Epic Mickey: Il Potere della Magia
di
Massimiliano Pacchiano
Un paio d'anni or sono abbiamo assistito all'uscita del primo Epic Mickey, titolo che era in cantiere già da parecchi anni. Disney assoldò nientemeno che il leggendario Warren Spector per dirigere il gioco, ma il risultato non fu totalmente all'altezza delle aspettative: il noto game designer é sicuramente più avvezzo a titoli ruolistici in prima persona come i suoi System Shock, Deus Ex, Ultima Underworld e Thief, ma aveva decisamente poca esperienza nel campo dei platform tutta azione come il gioco dedicato a Topolino. Ma passiamo ai giorni nostri: in contemporanea all'uscita di Epic Mickey 2 per le maggiori piattaforme di gioco, Disney ha prodotto anche questo spin-off per Nintendo 3DS. Siamo davanti ad un gioco decisamente diverso dai suoi due fratelli maggiori, che porta con sé un interessante aura retrò.
Il perché é presto detto: la grafica 2D in bilico tra il bitmap e l'illustrazione “a mano” strizza l'occhio all'era del videogioco 16bit. Epic Mickey su 3DS é infatti un omaggio al classico Mickey Mouse and the Castle of Illusion, grandissimo platform che fece epoca su Sega Megadrive e sui suoi “cuginetti minori” Master System e Game Gear. Questo si potrebbe evincere già dal titolo, se non fosse che il suo adattamento italiano lascia alquanto a desiderare. In origine infatti era The Power of Illusion, nome che andava ad omaggiare l'intera serie di platform Disney degli anni ‘90 (i vari World of Illusion, Land of Illusion, etc.) ma nell'edizione italiana si é optato per un banale e ridondante “Potere della Magia”. Non é toccata una miglior sorte al fratello maggiore per le console casalinghe che da “The Power of Two” é diventato “L'Avventura di Topolino e Oswald”.
E proprio Oswald, il “coniglietto (ben poco) fortunato” che la Disney dimenticò nei suoi archivi sin dagli anni '40, ci introduce a questa nuova avventura: mentre il nostro Topolino sta facendo una comoda pennichella sul suo divano, dallo schermo televisivo salta fuori Oswald ad avvertirlo che la perfida strega Mizrabel (quella di Biancaneve insomma) ha rapito diversi personaggi tra cui Minnie e li ha portati nel suo castello, situato ora nella terra dei cartoon dimenticati. In effetti dagli anni '90 é passato un bel po' di tempo, ed anche il Castello delle Illusioni presente nell'omonimo videogioco é caduto nel dimenticatoio. Mizrabel vuole assorbire il potere dei cartoon ancora noti per poter tornare alla ribalta, ma Topolino é deciso ad impedirlo ed a salvare la sua bella.
Il gioco inizia all'interno del castello, anziché nelle foreste come il suo illustre predecessore, ma immediatamente notiamo come alcune meccaniche siano rimaste invariate: Topolino può saltare in testa ai nemici per sconfiggerli grazie a delle sonore “culate”, le quali stavolta però non si eseguono premendo “giù” sul pad mentre si é in aria, ma semplicemente premendo il salto una seconda volta. Anche qui potremo sfruttare il rimbalzo per saltare più in alto, ma la novità é che stavolta tanto più ritarderemo la seconda pressione, tanto più in alto salteremo e più bonus otterremo dai nemici sconfitti. Ma non é certo tutto qui: sarà possibile effettuare un attacco vortice a corto raggio, che risulta efficace ma dalla ridottissima mobilità e durata. Come prevedibile si avanza saltando, eliminando i nemici e raccogliendo i bonus di denaro ed energia che si lasciano dietro.
