F.E.A.R. 2 : Project Origin
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In realtà, durante le nostre prove, abbiamo usato poco questa variante, ma il sapere di poterlo fare, ci ha già dato una bella soddisfazione!Quello che invece ci ha soddisfatto di meno, é l'ormai consolidata moda di non permettere al giocatore di salvare a piacimento:spariti quicksave e salvataggi liberi, c'e' solo un sistema a checkpoint. Fortunatamente, sono relativamente frequenti, così da non dover necessariamente riaffrontare lunghe sessioni di gioco, o sempre gli stessi luoghi e nemici ad essi abbinati.
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Parlando di nemici, é bene sottolineare che, fra le invero poche critiche mosse al primo F.E.A.R., c'era quella della scarsità di varianti negli avversari. Detto fatto, alla Monolith hanno pensato bene di introdurre un più che discreto numero di nuova carne da cannone, come ad esempio degli esseri capaci di camminare sui muri, che ricordano, alla lontana, i vampiri mutanti di Blade II. Inoltre, ci saranno anche dei soldati muniti di esoscheletro, spettri di varia origine e natura o, ancora, i “Remnant”, ovvero un tipo particolare di spettro capace di riportare in vita i cadaveri e rivolgerli contro di noi. E poi...c'e' Lei:Alma. La donna bambina più famosa della storia del ludo, una presenza gelida e costante, un avversario ostico e impalpabile, dal passato misterioso.
Per affrontare lei, i suoi famigli e tutto quello che si muoverà sullo schermo, avremo a disposizione un più che discreto arsenale, fatto di mitra, fucili d'assalto e da cecchino, lanciafiamme e lanciarazzi, pistole e granate di vario tipo; potremo portare con noi solo 4 armi per volta (pistola compresa), quindi occorrerà adattare, di volta in volta e in base allo scenario, la nostra strategia di gioco ai fini del completamento dell'avventura. Anche al massimo livello di difficoltà, comunque, almeno per le armi convenzionali, rimanere “a secco” di munizioni e di “armatura” (ovvero, del corpetto antiproiettile), sarà piuttosto difficile. Inoltre, in alcune invero piuttosto brevi, sessioni di gioco, avremo a disposizione una delle armature super-potenziate che vedete qui in giro...spettacolare!
La peculiarità,o meglio una delle principali peculiarità del primo capitolo, era insita in un potere particolare del protagonista, ovvero la possibilità di rallentare, per qualche istante, il tempo e, di conseguenza, poter uscire da situazioni particolarmente difficili. Lo slow-motion (tale é il nome di questa abilità) lo ritroviamo anche nelle attitudini di Becket, e si rivelerà spesso vitale specialmente negli scontri con gli esoscheletri.
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Altro punto di forza rispetto al primo F.E.A.R., risiede nella maggiore varietà di locazioni; se é vero, come é vero, che la maggior parte del gioco si svolge al chiuso, dopo una prima sessione di “uffici-ospedali-scantinati”, metteremo finalmente la capoccia fuori dal guscio e saremo liberi di muoverci in spazi aperti, come le vie della città, ampie location sotterranee et similia. Naturalmente, “liberi” é e resta una parola grossa : alla fine, la struttura a tunnel degli FPS é presente anche in Project Origin, e noi dovremo sempre e comunque andare dal punto “A” al punto “B” senza deviazioni di sorta, massacrando ogni cosa (ed é il proprio il caso di usare il termine “Cosa”), che ci verrà incontro, con tutti i mezzi possibili; tuttavia, i programmatori hanno profuso talmente tanto stile e cura, in questo stilizzato sistema di gioco, che quasi non ci si accorge di viaggiare su binari preimpostati e anzi, ogni passo andrà guadagnato con il rumore del piombo e del sangue che gocciolerà ovunque.
Parlando di “rumore”, é doveroso segnalare che F.E.A.R. 2 Project Origin, é stato interamente localizzato nella nostra lingua: titoli,manuale, parlato, menù, tutto é stato regolarmente tradotto, senza svarioni. Il doppiaggio, come purtroppo spesso accade, non é all'altezza dell'originale e, nel complesso, non sono molti, i suoni campionati, ma quello che c'e' é fatto davvero bene.
