Emperor
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Un emissario sulla sua portantina si avvicina alla città passando tra le risaie e contemplando il diligente lavoro dei braccianti con l'acqua alle caviglie. In lontananza scorge una cava d'argilla e con facilità pensa che a poca distanza si possano trovare delle fornaci per la produzione di finissime ceramiche. Superato il mulino, nota il santuario ancestrale fare bella mostra di se subito oltre le mura residenziali, confine tra la campagna e le abitazioni della gente, quest'ultime circondate da pozzi, giardini e torri d'ispezione.
Gli rimane solo di raggiungere l'esattoria, che sa trovarsi tra il mercato e il forte militare, per consegnare la sua richiesta di commercio, sperando di trovare, al suo prossimo viaggio, una stazione merci dove consegnare le sete e le giade della sua città.Questo, in una descrizione d'atmosfera, è quello che succedeva all'alba dell'Impero Cinese.
Questo è quello che troverete in Emperor.
Emperor la nascita dell'Impero Cinese è indubbiamente un gioco di tipo gestionale, ossia quel genere di giochi che ha probabilmente nel mitico "SimCity" l'indiscusso capostipite (c'era qualcosa anche prima, probabilmente, ma il primo SimCity diede sicuramente una svolta al genere). In esso ci troveremo pertanto ad assumere il governo di una città che dovremo guidare dalla nascita attraverso le sue varie fasi evolutive fino a condurla a scambi commerciali o militari con le città vicine.
Ho definito questo tipo di gestione "antica" per due motivi: il primo è che l'ambientazione, vale a dire quella dell'antica Cina, è sicuramente una delle più antiche del globo, e forse per questo una delle più interessanti e suggestive; il secondo è che il sistema scelto per ricrearla, vale a dire la gestione punta e clicca bidimensionale isometrica, è una delle più antiche e blasonate (inteso come fedeli e funzionali) utilizzate in campo videoludico.
Gli scettici penseranno sicuramente: "allora non c'è niente di nuovo!". Forse, ma forse no... vediamolo più in dettaglio.