Enchanted Portals – Quando la Magia non Basta – Recensione PC
Un gioco ispirato agli anni '30 che cerca di replicare il successo di Cuphead, ma manca di originalità.
La creatività è la capacità di generare idee, concetti, opere o soluzioni originali e innovative attraverso il processo mentale.
Giorno dopo giorno, artisti, inventori e innovatori si dedicano con passione nel creare nuovi prodotti, o magari esperienze inedite. Tuttavia, è importante riconoscere che alle spalle di questo processo esiste un’ombra piuttosto pericolosa, rappresentata dal fantasma della ripetitività.
Attenzione però: non vi è nulla di fondamentalmente scorretto nell'attingere da ciò che è stato precedentemente creato; al contrario, l'abilità di trarre ispirazione costituisce un elemento essenziale nel processo creativo. Per questo diventa importante far valere una certa esperienza, soprattutto perché il pericolo di venir ridotto a semplice “copia carbone” è praticamente dietro l’angolo.
Spesso, nel medium videoludico, nuovi prodotti sembrano emulare formule di successo, cercando di catturare la stessa magia che ha reso celebri i loro predecessori. Questo approccio è perfettamente legittimo, lo abbiamo visto con tanti titoli di ogni genere, dai soulslike agli RPG, ma è imperativo che tali titoli apportino contributi originali e unici alla formula, manifestando insomma una propria identità. In soldoni, hanno in qualche modo il dovere di distinguersi all'interno del panorama generale e offrire ai consumatori una ragione convincente per accoglierli.
Il caso di oggi riguarda un run’n’gun sviluppato da Xixo Games Studio, titolato Enchanted Portals, che sul fronte stilistico appare completamente ispirato da Cuphead, dato che i disegni sembrano usciti fuori da una reclame di cartoni animati stile anni ’30.
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Enchanted Portals – Non sempre lo Stile è Tutto!
Il gioco si apre con un filmato in stile cartoonesco, pronto a proporci le disavventure di Bobby e Penny, due maghi alle prime armi che, giocando un po’ come l’apprendista stregone Topolino in Fantasia, si ritrovano ad aprire un portale che li risucchia al suo interno, portandosi dietro anche il libro magico usato per generarlo.
Da qui ha inizio la nostra avventura, giocabile sia da soli che in compagnia fino a due giocatori, nel quale sarà necessario combattere per riottenere il libro e portare a casa salva la pelle. Sembra un compito semplice, ma in realtà i dieci livelli disegnati per l’occasione presentano in realtà molteplici difficoltà, rappresentate da tutta quella serie di elementi ben noti nel panorama dedicato ai platform 2D.
Esistono tutta una serie di mostri disegnata in modo e maniera di adattarsi all’ambientazione proposta, come degli spettri in un albergo infestato, o degli alieni all’interno di un’astronave in orbita intorno alla Terra, e ognuno di loro rappresenta un moveset preciso, qui ragionato in funzione della tipologia di fuoco, o della traiettoria che seguirà per occupare lo schermo e colpirci senza indugio.
Il tutorial inizialmente non è molto d’aiuto, ma è chiaro che saranno le nostre abilità di salto, di scatto o schivata a permetterci di restare in vita il più a lungo possibile, insieme alla capacità di leggere velocemente l’aura che contornerà i mostri, che risponderà a tre colorazioni (verde, blu, rosso) corrispondente alla tipologia di magia in nostro possesso.
Se nei primi livelli l’opera risulta incalzante, complice la curiosità dello scoprire cosa accadrà successivamente, andando avanti si avverte al contrario una vera e propria marcia indietro, questo perché la storia non sembra presentare uno sviluppo intrigante o coinvolgente. I personaggi sono poco espressivi, si limitano a procedere raccontandoci gli eventi per mezzo di qualche cutscene riprodotta come un fumetto, solo che non esiste alcun tipo di dialogo scritto per coinvolgerci meglio, o per spiegarci magari il perché finiamo in un mondo piuttosto che un altro.
Si va avanti, si spara, si cerca di sopravvivere e stop. Dopo due livelli, se siete sopravvissuti, vi scontrerete con il boss di turno, sebbene quest’ultimi risultino poco credibili, un po’ privi di background.
Enchanted Portals – Dovrebbero inserire “Pazienza” tra le skill dei personaggi
Questo senso di spaesamento lo si avverte anche nel momento in cui si cerca di padroneggiare le serie di abilità in possesso dei nostri personaggi. Come detto poc’anzi, il tutorial non è molto chiaro e diciamo che la cosa migliore, almeno all’inizio, sta nel selezionare la difficoltà più bassa e cominciare a capire come muoversi nel mondo di gioco.