Lo stesso si può dire per la componente strettamente “visiva”. Il motore che muove il tutto, il pluripremiato LithTech (che ha mosso fior di titoli, ndAleNet), sviluppato dalla stessa Monolith, é lo stesso che mosse il primo capitolo, sia pur tirato a lucido e potenziato per rispettare gli standard attuali. Grazie a questo engine - il Jupiter Extended - c'e' quindi spazio per tutti gli effetti a cui siamo abituati e che forse pretendiamo (!), quali luci calcolate in tempo reale, spettacolari effetti di riflessione e rifrazione, nonché texture sempre curate (forse, a volte, leggermente ripetitive) e tanto, tanto sangue da rendere questo secondo capitolo almeno due volte più crudo del primo.
C'e' spazio, ovviamente, anche per la fisica, grazie alla presenza massiccia del motore fisico Havok, il quale rende gli ambienti di gioco molto più credibili; peccato per qualche svarione nella fisica dei corpi, e lievi effetti di compenetrazione dei poligoni, che comunque non inficiano un quadro assolutamente brillante. Quello che ci é parso chiaro, é che il gioco pare decisamente “votato” a piattaforme con il cuore Nvidia. Il computer scelto per la prova, equipaggiato con una scheda ATI molto superiore anche al sistema “consigliato” all'interno del manuale stesso di gioco, ha risposto quasi perfettamente...ma é quel “quasi”che ci ha lasciato un tantino perplessi. Per tutti i dettagli, vi rimandiamo comunque al box hardware.
Naturalmente, F.E.A.R. é anche multigiocatore : manca,é vero, una modalità cooperativa per la quale il titolo in questione sarebbe perfetto, ma esistono ben sei modalità (DeathMatch, Team DM, Controllo, Fronte Corazzato, Blitz e Attacco & Difesa) con le quali sarà possibile sfidare sulla Grande Rete, fino a 16 giocatori, sui server di Steam.
In buona sostanza, possiamo affermare che F.E.A.R. 2 é un passo obbligato nella carriera di ogni giocatore. Permeato da un velo di romantica e atroce sofferenza, che sgorga dalla voce di una bambina tanto crudele quanto bisognosa di vendetta e riscatto, il titolo Monolith é un gioiello nel mare degli FPS: in una realtà fatta di cloni e idee mal sfruttate, Project Origin risolleva le sorti di un filone sempre troppo simile a se stesso, e lo fa con grande stile.
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Parlando di nemici, é bene sottolineare che, fra le invero poche critiche mosse al primo F.E.A.R., c'era quella della scarsità di varianti negli avversari. Detto fatto, alla Monolith hanno pensato bene di introdurre un più che discreto numero di nuova carne da cannone, come ad esempio degli esseri capaci di camminare sui muri, che ricordano, alla lontana, i vampiri mutanti di Blade II. Inoltre, ci saranno anche dei soldati muniti di esoscheletro, spettri di varia origine e natura o, ancora, i “Remnant”, ovvero un tipo particolare di spettro capace di riportare in vita i cadaveri e rivolgerli contro di noi. E poi...c'e' Lei:Alma. La donna bambina più famosa della storia del ludo, una presenza gelida e costante, un avversario ostico e impalpabile, dal passato misterioso.
Per affrontare lei, i suoi famigli e tutto quello che si muoverà sullo schermo, avremo a disposizione un più che discreto arsenale, fatto di mitra, fucili d'assalto e da cecchino, lanciafiamme e lanciarazzi, pistole e granate di vario tipo; potremo portare con noi solo 4 armi per volta (pistola compresa), quindi occorrerà adattare, di volta in volta e in base allo scenario, la nostra strategia di gioco ai fini del completamento dell'avventura. Anche al massimo livello di difficoltà, comunque, almeno per le armi convenzionali, rimanere “a secco” di munizioni e di “armatura” (ovvero, del corpetto antiproiettile), sarà piuttosto difficile. Inoltre, in alcune invero piuttosto brevi, sessioni di gioco, avremo a disposizione una delle armature super-potenziate che vedete qui in giro...spettacolare!
