Empire Earth 3

Empire Earth 3
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L'innovazione del modo di fare la guerra è stato il motore dell'evoluzione della specie umana, il perfezionamento delle armi di distruzione di massa è la spada di Damocle che al giorno d'oggi pende costantemente sui popoli di ogni terra.
Cogliere con una sola opera, con un solo videogames, tutte le infinite sfaccettature dell'evoluzione dell'ars bellica non è impresa facile, ma è quello che finora ha tentato Sierra con la sua serie di strategici Empire Earth, qui al terzo capitolo.
EE3 esordisce in un periodo difficile: World in Conflict, con il suo modo innovativo di vivere il campo di battaglia, Supreme Commander, che fa della maestosità e della massificazione del conflitto il suo asso nella manica, aggiunti a una miriade di altri titoli strategici, costituiscono nell'insieme un avversario che non va trascurato. Ma bando alle ciance, ed andiamo a scoprire cosa nasconde l'ultimo lavoro di casa Maddoc. La guerra per il mondo ha inizio...

Un drappello di cavalieri in movimento
Un drappello di cavalieri in movimento
I nostri stanno conquistando un edificio
I nostri stanno conquistando un edificio
Gli scontri nei pressi dei guadi saranno frequenti
Gli scontri nei pressi dei guadi saranno frequenti

WORLD DOMINATION
Ovvero la novità di questo capitolo: una enorme mappa geografica che rappresenta il globo terrestre, diviso in una quindicina di macroscopiche regioni, che si ispira naturalmente al capostipite di questa innovazione stilistica e concettuale (la serie Total War, regina di ogni gioco di strategia militare). Scarna graficamente, poco intuitiva nella gestione delle truppe e dozzinale sotto molti aspetti, diciamocela tutta, non è propriamente il massimo che si poteva fare e non è decisamente quello che ci aspettavamo.
Da questa mappa possiamo decidere che specificazione (militare, imperiale, tecnologica) assegnare alle singole regioni sotto il nostro controllo, quali ricerche iniziare, quali scoperte sfruttare subito (trascinando l'icona relativa sulla regione in cui usarla, scomodissimo) e come gestire la diplomazia, tutte cose che in effetti potremmo fare in una partita di un rts qualunque.
La modalità WD è, senza tanti giri di parole, la "turnizzazione" di una schermaglia base, con in più solo il paradosso della facilità con cui anche una piccola armata può controllare territori enormi (tutto l'Ovest Europa è una singola regione, lo stesso dicasi per l'Oceania e cosi via), e qualche buona idea a fare da contorno.

Il nostro più grande rammarico va tuttavia alla mancanza di una serie di missioni storiche (magari con eroi, eventi imprevisti ecc..) ambientate direttamente sul territorio, dato che la campagna, in EE3, è semplicemente una World Domination che può essere vista dagli occhi di uno dei tre popoli principali (Est, Ovest e Medio Orientali su cui torneremo in seguito).
Ogni battaglia che si origina dall'incontro di due eserciti sulla mappa strategica va risolta con uno scontro sul terreno stesso (per favore, evitiamo a priori di parlare della risoluzione automatica delle battaglie..).
Dati alla mano, in questo capitolo abbiamo 5 ere (Antica, Medievale, Moderna, Coloniale, Futuro) e 3 fazioni principali, che si dividono ulteriormente in svariati gruppuscoli differenti perlopiù nel nome o in alcune unità esclusive o bonus di civiltà.
La fazione dell'Ovest è lo zoccolo duro del gioco: può costruire imponenti muri di cinta, case per alimentare la propria necessità di manodopera, monumenti per ingraziarsi le popolazioni native, può contare su mezzi di supporto disciplinati e corazzati, e nelle epoche future su svariati golem di ferrosa imponenza, ma porta con sé un inquietante retaggio di già visto.

Molto più interessante la fazione medio - orientale, che ha un grande vantaggio tattico: la possibilità, udite udite, di impacchettare e portare in salvo gli edifici in caso di grave pericolo. Aggiungiamo a questo l'invisibilità della maggior parte delle unità, un svariato campionario di trucchetti da a disposizione delle spie navigate ( bellissime le bombe artigianali) e l'eccezionale freschezza del concept - design delle unità del Futuro (motociclette e fanteria di svariato genere) e otterremo la fazione più accattivante dell'intero gioco.
E infine la fazione Orientale: qui i concetti di qualità e quantità trovano l'ideale punto d'incontro nella possibilità di costituire orde sciamanti di economiche truppe di fanteria e, ancora una volta, nei futuristici esperimenti di bio ingegneria che solcano il martoriato campo di battaglia sotto forma di granchi meccanizzati (ma poi saranno davvero granchi? Mah!). Ce n'è per tutti i gusti, sebbene poi la divisione così rappresentata non è né particolarmente varia, né inedita (Paraworld ci presenta una divisione delle fazioni piuttosto simile).

