End Game
In un mondo videoludico dove gli FPS e gli RPG sono oramai leaders indiscutibili del mercato, sta diventando sempre più difficile trovare giochi appartenenti ad altri generi; in particolare il genere sparatutto non produce titoli più o meno interessanti ormai da qualche anno, pur vantando tra le proprie file videogiochi blasonati come la serie "Time Crisis" di Namco e pur essendo prevista entro la fine dell'anno l'uscita di "The House of The Dead" di SEGA. Partendo probabilmente da questa considerazione e dal grande successo ottenuto in passato nelle sale giochi di tutto il mondo da questo tipo di giochi, la Empire Interactive in collaborazione con la Cunning Development ci presenta ora "End Game".
Distribuito in Italia da Leader, "End Game" si propone di diventare un temibile concorrente per giochi più pubblicizzati come quelli delle citate Namco e SEGA e di restituire un po' di meritata gloria a questo genere ultimamente forse troppo trascurato.
"End Game" fa sicuramente della trama, in pieno stile cyber-thriller, uno dei suoi punti di forza: vestendo i panni dell'incantevole Jade Cornell vi troverete nel bel mezzo della lotta tra Sold Octavian, sistema di intelligenza artificiale che combatte il terrorismo informatico, ed Euro Dream, multinazionale pronta a immettere sul mercato un aggiornamento della realtà virtuale in grado di soggiogare le menti degli umani; Sold Octavian avrà infatti bisogno di un aiuto umano per fronteggiare questo terribile pericolo, e contatterà voi per ricevere tale aiuto.
Seguendo lo story-line della vicenda sarete quindi catapultati in cinque nazioni diverse tra le quali, incredibilmente, è presente anche l'Italia e dovrete vedervela con orde di spietati nemici pronti a tutto per mettervi i bastoni tra le ruote.
Per struttura di gioco e game-play "End Game" si avvicina per moltissimi versi al capolavoro "Time Crisis" di Namco: tramite l'uso del controller o, meglio, di una pistola (la G-Con 2 o la G-con 45 sarebbero il massimo), dovrete infatti affrontare a viso aperto i nemici che tenteranno di sbarrarvi la strada, utilizzando i ripari che via via vi verranno messi a disposizione per ricaricare l'arma senza correre rischi (tenendo presente che i vostri nemici non useranno solo una pistola come voi per farvi fuori!); tuttavia rispetto ad esso presenta alcune peculiarità che da un lato lo rendono migliore ma dall'altro, per molti versi, anche assai meno coinvolgente.
In particolare la trama dell'intera vicenda dà un senso generale particolare e sicuramente avvincente al gioco, mentre la presenza di diversi sottogiochi dalla medesima struttura (trattasi della modalità 'Mighty Joe Yupiter') ma con una grafica molto più scanzonata alla "Point Blank", per intenderci nonché di diverse modalità ed opzioni aggiuntive segrete sbloccabili volta per volta (come la modalità ';Arcade' o la possibilità di sbloccare la modalità multiplayer cooperative match) contribuiscono ad accrescerne il valore complessivo.
End Game
End Game
E' un vero peccato che uno dei pochi giochi sparatutto disponibili sul mercato possieda alcuni difetti evidenti che ne minino il valore complessivo: pur avendo infatti uno story-line avvincente, di stampo prettamente cinematografico ed in puro stile cyber-thriller, coadiuvato da un sistema di gioco collaudato (alla "Time Crisis", per intenderci) e da una grafica di assoluto rispetto, "End Game" presenta una longevità condizionata dall'impossibilità di salvare le partite giocate ed un sistema di configurazione decisamente carente; oltretutto i troppi filmati, con i loro lunghissimi tempi di caricamento, spezzano in modo davvero fastidioso l'azione di gioco. E' vero che la presenza del ';Mighty Joe Jupiter' aumenta la longevità del gioco ed è assai divertente vista la caratterizzazione alla "Point Blank", ma francamente questo ci sembra troppo poco per permettere ad "End Game" di dare battaglia ai più blasonati "Time Crisis" e "The House Of The Dead". Restano comunque anche aspetti positivi, come la grafica decisamente al di sopra dello standard attuale e la completa interattività delle ambientazioni, che se usati come base di sviluppo potrebbero contribuire alla costruzione di un nuovo gioco in grado di diventare un esempio per gli altri.