Al posto delle mele di Castle of Illusion abbiamo il già noto pennello magico che può sparare vernice o solvente (indicati da apposite barre) e che può essere utilizzato per disegnare o cancellare determinate piattaforme ed altri elementi indicati sulla mappa posta nel touch screen in basso.Ogni qualvolta vorremo creare o eliminare qualcosa dovremo affrontare una sorta di minigame in cui disegneremo i contorni dell'oggetto o cancelleremo il tutto grazie al pennino del 3DS. Tale azione ha anche un risvolto tattico, in quanto disegnando riempiremo una barra speciale che ci potenzierà per un breve lasso di tempo, mentre cancellando potremo guadagnare soldi toccando delle bolle sulla vernice prima che scompaiano. Queste fasi di disegno però a volte si fanno troppo invasive spezzando eccessivamente l'azione, e costringendo il giocatore a prendere e posare il pennino a più riprese (pennino che per la cronaca, nel 3DS é posto in posizione decisamente più scomoda e difficile da raggiungere che non nel vecchio DS). Inizialmente potremo solo attivare e disattivare i disegni evidenziati nella mappa, ma avanzando nel gioco sarà possibile ottenere dei “bozzetti”, ovvero degli oggetti e personaggi da disegnare che potremo posizionare dovunque vogliamo nell'area di gioco. Anche se avremo elementi e personaggi da usare, la vera svolta nel gioco arriverà quando acquisiremo il bozzetto “piattaforma”, utilissimo a raggiungere zone prima inaccessibili.
Tra un livello e l'altro potremo visitare la Fortezza, luogo dove troveremo tutti i personaggi Disney che avremo liberato lungo i livelli. Questa sezione aggiunge profondità al tutto, in quanto potremo accettare le side-quest dei personaggi (che solitamente consistono nel trovare determinati oggetti), migliorare le loro stanze e comprare potenziamenti con i soldi guadagnati nel corso del gioco. Le ricompense possono variare da power up di vario genere ad oggetti utili in altre side quest, ma soprattutto avremo la possibilità di guadagnare nuovi bozzetti. Alcuni di essi rappresentano gli stessi personaggi che ci aiuteranno nell'avventura, come ad esempio Pippo che lancerà palloni o Zio Paperone che saltellerà in giro per lo schermo uccidendo nemici col suo bastone-pogo, esattamente come accadeva nei due platform di Duck Tales su Nintendo NES. Insomma, carne al fuoco ce n'é tanta, ed anche se inizialmente il gioco sembra un blando platform, avanzando avremo sempre più elementi e la difficoltà si innalzerà esponenzialmente, offrendoci una buona sfida.
A tratti il gioco ci ha ricordato l'ottimo Henry Hatsworth per DS, anche se fortunatamente non si raggiungono quasi mai i livelli di difficoltà e intricata bastardezza del platform-puzzler EA. L'atmosfera di Power of Illusion si discosta notevolmente da quella del vecchio “Castle”: l'originale aveva un sapore da fiaba, quasi l'impressione di muoversi all'interno di primitivi dipinti bitmap; il nuovo capitolo invece ci offre un'eterogenea ed altalenante sensazione di spostarci all'interno di cartoline illustrate tratte da diversi classici Disney. Ognuno dei tre mondo di gioco é infatti ispirato ad un film, con tanto di boss correlato: ciascuna ala del castello viene magicamente trasfigurata in una differente ambientazione disneyana, dall'Isola che non c'é (alla fine della quale ci aspetta un terribile Capitan Uncino) alla Agrabah di Jaffar passando per l'oceano di Ariel. I fan del vecchio platform quindi non troveranno molti punti in comune a livello di atmosfera, ma gli appassionati della filmografia Disney saranno senz'altro appagati dall'offerta audiovisiva.
Purtroppo le ambientazioni sono anche il problema più grande del gioco, in quanto abbiamo solo questi tre “mondi” che comprendono in totale solo 11 livelli e 3 boss. La longevità é allungata dalle sidequest e da tutto il lato semi-ruolistico, infatti sarà opportuno rigiocare i livelli per trovare tutti i personaggi da salvare, i bonus e gli oggetti per le sidequest. Completando tutto al 100% si possono superare le 9 ore di gioco; ma se si va dritti sparati verso la fine, potenziando il minimo indispensabile, l'avventura può durare anche meno di 6 ore (e attenzione che il timer del gioco bara, andando avanti persino quando si é in standby). Il fatto che sulla copertina ufficiale sia presente anche una porta che dà sul Paese delle Meraviglie, con tanto di boss-Regina che sbircia accigliata ci fa supporre che il gioco sarebbe dovuto essere più lungo, ma che sia stato poi ridotto a soli 3 mondi per mancanza di tempo o di fondi. Questo é un grosso peccato, ed é il motivo principale per cui un gioco potenzialmente ottimo si riduce ad un qualcosa di appena discreto.
