Everquest: The Ruins of Kunark

di Redazione Gamesurf
Un gioco di ruolo online ha necessità di aggiornarsi continuamente tramite patch, che aggiungono nuovi oggetti o dungeon, migliorano l'intelligenza artificiale, risolvono bug; un gioco come Ultima Online, a distanza di due anni dalla sua prima uscita, continua a sviluppare profitti grazie agli abbonamenti (pochi riescono a smettere di giocare, rinunciando all'alter-ego curato per tanti mesi) e quindi é opportuno che gli sviluppatori introducano costanti miglioramenti; essendo giochi esclusivamente online, inoltre, non si pone neppure il problema della reperibilità delle patch da parte di player senza connessione internet. Tuttavia, se il gioco si é ben imposto sul mercato, di solito si cerca anche di sviluppare espansioni per replicare il successo di vendite: tale fine, però, contrasta con il problema di fondo degli online RPG, in cui tutti gli elementi fondanti del motore e della grafica sono server-side, ovvero detenuti in remoto dal server che gestisce il mondo cui i giocatori si connettono. Non bisogna creare incompatibilità tra i client e per questo tutte le modifiche che gli sviluppatori apportano al gioco, sono scaricabili da tutti i giocatori con il sistema dell'autopatch. Un'espansione, oltre a comprendere tutte le patch uscite sino ad allora (numerose, nel caso di Everquest), dovrebbe introdurre anche elementi nuovi fruibili solo dai possessori dell'add on, senza danneggiare però i giocatori normali o creare incompatibilità. La soluzione trovata dagli sviluppatori, sia nel caso di Everquest che di Ultima Online per quanto riguarda The second Age, consiste nel creare una zona isolata, con nuove creature e grafica migliorata, accessibile solo ai possessori dell'espansione. Si noti che per Renaissance, espansione successiva a T2A, la situazione é diversa, come si può leggere nella recensione presente qui su Freegames

Il nuovo continente di Everquest, isolato, come tutti, dalle acque, si chiama Kunark; é abitato dagli Iksar, uomini lucertola, il cui impero in passato aveva inglobato gran parte del mondo conosciuto. Ora gli Iksar siedono sulle sue rovine, che sono il paesaggio abituale in Kunark: tutto rimanda alla gloria passata su cui tentano, debolemente, di ricostruire la dignità perduta