Everblue 2

di Gabriele 'Knife' Idda

Dopo la sua ultima avventura, il famoso subacqueo Leo decide di riprendere le sue immersioni alla ricerca di nuove avventure in compagnia del suo fidato amico Scott.
La meta decisa per la ricerca è il Mar dei Caraibi.
Il luogo non è stato scelto a caso: infatti, il padre di Leo, poco prima di morire, parlava spesso di un'antica e preziosa reliquia trasportata da una nave pirata, la quale seguiva le rotte di quell'affascinante e misterioso mare.
Fu durante queste ricerche che i due amici, sorpresi da una tempesta, furono costretti al naufragio riuscendo a salvare le loro vite, ma non la propria preziosa attrezzatura.
Miracolosamente raggiunsero una provvidenziale località sull'isola di Valencia.
Qui, Leo e Scott inizieranno la loro nuova avventura.
Everblue ritorna su console con il secondo capitolo, una nuova avventura sul fondo dell'oceano.
Il gioco comincia con un filmato in tempo reale che fa sfoggio tanto delle capacità della Play Station 2, quanto di quelle del motore grafico del gioco.
Disgraziatamente, a quest'inizio viene affiancato un riassunto sia della precedente avventura, sia del prologo, un brano scritto su uno sfondo povero e scarno di particolari; un altro filmato, viste le possibilità del programma, sarebbe stato maggiormente gradito.
La presenza del manuale di gioco, invero decisamente completo e chiaro, non è strettamente necessaria, visto che la prima parte del gioco consisterà in un tutorial che spiegherà i meccanismi fondamentali del gioco per cominciare una partita.
Vi potrete muovere sia sulla terra ferma, sia nelle splendide distese sottomarine caraibiche: nella prima avrete a disposizione inizialmente un solo ambiente, la spiaggia, dove potrete parlare con il vostro amico Scott e con la guida nell'isola, una simpatica ragazza chiamata Ellis, mentre nel secondo elemento vi muoverete in un ambiente totalmente tridimensionale capace di ricreare le caratteristiche del fondale marino sia per quanto riguarda la fauna, sia per la flora.



Dopo aver terminato con successo la vostra prima parte esplorativa, Ellis v'introdurrà alla città, dove, poco alla volta, troverete sia negozi dove rifornirvi, sia persone pronte a commissionarvi incarichi fortemente remunerativi.
La parte sulla terraferma, che possiamo definire gestionale, si svolgerà in un ambiente totalmente bidimensionale come un tipico punta e clicca, con i suoi pro e contro.
Tutto questo, insieme a dialoghi a bivi spesso prolissi, fa somigliare questa parte d'avventura ad un RPG giapponese classico, almeno nella sua impostazione; tale somiglianza non risulta negativa, al contrario permette quella personalizzazione alla partita che non guasta mai.
L'impostazione base da RPG si nota anche nella meccanica di gioco vera e propria: infatti, inizierete la vostra avventura con un equipaggiamento standard e pochi crediti, che dovrete obbligatoriamente incrementare se vorrete acquisire un equipaggiamento tale da permettervi di immergervi a qualsiasi profondità, accedendo cosi a tutte le locazioni chiave del gioco. Il menu di gioco ricorda da vicino quello di RPG più blasonati, così come gli oggetti di ripristino di HP e status, i negozi che vendono i suddetti oggetti, quelli dediti al restauro e all'acquisto degli item ritrovati in mare e altri ancora, fino ad arrivare alla classica locanda, con tanto di motivetto in tema che accompagna il riposo del protagonista.
Per un esame grafico dell'opera, si dovranno esaminare i due diversi scenari separatamente, in quanto un'analisi congiunta non è proponibile.
Lo scenario sulla terra ferma, come già accennato bidimensionale, si presenta piuttosto statico persino per un 2D: pochissimi sono i particolari che presentano movimenti, tra l'altro molto limitati. Persino un save screen presenta più dinamismo.