Evil Dead Regeneration

di Davide Gori
Scansati Spiderman, è tornato John Ash!
Nel lontanto 2002, un film fece furore nelle sale. In pieno clima da "famo er film dei supereroi" il regista Sam Raimi regalò a tutti i fan Marvel il blockbuster Spiderman: protagonista carino, affetto da superproblemi, che punto da un ragno si cuce una calzamaglia da fesso addosso e salva la bella dal cattivo magnate di turno. "Oooh", e tutto dicono che bravo il regista.
Nelle sale, nell'ultima fila, un gruppetto di nerd rosica duro. Sostengono che Raimi si è venduto. I nerd vegono fatti oggetto di occhiate sbilenche: "ma che dite, Raimi è praticamente un esordiente, e guardate che film sensibile, attento alle problematiche dei giovani e..." Sulla parola "problematiche" uno dei nerd caccia fuori un fucile a canne mozze, assume un'aria impostata e con un'aria da duro anni ottanta sbotta: "Eccola qua la vostra problematica: fucile Remington calibro dodici, calcio in noce, canna blu cobalto, anche detto bastone tonante da voi altri bifolochi. Adesso scansatevi, ho del lavoro da fare."
La sala si riempie di mostri urlanti che sbucano dalle pareti, mentre molti dei presenti cadono in ginocchio gemendo e tenendosi la testa. Forze demoniache stanno invadendo il pianeta...

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I eat evil for breakfast and danger for dinner.
Non siamo impazziti: nel lontano 1983 Sam Raimi filmò La Casa, titolo originale Evil Dead, un film horror di serie B2 che aveva dalla sua una potenza visiva e visionaria fuori dal comune, un protagonista, John Ash alias l'attore Bruce Campbell, capace di espressione talmente gommose e paranormali da diventare icona del trash-horror, alcuni movimenti di camera che da allora hanno fatto scuola. Il film ebbe due seguiti, La Casa 2 e L'armata delle tenebre, che acuirono lo humor intrinseco alla serie.
Questo EDR nasce sul filone dei film, pescando a piene mani nel mix horror/demenziale e dando un taglio deciso con i due precedenti spin-off segnati da un triste destino (entrambi da dimenticare).
Qui cosa avete? Avete un protagonista cool, che si trova a fronteggiare uno psichiatra pazzo, un libro demoniaco, e orde di creature nonmorte pronte a farlgi le scarpe in un battito di mandibole sanguinolente... finché per loro somma sfortuna non scoprono che l'eroe è niente meno che il signor Ash, John Ash, un uomo che si è mozzato di sua volontà una mano quando il male fuoriuscito dal Necronomicon, il libro dei morti, gliel'ha infettata.
Voi siete quell'uomo, e vi aspettano dieci livelli di sana truculenza, truzzaggine, divertimento e risate. Non tiratevi indietro di fronte a nulla... neanche a una programmazione mediocre!

Ash is back in business. Come get some...
Siete stati accusati di aver trucidato decine di persone, quando sapete bene che quelle "persone" erano dei non morti (nel gioco "deadite") assetati di sangue e che voi, solo voi, potete fermare l'orda. Ma vi hanno incarcerato in un manicomio, posto lugubre nelle mani di Vingo Reinhard, uno scienziato pazzo che sta maneggiando i poteri tenebrosi del libro più malvagio del pianeta terra: il Necronomicon Ex Mortis!
Per fermare Reinhard avrete dalla vostra la guida del dottor Knowby, che in forma di spirito saggio vi dispenserà consigli e a volte nuovi poteri, la vostra faccia tosta, le vostre armi e... Sam!
Chi è Sam? Uno dei (pochi) motivi per cui il gioco tiene botta almeno per un po' senza finire come un tgv nel dimenticatoio del software; Sam è un nanerottolo non morto, frutto di un esperimento di Reinhard, poi liberato da Knowby per farvi da spalla.
Tutto il gameplay a conti fatti ruota su Sam: il sistema di controllo e telecamere facendo contitnui capricci, le armi diventando spropositatamente forti dopo poco, il level design mostrando la corda in un paio di livelli e i mostri ripetendosi nella loro pressoché totale insipienza (ok, tirate il fiato, ho finito con le costruzioni alla Cicerone), Sam risulta il perno e il fulcro del divertimento.

I continui battibecchi con Ash vi invoglieranno a rigiocare qualche sezione solo per cogliere come si deve le strepitose battute al vetriolo che i due si scambiano; il fatto di poter prendere Sam a calci (vi spieghiamo come funziona la cosa tra un attimo, abbiate fede!) lo rende prezioso per affrontare le orde di deadities che altrimenti, pur nei loro banali e scontati pattern di attacco, vi sommergerebbero con il mero numero.
Senza Sam, EDR si ridurrebbe a un lineare hack&slash che vi durerà lo spazio di un pomeriggio piovoso; con Sam, il gioco offre buoni spunti e momenti di interesse (per bruciarseli un una manciata di minuti, ma questa è colpa di come sono state sviluppate delle idee tutto sommato valide).

