sottolineare da parte nostra la cura con cui sono state confezionate le missioni sia per i dialoghi che per la loro attuazione. Unico neo la mancanza di localizzazione, dato che il titolo é disponibile in lingua inglese senza alcun tipo di sottotitolo. Un vero peccato, considerato che l'esperienza rischia di appesantirsi vista la mole di contenuti da leggere.
Abbiamo parlato dell'inventario e dell'interfaccia, ma nel gioco potrete anche gestire altri personaggi che seguiranno il protagonista nella sua missione.
Ebbene quest'ultimi vengono gestiti grazie ad un pannello superiore semplice ed intuitivo, utilissimo per tenere sott'occhio la barra della vitalità e del mana ripristinabili grazie all'utilizzo delle pozioni dedicate. E se finiscono? Semplice. Come in Baldur's Gate, anche Ember prevede un sistema che permette al gruppo di dormire, ripristinando completamente le energie ed aggiungendo un utile bonus all'esperienza, che varia chiaramente dal numero di volte che utilizzerete questa possibilità. Il combattimento, invece, prevede uno scontro dinamico che può anche essere interrotto da qualche pausa di riflessione, utile per decidere la tattica vincente da sfruttare per vincere alle difficoltà più elevate. Qualora stiate andando ad una morte certa, potrete anche cercare di battervela in ritirata, così da uscire dalla zona dello scontro e ripristinare una porzione della barra vitale dei vostri compagni morti.
Ultimo, ma non per importanza, il sistema di crafting, che vi permetterà di costruire oggetti di uso comune (come armi, pozioni e molto altro) che potrà arricchire la vostra esperienza di gioco rendendovi praticamente indipendenti da qualsivoglia mercante esoso.
La grafica semplice permette al gioco di girare senza troppi requisiti tecnici importanti, considerato che il grosso del calcolo serve solamente a rappresentare gli elementi interagibili in campo, seguiti da alcuni effetti grafici e dal campionamento delle ombre nello scenario. Anche gli eventi climatici aggiungono un particolare pathos all'opera, permettendo dunque al giocatore di vivere un'avventura più realistica ed avvincente.