Veniamo quindi al fattore tecnico: come già detto la grafica fonde piacevoli ambientazioni illustrate a personaggi rigorosamente bitmap. Il risultato é decisamente pregevole (non fate caso al brutto Topolino in CG che campeggia in copertina, quello all'interno del gioco é di tutt'altra pasta!) soprattutto per quanto riguarda l'attenzione ai dettagli e l'estrema cura delle animazioni. Non mancano le citazioni: oltre al già citato Paperone tratto dai vecchi platform di Duck Tales abbiamo anche piccole chicche come i blocchi schiacciatutto di Super Mario con il volto di Pietro Gambadilegno sopra, dei micro-cavalieri in armatura che sembrano citare gli alieni-centurioni dei Looney Tunes o ancora le tartarughe-gambadilegno che richiamano i Koopa Troopa del primo Mario Bros, e che vanno uccise in maniera similare. La trasposizione in bitmap dei più noti personaggi Disney (da Peter Pan ad Aladdin, dalla Bestia a Paperino) é estremamente curata e pregevole, sia nelle forme che nelle animazioni.
Passiamo infine ai fondali ed al relativo effetto 3D, capitolo che necessita di una piccola parentesi. Anche se gli ambienti sono davvero molto belli, ottimamente illustrati e con un effetto “diorama” (concesso dal parallasse e dal 3D) generalmente buono, non abbiamo potuto fare a meno di notare diverse sbavature nella stereoscopia che ci hanno fatto storcere il naso. Abbiamo alcuni livelli dove gli “strati” degli ambienti sono ben distanziati tra loro e la messa in scena é pregevole; in molti altri casi però, gli strati di profondità si riducono solo a due o tre, accorpando più livelli di parallasse in un unico livello di profondità stereoscopica. L'effetto é quello di un diorama dove in alcuni strati vediamo due illustrazioni diverse scivolano una sull'altra, senza effettiva profondità. Inoltre abbiamo dei livelli “foreground” (primissimo piano) che risultano alla stessa profondità del piano di gioco, con un effetto estremamente piatto e fittizio. Quest'ultimo difetto é da imputare alla volontà, giustificatissima, di mettere il piano di gioco all'altezza esatta dello schermo, in modo che anche perdendo la messa a fuoco e spostando la console non si ha lo spiacevole “sdoppiamento” della visuale visto in altri titoli, se non negli strati più in profondità dove non si svolge l'azione. Il punto é che si sarebbe potuto fare in modo che il foreground “uscisse fuori” dal video: pur risultando tagliato sopra e sotto l'effetto sarebbe stato migliore. Se a ciò aggiungiamo altri piccoli errori tipo l'HUD sempre sovraimpresso anche in presenza di oggetti più ravvicinati (i quali dovrebbero in teoria coprirlo) o evidenti errori nei fondali come un'isolotto “tagliato” dal bordo video nel livello 3, abbiamo il quadro completo di un 3D non applicato sempre come si deve, ma che perlomeno ha il grosso pregio di non affaticare la vista.
Infine, il versante sonoro ci offre ottime musiche, sontuose ed orchestrali, che talvolta riprendono i temi dei film Disney o di Castle of Illusion. Gli effetti sono adeguati ma i dialoghi sono solo testuali, non parlati. Ogni qualvolta un personaggio prende la parola si sente un verso caratteristico fatto con la sua voce originale (ad esempio lo “Squerequeck” di paperino o le risate sataniche del boss di turno). La localizzazione italiana é buona: tutti i testi sono ben tradotti in italiano e rispettosi degli adattamenti cinematografici originali.
