Empires Apart
Empires Apart è uno strategico in tempo reale dall’anima duplice, in equilibrio tra passato e futuro. Se il primo identifica un tempo verbale che ha segnato l’infanzia di molti gamer, a cavallo della trentina maggiormente, il secondo sottolinea il momento in cui questo genere tenta di trovare una propria collocazione sugli scaffali videoludici.
Un binomio temporale importante quanto produttivo, capace di lasciarci titoli di spessore nonché portabandiera di un settore esplosivo e importante come quello dell’eSport.
Dopo aver avuto il piacere di passare qualche pomeriggio in compagnia della beta, qui le nostre fatiche, siamo recentemente entrati in possesso del codice completo della fatica tutta italiana di DESTINYbit, rimanendo compiaciuti dalle modifiche compiute sui vari difetti riscontrati.
LA CONQUISTA PARTE DA NOI STESSI
L’evoluzione delle meccaniche di gioco, legate al genere suddetto, mostra le sue caratteristiche peculiari sin dalla selezione della modalità. Ogni civiltà inserita nel roster ha delle peculiarità uniche, da soppesare nel giusto modo per combinare il vostro stile di gioco al popolo scelto per l’occasione. Come scritto nell’articolo precedente il reperimento delle risorse è praticamente lo stesso (cibo, legname, oro e pietra), fondamentali per garantire l’evoluzione stessa della civiltà, divisa tra militare e mercantile.
La caratterizzazione delle fazioni occupa un posto di rilievo tra i pregi di Empires Apart, se non altro perché quest’ultime sembrano state ideate apposta tenendo conto del loro background storico.
I Mongoli fanno del nomadismo la loro forza, regalando ai giocatori la possibilità di cambiare spesso il luogo degli accampamenti, affidandosi alla forza della cavalleria quando è necessario difendersi durante gli spostamenti. Ma ci sono anche altri casi, anch’essi particolari, dove compaiono ad esempio poteri magici come quelli del generale bizantino Belisario, capace di evocare un esercito fantasma, oppure attingere alle capacità di cura del cavaliere Rolando.
Oltre alle unità eroiche, che rappresentano una colonna portante dello sviluppo della civiltà durante la partita, ogni fazione gode di truppe uniche con caratteristiche differenti ed edifici particolari, creando una maggiore diversificazione nonché difficoltà durante lo svolgimento dei match.
Gli Aztechi sono ad esempio dotate di meno unità militari, ma godono di potenziamenti interessanti che possono capovolgere l’esito di un match, come le truppe a distanza Cinesi, capaci di tenere testa anche alle truppe corazzate. Degni di citazione sono anche i Bizantini e i Francesi, due popoli più standard e adatti praticamente a qualsiasi stile di gioco, anche quello più entry level.
Le molteplici prospettive diversificano leggermente i match svolti sia in singolo giocatore, contro l’IA, che in multiplayer, ma la sensazione è che molti tendano a selezionare spesso le stesse civiltà.
PENSATO PER IL MULTIPLAYER?
Come avevamo accennato in sede di hands on, Empires Apart sembra sviluppato apposta per enfatizzare la modalità multigiocatore, lasciando letteralmente le briciole a chi, invece, chiede ad uno strategico in tempo reale, una modalità single player più classica. DESTINYbit ha inserito poche cose per sopperire a questa necessità, pensando che una schermaglia contro il computer potesse colmare quel vuoto enorme, anche se accompagnata da sfide o modalità sopravvivenza, che dopo qualche partita non riescono a tenere propriamente vivo l’interesse e la voglia nel proseguire oltre.
I problemi dell’IA ballerina riscontrati durante l’hands on sono stati fortunatamente risolti, ma capita ogni tanto che i nemici si blocchino nei pattern all'interno della mappa, con spiacevoli conseguenze che è giusto elencare come difetti. Niente di imbarazzante, sia ben chiaro, ma comunque un neo di cui tener conto soprattutto in funzione delle poche scelte selezionabili nel gioco in solitario.
D’altronde, come tutti ormai sappiamo per questo genere di giochi, creare una modalità multigiocatore solida e duratura nel tempo non è cosa semplice, se non altro perché quest’ultima richiede un’attenzione ai bilanciamenti sempre costante, legata inoltre alla possibilità di aggiornare spesso il roster magari inserendo nuove unità, oppure aggiornando le abilità a corredo e così via.
Questo particolare importante è una croce difficile da trasportare per lungo tempo, motivo che ci rende particolarmente dubbiosi sulla sopravvivenza/longevità del titolo su lungo tempo.
UNA PROPRIA IDENTITA’
Al netto delle caratteristiche elencate, Empires Apart si differenzia dai suoi consanguinei per una grafica particolare e unica nel suo genere, in grado di tirare fuori una personalità colorata e gradevole sotto ogni aspetto.
Anche l’interfaccia di gioco sembra essere pensata per non occupare troppo lo schermo, considerato che elimina la maggior parte delle UI ingombranti per lasciare posto a dei semplici indicatori a scomparsa, utilissimi per gestire le unità con efficacia e senza troppe distrazioni. L’intenzione, a nostro avviso, è stata quella di creare un supporto completamente user friendly, capace di venire incontro a ogni tipologia di giocatore, senza però banalizzarne i contenuti e le meccaniche intrinseche del gameplay.