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Ash dal canto suo può imbracciare due tipologie di armi, una per mano: da fuoco nella sinistra, da corpo a corpo ne moncherino di destra. Ogni braccio, un tasto del pad; seguono a ruota il salto/rotolamento, il tasto per parare certi attacchi, il tasto azione e il target button (yaaawn, tutto già visto, ma implementato in modo pessimo, come se nessuno avesse mai inventato lo z-targeting di Zelda o il furioso battle system di Devil May Cry). Sui tasti croce le novità: premendo verso il basso diventerete, a un certo punto del gioco, uno sgravatissimo Evil Ash che ribalta in vostro nettissimo favore le sorti degli scontri (uno dei boss lo eliminerete in nemmeno un minuto, "grazie" al pessimo modo con cui questa pur ottima idea è stata implementata).; premendo verso l'alto scatta quel po' di divertimento che EDR offre. Prenderete infatti Sam a calci, come detto poc'anzi.
Sì, a calci nel sedere, facendolo volare contro elementi di scenario o in groppa ai nemici. Ogni qual volta questa vostra azione finirà per causare la morte del piccoletto, questo si rigenererà dopo qualche secondo pronto a nuove sevizie e nuovi feroci (spesso mooolto oltre la decenza) scambi di battutacce con Ash.

Detta così, sembra ci sia da strofinarsi ben bene le manine pacciose per taanti e taanti livelli di gioco furioso. Invece, ahinoi, godrete solo fino a metà del secondo, massimo terzo livello, quanto il gioco avrà ormai sparato tutte le cartucce (tranne un paio di armi e, d'accordo, il finale) e inizierà a diventare ripetivo in modo drammatico. Quelli che inizialmente sembrano ottimi elementi capaci di generare mix di gioco (un incantesimo che permette di possedere Sam per esplorare zone altrimenti inaccessibili; portali "organici" che si aprono solo calciandoci dentro Sam dopo averlo fatto possedere da anime dannate e protetto per un tratto di gioco contro altri mostri; un po' di platforming dove è necessario sfruttare alcune funzioni secondarie delle armi) in brevissimo tempo mostrano la corda, diventando addirittura dominanti in praticamente tutti i livelli successivi al terzo.

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I boss, poi, hanno un grado di sfida che rasenta lo zero.
Ogni tanto qualche sezione vi darà del filo da torcere, ma non per diretta volontà dei programmatori: solo perché il targeting system ha fatto le bizze una volta di troppo, o il tasto di cambio arma non ha funzionato a dovere, o perché il sistema di rilevameto collisioni per i salti ha lasciato a desiderare una volta di troppo.
Tutto questo rovina un gioco che ha dalla sua un reparto grafico certo spartano ma onesto, con dei livelli che si presentano bene (nella loro brevità), alcuni (rari) momenti di accompagnamento musicale molto azzeccato, un congruo numero di divertentissime cinematiche - che i fan si vedranno e rivedranno di continuo -, e degli extra tutti da scoprire con il mito Bruce Campbell che sfodera tutta la sua simpatia in una serie di commenti al gioco.
Ah, le armi a disposizone? Mah, insipide e dopo poco talmente potenti che nulla vi fermerà; e se proprio avete problemi, trasformatevi in Evil Ash e li supereret... ok ok, il santo elenco delle armi: pistola, fucile, lanciarazzi da una parte, motosega arpione e lanciafiamme dall'altra. Soddisfatti della pochezza? Bene, perché ci sono anche le fatality: quando il nemico è intontito dai vostri attacchi o da quelli di Sam (che anche se non lanciato dai vostri calci fa comunque il suo con dei raggi stordenti) inizia a emanare un'aura verdastra. Quello è il segnalo per avvicinarsi e finirlo con la pressione di un tasto: Ash si esibirà in una serie limitata di mosse finali, tutte eseguite con il fucile indipendentemente dall'arma impugnata, tutte al rallenty, tutte scelte a caso da una selezione totale di forse dieci diverse possibili. Amaro in bocca eh?

Mostri orendi dallo spazio profondo? Meglio girare alla larga!
Poco arrosto, in conclusione, per un gioco che aveva tutto il potenziale di rivelarsi la versione B-movie, fracassona e spensierata del buon vecchio Shadowman. Tanto per fare qualche esempio: la fauna dei nonmorti poteva essere molto più variegata, i loro attacchi più differenziati e meno scontati, si potevano evitare trucchi di programmazione quali attacchi da un qualsiasi mostrillo che producono un danno paragonabile a quello di un mostro di fine livello (evidentemente un po' di playtesting in più avrebbe giovato), oppure "finte" novità che diventano prassi per di più noiosa - come le fasi in cui si deve difendere Sam, vivaci e simpatiche le prime due volte, poi viene voglia di accoltellare il televisore -, e ancora si potevano rendere veramente minacciosi almeno alcuni dei mostri (ad esempio c'è uno splendido boss femmina costruito molto bene, con una congerie di attacchi ottima, ma basta un minimo di occhio e risulta facilissimo da battere, un vero peccato!). Per non parlare del reparto John Ash: alla fine dei conti vi ritrovate con neanche dieci tra armi diverse e modalità di gioco (Evil Ash? Andiamo, se voleva essere una sorta di Devil trigger basta soltanto guardare da lontano Dante e si capisce che alla Capcom hanno gente un filo più in gamba come game designer), con una serie di combo che sarebbe anche apprezzabile se non fosse che conta soltanto non farsi circondare dai nemici e poi si possono premere i tasti a caso - tanto ci pensano le armi che troverete procedendo nel gioco a fare la differenza.

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