Il perché é presto detto: la grafica 2D in bilico tra il bitmap e l'illustrazione “a mano” strizza l'occhio all'era del videogioco 16bit. Epic Mickey su 3DS é infatti un omaggio al classico Mickey Mouse and the Castle of Illusion, grandissimo platform che fece epoca su Sega Megadrive e sui suoi “cuginetti minori” Master System e Game Gear. Questo si potrebbe evincere già dal titolo, se non fosse che il suo adattamento italiano lascia alquanto a desiderare. In origine infatti era The Power of Illusion, nome che andava ad omaggiare l'intera serie di platform Disney degli anni ‘90 (i vari World of Illusion, Land of Illusion, etc.) ma nell'edizione italiana si é optato per un banale e ridondante “Potere della Magia”. Non é toccata una miglior sorte al fratello maggiore per le console casalinghe che da “The Power of Two” é diventato “L'Avventura di Topolino e Oswald”.
E proprio Oswald, il “coniglietto (ben poco) fortunato” che la Disney dimenticò nei suoi archivi sin dagli anni '40, ci introduce a questa nuova avventura: mentre il nostro Topolino sta facendo una comoda pennichella sul suo divano, dallo schermo televisivo salta fuori Oswald ad avvertirlo che la perfida strega Mizrabel (quella di Biancaneve insomma) ha rapito diversi personaggi tra cui Minnie e li ha portati nel suo castello, situato ora nella terra dei cartoon dimenticati. In effetti dagli anni '90 é passato un bel po' di tempo, ed anche il Castello delle Illusioni presente nell'omonimo videogioco é caduto nel dimenticatoio. Mizrabel vuole assorbire il potere dei cartoon ancora noti per poter tornare alla ribalta, ma Topolino é deciso ad impedirlo ed a salvare la sua bella.
Il gioco inizia all'interno del castello, anziché nelle foreste come il suo illustre predecessore, ma immediatamente notiamo come alcune meccaniche siano rimaste invariate: Topolino può saltare in testa ai nemici per sconfiggerli grazie a delle sonore “culate”, le quali stavolta però non si eseguono premendo “giù” sul pad mentre si é in aria, ma semplicemente premendo il salto una seconda volta. Anche qui potremo sfruttare il rimbalzo per saltare più in alto, ma la novità é che stavolta tanto più ritarderemo la seconda pressione, tanto più in alto salteremo e più bonus otterremo dai nemici sconfitti. Ma non é certo tutto qui: sarà possibile effettuare un attacco vortice a corto raggio, che risulta efficace ma dalla ridottissima mobilità e durata. Come prevedibile si avanza saltando, eliminando i nemici e raccogliendo i bonus di denaro ed energia che si lasciano dietro.
Al posto delle mele di Castle of Illusion abbiamo il già noto pennello magico che può sparare vernice o solvente (indicati da apposite barre) e che può essere utilizzato per disegnare o cancellare determinate piattaforme ed altri elementi indicati sulla mappa posta nel touch screen in basso.Ogni qualvolta vorremo creare o eliminare qualcosa dovremo affrontare una sorta di minigame in cui disegneremo i contorni dell'oggetto o cancelleremo il tutto grazie al pennino del 3DS. Tale azione ha anche un risvolto tattico, in quanto disegnando riempiremo una barra speciale che ci potenzierà per un breve lasso di tempo, mentre cancellando potremo guadagnare soldi toccando delle bolle sulla vernice prima che scompaiano. Queste fasi di disegno però a volte si fanno troppo invasive spezzando eccessivamente l'azione, e costringendo il giocatore a prendere e posare il pennino a più riprese (pennino che per la cronaca, nel 3DS é posto in posizione decisamente più scomoda e difficile da raggiungere che non nel vecchio DS). Inizialmente potremo solo attivare e disattivare i disegni evidenziati nella mappa, ma avanzando nel gioco sarà possibile ottenere dei “bozzetti”, ovvero degli oggetti e personaggi da disegnare che potremo posizionare dovunque vogliamo nell'area di gioco. Anche se avremo elementi e personaggi da usare, la vera svolta nel gioco arriverà quando acquisiremo il bozzetto “piattaforma”, utilissimo a raggiungere zone prima inaccessibili.
