Extinction
Un mondo devastato da ferocissimi e implacabili giganti. L’umanità al collasso, sull’orlo dell’estinzione. A difenderla, un eroe dotato di un equipaggiamento e qualità capaci di fargli compiere balzi tanto alti quanto lunghi, per cercare di colpire con un preciso colpo di spada la collottola dei propri smisurati nemici, unico modo per sconfiggerli definitivamente ed evitare le loro incredibili capacità di rigenerazione. Bene, adesso potete anche tornare a leggere qui, perché lo sappiamo che siete andati a controllare il titolo della recensione.
No, nessun errore, non siete finiti su un articolo dedicato ad Attack on Titan, ma stiamo parlando di Extinction, nuovo titolo degli Iron Galaxy che, a ben vedere, ha davvero tanto in comune con le linee guida della celeberrima saga giapponese. Avil, il nostro eroe, avrà il compito di cercare di fermare l’avanzata dei Ravenii, questo il nome dei mastodontici avversari di cui, però, non si conoscono origini o motivazioni di tanta violenza. Avil è l’ultimo delle Sentinelle, un corpo di battaglia quasi leggendario dotato di capacità sovrannaturali in grado di mantenere viva la speranza del genere umano (o di quel che ne rimane). Ad aiutarlo Xandra, sua amica e studiosa capace che, con un pizzico di fortuna, potrebbe persino scovare il punto debole dei Ravenii.
A noi, ovviamente, la guida di Avil che sarà immerso in un action in terza persona suddiviso in missioni dove, di volta in volta, dovrà raggiungere una serie di obiettivi principali e secondari, il tutto sotto la costante minaccia di essere schiacciato come una pulce da un enorme piede. L’avventura si disloca per sette capitoli, ognuno suddiviso in un buon numero di episodi dove saremo trasportati in campi di battaglia in cui la solfa sarà, bene o male, sempre la stessa. A fronte di un target principale dovremo dedicarci a sconfiggere un numero variabile di Ravenii prima che riescano a devastare gli edifici di turno o a spappolare ogni umano presente sulla mappa, con rare variazioni sul tema. Avil possiede una spada e una frusta.
La prima è la sua unica arma di offesa, mentre la seconda servirà a raggiungere i punti più alti del paesaggio o a saltare addosso ai Ravenii. Questi saranno provvisti di alcuni pezzi di armatura che ne proteggeranno varie parti del corpo che, una volta scoperte, potranno essere recise per rallentarne l’avanzata, fermo restando che i colossali nemici vantano anche la capacità di rigenerare gambe e braccia dopo pochi minuti (Attack on Titan, di nuovo tu). Gli attacchi di Avil di dividono in semplici (un solo pulsante a gestirli) e runici, basati sulla pressione di un tasto dorsale per prendere la mira e il suo rilascio per colpire. Se gli attacchi normali possono infastidire gli Sciacalli, avversari più piccoli di varie fattezze e ablità, quelli runici saranno indispensabili per danneggiare i Ravenii, con l’eccezione dei colpi al collo.
Per portare a segno un fendente mortale, dovremo caricare l’apposita barra runica, operazione fattibile in diversi modi: uccidere Sciacalli, colpire arti e armature dei Ravenii o salvare esseri umani andandoli a scovare nelle varie postazioni di teletrasporto sparse per la nostra strada. Arrivando in tempo e evitando a quel che resta della razza umana di diventare cibo per mostri, basterà premere il tasto apposito per un certo periodo di tempo per avviare il teletrasporto e portare i superstiti in lidi sicuri. A questo punto potremo iniziare la nostra scalata sul corpo dei giganti (magari aiutandoci con la frusta, se l’abbigliamento del nemico avrà appigli su cui fare leva) per arrivare al collo e, stando bene attenti a non farsi schiacciare, recidere di netto le teste nemiche. Aggiungete una scarna lista di abilità sbloccabili del protagonista, qualche variazione sulle qualità e le armature dei Ravenii, modalità accessorie (sempre e comunque a ricalcare all’infinito la struttura di base) e avrete tutto quello che può offrirvi, in fatto di contenuti, Extinction.
A dirla tutta, l’offerta ludica è davvero striminzita sia nei contenuti che nella resa. Oltre ad avere un gameplay povero e ripetitivo, la precisione dei comandi è ampiamente rivedibile, con Avil che ha diversi problemi a inquadrare i propri avversari e a saltare in modo composto e utile al combattimento. Lo stesso rapporto con i Ravenii soffre di vari bachi e imprecisioni. Da un lato prendere la mira e colpire l’obiettivo non è semplice e spesso non riusciremo a capire la differenza di gestione tra un colpo andato a segno e uno andato a vuoto, senza contare che riuscire ad evadere dalle mazzate che riceveremo sarà spesso troppo confusionario. Intendiamoci: riuscire a dare il colpo fatale a uno di questi titani ci ha dato non poche soddisfazioni, ma non possiamo dimenticare la frustrazione di venire schiacciati senza aver potuto fare realmente qualcosa o cercare disperatamente di inquadrare un arto nemico da recidere a causa di una telecamera ballerina.
Graficamente non abbiamo notato particolari problemi di gestione del motore, ma va anche detto che la resa è decisamente sotto la media, sia per la quantità dei poligoni messi in campo che per la complessità delle ambientazioni. Non ci ha fatto impazzire nemmeno lo stile artistico scelto, un po’ troppo “cartoonesco” per rappresentare una situazione disperata in cui l’umanità rischia l’estinzione a ogni frame. La narrazione è poi abbastanza frammentaria: verremo lanciati nel campo di battaglia senza sapere praticamente nulla della trama, per poi scoprire qualche informazione di tanto in tanto, scelta che da un lato poteva spingere l’utente a cercare nuovi brandelli di trama, ma che a conti fatti da vita a una ambientazione davvero poco delineata. Il doppiaggio (inglese) è nella media, sostenuto da testi a schermo totalmente in italiano.
Insomma, anche cercando di passare sopra al palese plagio che sta alla base di Extinction, il gioco che abbiamo tra le mani presenta non solo un discreto numero di difetti, ma anche una preoccupante povertà di contenuti (personalmente non pensiamo che possiate passarci più di otto o nove ore sopra, sempre al netto della noia generale), nonostante sia da segnalare un comparto tecnico discreto. Forse il gioco degli Iron Galaxy sarebbe stato molto più adatto a una produzione digitale low cost, magari con delle meccaniche più improntate al multiplayer. Per ora, sarà meglio attendere tempi migliori.