Evil Twin: Cyprien's Chronicles

di Redazione Gamesurf
Va comunque ricordato che la trasformazione non é disponibile in qualsiasi momento, ma viene regolata da un apposito indicatore energetico posto in cima allo schermo, tra l'altro in continua diminuzione (un aspetto che porta a conservare con una certa attenzione le nostre chance di richiamare in aiuto la parte "oscura")
QUANDO IL CAMERAMAN E' IN VACANZA
La prima impressione che si ha giocando a Evil Twin: Cyprien's Chronicles é estremamente positiva, per merito dell'ottimo design che fa assomigliare questo titolo più a un quadro di Escher che a un gioco di piattaforme tradizionale. Cyprien é immerso costantemente in un mondo buio, ripieno di mostruosità più o meno terrificanti e caratterizzato da un aspetto evidentemente "sporco" e "rovinato"

Questi dettagli accrescono senza dubbio l'interesse di un appassionato del genere, visto che distanziano nettamente Cyprien's Chronicles dalla concorrenza (se si esclude Alice, un altro riuscito esperimento nel campo dei platform dark). Una volta passato l'impatto iniziale vengono però a galla i difetti insiti nella struttura di gioco e nel sistema di controllo, due settori-chiave di qualsiasi produzione legata a questo filone. Sin dai primi minuti é evidente che in casa In Utero si sia puntato a ripescare le migliori idee presentate finora in altri giochi di piattaforme cercando di apportare alcune piccole modifiche qua e là
Lo svolgimento di un livello segue in massima parte la celebrata struttura "a missioni" presentata più di un lustro fa dall'idraulico Nintendo (ovviamente ci riferiamo ancora una volta a Mario 64). Nel suo cammino attraverso Undabed, organizzato per comodità in alcune grandi isole, Cyprien incontrerà tutta una serie di stranissimi personaggi amici e nemici, con cui sarà in ogni caso necessario interagire. In alcuni casi l'interazione si limita al semplice combattimento, in altri nell'aiuto verso chi si trova in pasticci peggiori dei nostri. Nulla di radicalmente innovativo quindi, che se da un lato garantisce l'attenzione dei fan del genere, dall'altro rischia di annoiare dopo poche ore chi incontra tale struttura ormai da quasi un decennio