Tra un livello e l'altro potremo visitare la Fortezza, luogo dove troveremo tutti i personaggi Disney che avremo liberato lungo i livelli. Questa sezione aggiunge profondità al tutto, in quanto potremo accettare le side-quest dei personaggi (che solitamente consistono nel trovare determinati oggetti), migliorare le loro stanze e comprare potenziamenti con i soldi guadagnati nel corso del gioco. Le ricompense possono variare da power up di vario genere ad oggetti utili in altre side quest, ma soprattutto avremo la possibilità di guadagnare nuovi bozzetti. Alcuni di essi rappresentano gli stessi personaggi che ci aiuteranno nell'avventura, come ad esempio Pippo che lancerà palloni o Zio Paperone che saltellerà in giro per lo schermo uccidendo nemici col suo bastone-pogo, esattamente come accadeva nei due platform di Duck Tales su Nintendo NES. Insomma, carne al fuoco ce n'é tanta, ed anche se inizialmente il gioco sembra un blando platform, avanzando avremo sempre più elementi e la difficoltà si innalzerà esponenzialmente, offrendoci una buona sfida.
A tratti il gioco ci ha ricordato l'ottimo Henry Hatsworth per DS, anche se fortunatamente non si raggiungono quasi mai i livelli di difficoltà e intricata bastardezza del platform-puzzler EA. L'atmosfera di Power of Illusion si discosta notevolmente da quella del vecchio “Castle”: l'originale aveva un sapore da fiaba, quasi l'impressione di muoversi all'interno di primitivi dipinti bitmap; il nuovo capitolo invece ci offre un'eterogenea ed altalenante sensazione di spostarci all'interno di cartoline illustrate tratte da diversi classici Disney. Ognuno dei tre mondo di gioco é infatti ispirato ad un film, con tanto di boss correlato: ciascuna ala del castello viene magicamente trasfigurata in una differente ambientazione disneyana, dall'Isola che non c'é (alla fine della quale ci aspetta un terribile Capitan Uncino) alla Agrabah di Jaffar passando per l'oceano di Ariel. I fan del vecchio platform quindi non troveranno molti punti in comune a livello di atmosfera, ma gli appassionati della filmografia Disney saranno senz'altro appagati dall'offerta audiovisiva.
Purtroppo le ambientazioni sono anche il problema più grande del gioco, in quanto abbiamo solo questi tre “mondi” che comprendono in totale solo 11 livelli e 3 boss. La longevità é allungata dalle sidequest e da tutto il lato semi-ruolistico, infatti sarà opportuno rigiocare i livelli per trovare tutti i personaggi da salvare, i bonus e gli oggetti per le sidequest. Completando tutto al 100% si possono superare le 9 ore di gioco; ma se si va dritti sparati verso la fine, potenziando il minimo indispensabile, l'avventura può durare anche meno di 6 ore (e attenzione che il timer del gioco bara, andando avanti persino quando si é in standby). Il fatto che sulla copertina ufficiale sia presente anche una porta che dà sul Paese delle Meraviglie, con tanto di boss-Regina che sbircia accigliata ci fa supporre che il gioco sarebbe dovuto essere più lungo, ma che sia stato poi ridotto a soli 3 mondi per mancanza di tempo o di fondi. Questo é un grosso peccato, ed é il motivo principale per cui un gioco potenzialmente ottimo si riduce ad un qualcosa di appena discreto.
Veniamo quindi al fattore tecnico: come già detto la grafica fonde piacevoli ambientazioni illustrate a personaggi rigorosamente bitmap. Il risultato é decisamente pregevole (non fate caso al brutto Topolino in CG che campeggia in copertina, quello all'interno del gioco é di tutt'altra pasta!) soprattutto per quanto riguarda l'attenzione ai dettagli e l'estrema cura delle animazioni. Non mancano le citazioni: oltre al già citato Paperone tratto dai vecchi platform di Duck Tales abbiamo anche piccole chicche come i blocchi schiacciatutto di Super Mario con il volto di Pietro Gambadilegno sopra, dei micro-cavalieri in armatura che sembrano citare gli alieni-centurioni dei Looney Tunes o ancora le tartarughe-gambadilegno che richiamano i Koopa Troopa del primo Mario Bros, e che vanno uccise in maniera similare. La trasposizione in bitmap dei più noti personaggi Disney (da Peter Pan ad Aladdin, dalla Bestia a Paperino) é estremamente curata e pregevole, sia nelle forme che nelle animazioni.