Saltare non è difficile, come sparare chiaramente, ma la difficoltà risiede nella capacità di alternare velocemente la tipologia di magia da usare, mentre su schermo si affollano tutta una serie di nemici, colpi e quant’altro, davvero difficili da sfidare a meno che non abbiate i riflessi di un jedi.
Esiste un attacco in mischia che si usa soltanto per distruggere i muri, e forse l’abilità più utile risulta essere quella dello scudo, questo perché in molti casi diventa obbligatorio fermarsi e parare sul posto. Schivare non è sempre un’opzione insomma, è importante che facciate subito i conti con questo concetto.
Le tre difficoltà proposte servono per mettere alla prova i più temerari: oltre a Facile e Normale esiste infatti una modalità Folle, pensata non solo per sbloccare degli achievement dedicati, ma anche per farvi completamente uscire di testa, a patto che non siate dei bonzi oltre che dei jedi (che poi le due cose un po’ si sovrappongono, no?!).
L’interfaccia di gioco è davvero minimale, questo perché risulta presente su schermo soltanto l’avatar dei due personaggi, circondate da un cerchio che con le colorazioni classiche ci farà capire lo stato della nostra vita. Oltre a ciò, troviamo una circonferenza luminosa che, una volta concluso il giro colpendo i nemici, ci permetterà di attivare un attacco magico più forte, chiamato per l’appunto Modalità Superpotenza.
Niente di così plateale, in pratica i nostri attacchi diventano solo più grandi e occupano più spazio sullo schermo. Il Game Over corrisponde a un numero di morti precise, che vi porterà semplicemente a ricominciare il livello da capo, conservando solo i progressi di sblocco nella macroarea dedicata ai portali.
A mancare in Enchanted Portals è la varietà: i mostri non presentano infatti una reale sfida presi da soli, si limitano a riempire lo scenario e a cambiare colore randomicamente giusto per farci cambiare a noi tipologia di sparo. Lo stesso accade con i boss, ce ne sono sei, che sebbene presentino delle fasi, in cui cambiano forma e tipologia di sparo, non riescono a salvare il prodotto nemmeno in calcio d’angolo.
Se la stessa fantasia di approccio fosse stata usata nella creazione dei mondi di gioco, forse sarebbe stato più divertente essere messi alla prova.
Enchanted Portals – Ok che sono gli anni ’30, però …
Il comparto tecnico del titolo sviluppato da Xixo Game Studios a nostro avviso risulta appena sufficiente, sia sul fronte visivo, oltre che sul comparto audio.
Nel primo caso troviamo un level design piuttosto spoglio, come se il carosello usato per lo sfondo sia praticamente tutto uguale, privo insomma di quegli orpelli che ne avrebbero caratterizzato meglio la realizzazione, come qualche effetto animato in più sullo sfondo.
Nel gioco si ha la sensazione di procedere su uno stampato tutto uguale, il che è un peccato perché certi livelli potevano essere molto più caratterizzati, come la foresta e la giungla, la seconda presenta un tempio per dire, finendo invece per essere completamente spogli.
Lo stesso vale per il comparto sonoro, che sembra presentare un’unica tracklist di sottofondo, qualche effetto per lo sparo e niente più. Per dire, non si ha nemmeno la sensazione di colpire i nemici perché non si sente un rumore corrispondente, stessa cosa quando si cambia tipologia di sparo, non dico di fare chissà che suono, ma qui si sono limitati semplicemente a campionare un suono molto anonimo.
Non dico di mettere il suono delle fiamme o dei cristalli di ghiaccio, ma ci siamo capiti insomma. Per tutte queste ragioni, è difficile immaginare che un giocatore abbia voglia di cimentarsi con una difficoltà Folle per rigiocarlo da capo, motivo che penalizzerà moltissimo la longevità del titolo.
Concludendo, ma non per importanza, va detto che il gioco supporta anche la possibilità di giocare con mouse e tastiera, sebbene questa pratica risulterà praticamente impossibile, complice una serie di tasti da premere in successione che si rivelerà più fattibile pad alla mano.
Versione Testata: PC
Voto
Redazione
Enchanted Portals – Quando la Magia non Basta – Recensione PC
In conclusione, Enchanted Portals, nonostante il suo evidente omaggio a Cuphead e uno stile visivo affascinante, non riesce a distinguersi. La mancanza di varietà nei livelli e una storia poco coinvolgente limitano il suo appeal, rendendolo una delle tante offerte di settore da lasciare purtroppo sullo scaffale. Se sei un fan dei run'n'gun classici, potrebbe comunque valere la pena di dargli un'occhiata, a patto di trovarlo a sconto.