La peculiarità,o meglio una delle principali peculiarità del primo capitolo, era insita in un potere particolare del protagonista, ovvero la possibilità di rallentare, per qualche istante, il tempo e, di conseguenza, poter uscire da situazioni particolarmente difficili. Lo slow-motion (tale é il nome di questa abilità) lo ritroviamo anche nelle attitudini di Becket, e si rivelerà spesso vitale specialmente negli scontri con gli esoscheletri.
Altro punto di forza rispetto al primo F.E.A.R., risiede nella maggiore varietà di locazioni; se é vero, come é vero, che la maggior parte del gioco si svolge al chiuso, dopo una prima sessione di “uffici-ospedali-scantinati”, metteremo finalmente la capoccia fuori dal guscio e saremo liberi di muoverci in spazi aperti, come le vie della città, ampie location sotterranee et similia. Naturalmente, “liberi” é e resta una parola grossa : alla fine, la struttura a tunnel degli FPS é presente anche in Project Origin, e noi dovremo sempre e comunque andare dal punto “A” al punto “B” senza deviazioni di sorta, massacrando ogni cosa (ed é il proprio il caso di usare il termine “Cosa”), che ci verrà incontro, con tutti i mezzi possibili; tuttavia, i programmatori hanno profuso talmente tanto stile e cura, in questo stilizzato sistema di gioco, che quasi non ci si accorge di viaggiare su binari preimpostati e anzi, ogni passo andrà guadagnato con il rumore del piombo e del sangue che gocciolerà ovunque.
Parlando di “rumore”, é doveroso segnalare che F.E.A.R. 2 Project Origin, é stato interamente localizzato nella nostra lingua: titoli,manuale, parlato, menù, tutto é stato regolarmente tradotto, senza svarioni. Il doppiaggio, come purtroppo spesso accade, non é all'altezza dell'originale e, nel complesso, non sono molti, i suoni campionati, ma quello che c'e' é fatto davvero bene.
Lo stesso si può dire per la componente strettamente “visiva”. Il motore che muove il tutto, il pluripremiato LithTech (che ha mosso fior di titoli, ndAleNet), sviluppato dalla stessa Monolith, é lo stesso che mosse il primo capitolo, sia pur tirato a lucido e potenziato per rispettare gli standard attuali. Grazie a questo engine - il Jupiter Extended - c'e' quindi spazio per tutti gli effetti a cui siamo abituati e che forse pretendiamo (!), quali luci calcolate in tempo reale, spettacolari effetti di riflessione e rifrazione, nonché texture sempre curate (forse, a volte, leggermente ripetitive) e tanto, tanto sangue da rendere questo secondo capitolo almeno due volte più crudo del primo.
C'e' spazio, ovviamente, anche per la fisica, grazie alla presenza massiccia del motore fisico Havok, il quale rende gli ambienti di gioco molto più credibili; peccato per qualche svarione nella fisica dei corpi, e lievi effetti di compenetrazione dei poligoni, che comunque non inficiano un quadro assolutamente brillante. Quello che ci é parso chiaro, é che il gioco pare decisamente “votato” a piattaforme con il cuore Nvidia. Il computer scelto per la prova, equipaggiato con una scheda ATI molto superiore anche al sistema “consigliato” all'interno del manuale stesso di gioco, ha risposto quasi perfettamente...ma é quel “quasi”che ci ha lasciato un tantino perplessi. Per tutti i dettagli, vi rimandiamo comunque al box hardware.
Naturalmente, F.E.A.R. é anche multigiocatore : manca,é vero, una modalità cooperativa per la quale il titolo in questione sarebbe perfetto, ma esistono ben sei modalità (DeathMatch, Team DM, Controllo, Fronte Corazzato, Blitz e Attacco & Difesa) con le quali sarà possibile sfidare sulla Grande Rete, fino a 16 giocatori, sui server di Steam.
In buona sostanza, possiamo affermare che F.E.A.R. 2 é un passo obbligato nella carriera di ogni giocatore. Permeato da un velo di romantica e atroce sofferenza, che sgorga dalla voce di una bambina tanto crudele quanto bisognosa di vendetta e riscatto, il titolo Monolith é un gioiello nel mare degli FPS: in una realtà fatta di cloni e idee mal sfruttate, Project Origin risolleva le sorti di un filone sempre troppo simile a se stesso, e lo fa con grande stile.