Ancora un assedio:gli Ateniesi capitoleranno presto
Ancora un assedio:gli Ateniesi capitoleranno presto
Ecco cosa intendiamo per costruzioni in serie. Oltretutto questo rende ogni città un inestricabile groviglio di mezzi e strutture. Che sia una cosa voluta?
Ecco cosa intendiamo per costruzioni in serie. Oltretutto questo rende ogni città un inestricabile groviglio di mezzi e strutture. Che sia una cosa voluta?
I nostri cadetti pronti a fronteggiare la minaccia a suon di frombole
I nostri cadetti pronti a fronteggiare la minaccia a suon di frombole

MECCANISMI MACHIAVELLICI
Eccoci catapultati in una schermaglia tipica, la battaglia che ha fatto la fortuna di ogni rts alla Age of Empires, in cui si inizia con un centro città e qualche unità (o l'armata in questione) e il cui scopo è l'assoggettamento di ogni avversario.
Partiamo subito in quarta, dicendo che EE3 eredita dal secondo capitolo una fastidiosa tendenza all'accorpamento nella gestione delle materie prime: ogni risorsa della mappa è inesauribile, e per iniziare a sfruttarla basta costruirci sopra un magazzino, al cui interno possiamo assumere un paio di lavoratori in più, oltre a quelli ordinari, per aumentare la produzione.
Tutte le risorse accumulate in questo modo vengono classificate come materiali grezzi (Raw Material), mentre quelle originate dal commercio dei mercati/bazar con i vari centri città accrescono la riserva di oro.
La mappa di gioco è, in aggiunta, costellata di piccoli tesori di oro e materiali grezzi (qualcuno ha detto Age of Empires 3? ) che possono essere raccolti senza alcuno sforzo o, in alcuni casi, uccidendo la piccola guarnigione "autoctona" che li controlla: sconcertante notare come spesso e volentieri, giocando nell'era Moderna o in quella Futura, questi guardiani vadano comunque armati con archi e clave.
Alcuni piccoli templi / baracche di addestramento poi si basano sullo stesso concetto, solo che qui, una volta sconfitta la guardia autoctona, è possibile conquistare l'edificio (un po' come in Act Of War) per inquadrare tra i propri tanghi le unità speciali che esso può produrre.
Riprendendo la formula del secondo episodio ogni mappa è divisa in diverse regioni che bisogna conquistare, tramite la costruzione di un centro città, o assoggettare tramite alleanze varie.
Il tutto è scandalosamente facile, ed anche per un semplice motivo: l'infima intelligenza artificiale che muove le truppe avversarie. Qui non vogliamo rigirare il coltello nella piaga, ma quando si vede un nemico incapace di attaccare, il cui unico interesse è costruire mercati e edifici uguali tutti in serie e senza alcun criterio o strategia generale, viene il dubbio che per risolvere tutto una patch non basti.

Nel complesso, manca tanto la varietà generale (pochissima scelta riguardo una specifica unità all'interno della stessa fazione, che non può essere ulteriormente sviluppata se non passando all'era successiva) quanto la fedeltà storica, immolata in nome dell'accozzaglia di luoghi comuni che vuole racchiudere l'intero arco della storia umana in cinque soli periodi storici.
La formula, riuscita nel primo episodio e traballante nel secondo, qui fallisce; EE3 assolve alla funzione di raccogliere una decina di ottime idee maturate negli anni sulla pelle di altri titoli, consentendo con delle ricerche l'accesso a particolari e interessanti tecniche, come lo scavare una trincea, usare automaticamente la modalità "evitare lo scontro corpo a corpo" o armare l'artiglieria con gas altamente letali o proiettili radioattivi (cosa che penalizza terribilmente le unità di fanteria) e riesce, nella gestione della guerra aerea, addirittura a miscelare bene raid di bombardieri "a chiamata" e possibilità di guidare manualmente alcune unità come gli elicotteri d'assalto; tuttavia, nella stesura dei piani di attacco rimane incagliato in così tanti intoppi di programmazione da scoraggiare anche il più bendisposto dei giocatori.

SPETTACOLO? FORSE
Alti e bassi, come per tutto questo titolo, anche quando si parla di resa grafica.
La grafica è pesante e soli in parte ottimizzata (la qualità delle texture si abbassa in automatico negli scontri più affollati), ma in ogni caso è decisamente inferiore a quella che i primi screen lasciavano intendere; eccelle in particolari sprazzi di lucidità artistica (gli edifici, le rese cromatiche di molte unità futuristiche, le distruzioni e i crolli graduali delle strutture durante un bombardamento) ma non regge quando si parla di animazioni e di combattimenti. Qui siamo al ridicolo, con fanti che colpiscono i nemici a distanze esagerate, e lente palle di cannone che danneggiano anche chi riesce in realtà a schivarle (cosa che non accade in titoli anche di svariati anni fa, come Age of Kings).
Per non parlare poi del terribile modo in cui si muovono le unità da un punto all'altro, incolonnandosi in file chilometriche a seconda del numero di truppe presenti nella selezione, e non permettendo nessuna formazione di battaglia particolare. Quasi un disastro, questo Empire Earth 3, se non fosse che il ritmo in alcuni frangenti regge, e che, non volendo giudicare senza prima aver visto gli effetti di una (urgentissima) patch, non condanniamo unilateralmente.
La modalità World Domination offre una serie di sfide all'interno della contesa dei singoli territori piuttosto valide, e provare tutte le unità di ogni fazione e di ogni epoca storica sarà un piacere per i più smaliziati, che godranno della variopinta interpretazione della guerra del futuro qui fornita. Il tutto è completato da un editor e da una modalità multiplayer che non possiamo naturalmente ora come ora testare a fondo, ma una cosa appare chiara: Empire Earth 3 non regge la concorrenza.
Speriamo solo in un quarto capitolo che, con una vera campagna singleplayer dotata del giusto carisma e una degna preparazione, potrà salvare il buon nome della serie.

Uno screen della modalità World Domination
Uno screen della modalità World Domination
In primo piano le motociclette armate dell'alleanza medio-orientale. Sullo sfondo i cargo a 4 ruote.
In primo piano le motociclette armate dell'alleanza medio-orientale. Sullo sfondo i cargo a 4 ruote.
Ancora le nostre motociclette che irrompono attraverso l'artiglieria nemica, qui armata con proiettili chimici.
Ancora le nostre motociclette che irrompono attraverso l'artiglieria nemica, qui armata con proiettili chimici.

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