Passiamo infine ai fondali ed al relativo effetto 3D, capitolo che necessita di una piccola parentesi. Anche se gli ambienti sono davvero molto belli, ottimamente illustrati e con un effetto “diorama” (concesso dal parallasse e dal 3D) generalmente buono, non abbiamo potuto fare a meno di notare diverse sbavature nella stereoscopia che ci hanno fatto storcere il naso. Abbiamo alcuni livelli dove gli “strati” degli ambienti sono ben distanziati tra loro e la messa in scena é pregevole; in molti altri casi però, gli strati di profondità si riducono solo a due o tre, accorpando più livelli di parallasse in un unico livello di profondità stereoscopica. L'effetto é quello di un diorama dove in alcuni strati vediamo due illustrazioni diverse scivolano una sull'altra, senza effettiva profondità. Inoltre abbiamo dei livelli “foreground” (primissimo piano) che risultano alla stessa profondità del piano di gioco, con un effetto estremamente piatto e fittizio. Quest'ultimo difetto é da imputare alla volontà, giustificatissima, di mettere il piano di gioco all'altezza esatta dello schermo, in modo che anche perdendo la messa a fuoco e spostando la console non si ha lo spiacevole “sdoppiamento” della visuale visto in altri titoli, se non negli strati più in profondità dove non si svolge l'azione. Il punto é che si sarebbe potuto fare in modo che il foreground “uscisse fuori” dal video: pur risultando tagliato sopra e sotto l'effetto sarebbe stato migliore. Se a ciò aggiungiamo altri piccoli errori tipo l'HUD sempre sovraimpresso anche in presenza di oggetti più ravvicinati (i quali dovrebbero in teoria coprirlo) o evidenti errori nei fondali come un'isolotto “tagliato” dal bordo video nel livello 3, abbiamo il quadro completo di un 3D non applicato sempre come si deve, ma che perlomeno ha il grosso pregio di non affaticare la vista.
Infine, il versante sonoro ci offre ottime musiche, sontuose ed orchestrali, che talvolta riprendono i temi dei film Disney o di Castle of Illusion. Gli effetti sono adeguati ma i dialoghi sono solo testuali, non parlati. Ogni qualvolta un personaggio prende la parola si sente un verso caratteristico fatto con la sua voce originale (ad esempio lo “Squerequeck” di paperino o le risate sataniche del boss di turno). La localizzazione italiana é buona: tutti i testi sono ben tradotti in italiano e rispettosi degli adattamenti cinematografici originali.
Epic Mickey: Il Potere della Magia
7
Voto
Redazione
Epic Mickey: Il Potere della Magia
Topolino torna in due dimensioni, in bilico tra personaggi bitmap ed ambienti dipinti. Epic Mickey su 3DS strizza l'occhio ai vecchi platform dell'era 16bit, da Castle of Illusion a Duck Tales, ereditandone la pregevolezza tecnica e l'azione semplice ma divertente. Magari l'effetto 3D in stile diorama poteva essere più profondo in certi livelli, e le fasi di disegno col pennino potevano essere rese meno invasive, ma tutto sommato abbiamo tra le mani un buon platform vecchia scuola che teoricamente farebbe felici tanto i giocatori di lungo corso quanto gli appassionati della filmografia Disney, grazie alla nutrita schiera di personaggi ed alle situazioni che ne conseguono. Peccato però per la ridotta longevità: manca chiaramente una delle ambientazioni inizialmente previste ed i soli 11 livelli presenti non sono in grado di assicurare un interesse duraturo. Ci aspettavamo più contenuti dagli autori dell'ottimo Henry Hatsworth.