F1 24, sinfonia di V6, edizione 2024 – Recensione PS5
La recensione dell’appuntamento annuale con la Formula 1 virtuale di Codemasters ed EA, un “nuovo” capitolo solido se preso a sé stante, ma che offre pochi stimoli ai suoi aficionados
Come ogni anno, torna su PC e console il consueto appuntamento con il campionato virtuale di Formula 1 targato EA e Codemasters, con F1 24. Ora che la competizione reale sta entrando nel vivo e promette scintille, con ben 4 vincitori nelle prime 8 gare (roba che si vede raramente, purtroppo, in questo sport), vediamo come si comporta la sua controparte digitale, quali novità apporta ad un canovaccio che da tempo immemore non viene lasciato a riposo, e quali incentivi ci sono per chi mastica le corse e ha già sondato il terreno in una delle passate trasposizioni.
Partirei subito da quest’ultimo punto, dicendo semplicemente “non molti”. Per coloro che non hanno alcuna esperienza di racing game, e si limitano a seguire qualche corsa la domenica sperando vinca la Ferrari, il titolo svolge un lavoro encomiabile per rendersi accessibile e piacente ai nuovi arrivati, con la possibilità di intraprendere la carriera come “uno dei 20”, potendo scegliere tra l’attuale rosa di piloti, le nuove leve dalla Formula 2 (il campionato propedeutico alla Formula 1), e icone dello sport, da Ayrton Senna a Michael Schumacher, senza dimenticare il sommo Pastor Maldonado. Oppure, prendere parte come un nuovo costruttore, con un pilota creato ad hoc e scavare da zero la propria leggenda nella competizione, sviluppando la vettura, intrattenendo rapporti con gli sponsor e decidendo le sorti del proprio compagno di scuderia.
Tutto questo con una serie di dettagliati tutorial che introducono il giocatore in ogni singolo aspetto della gestione dell’esperienza di gioco, e si riflettono su quella di guida, che offre dozzine di aiuti al volante, setup dinamici e altre opzioni per personalizzare il livello di sfida legato al temperamento della monoposto e al comportamento dell’IA. Ma questi erano orpelli già presenti in F1 23, in F1 22 e così via (l’interfaccia utente è persino la stessa); c’è davvero motivo di “aggiornarsi” a questo nuovo capitolo, al di là degli aggiornamenti alla rosa di titolari, ai circuiti del calendario e qualche minuzia di natura tecnica?
No, non proprio. Certo, nuovo anno, nuovo modello di guida, si potrebbe puntare a quello, ma non sono sicuro che il lavoro dal team di sviluppo incontri i favori dei giocatori più ferrati, quelli che lasciano il pad sul tavolo per tirare fuori dal cassetto volante e pedaliera per intenderci. Basta fare un giretto per il web per rendersi conto, infatti, di quanto il nuovo sistema di controllo risulti indigesto ai più. Il motivo è piuttosto semplice: è stato progettato per essere usufruito tramite gamepad, con una nota decisamente più arcade rispetto all’edizione 2023.
Non sono un espertone in materia, ma appare subito evidente come l’anteriore dell’auto risulti molto più reattivo, con la tendenza ad andare improvvisamente in sottosterzo con i settaggi base. Problema che ovviamente non si verifica utilizzando un pad, date le limitazioni imposte dallo stick, tramite il quale guidare lungo il tracciato è molto più confortevole (per quanto meno performante). Smanettando con le impostazioni si raggiunge un compromesso, ma il feeling rimane sempre un pelo fuori posto. Complice la resa dei cordoli, su cui si può “volare” senza perdere il minimo di aderenza. In generale la vettura sembra incollata all’asfalto, ma in modo innaturale rispetto ai soliti standard (parliamo pur sempre di auto ad effetto suolo, vantano di base una downforce assurda). L’idea è quindi di avere tra le mani più che altro un simcade, riuscito in quanto tale ma forse un passo indietro rispetto agli ottimi risultati come simulatore conseguiti in precedenza; una manna per l’utenza casual, meno per i corridori più esperti.
Tra le altre modalità torna l’F1 World con la sua caterva di eventi e oggetti sbloccabili (tra cui ovviamente alcuni premium), una pseudo-carriera incorporata all’online che di sicuro farà la felicità di chi ama personalizzare ogni aspetto del proprio pilota e “sbustare” roba, in questo caso componenti per la propria monoposto. Se invece volete limitarvi a correre vi consigliamo di restare fissi sulla carriera, qui non troverete grossi stimoli, anche se le competizioni online fanno sempre gola. C’è anche una mini-carriera a eventi dedicata a gare e circostanze realmente accadute nel circus; per ora si limita a puntare i riflettori sul campione in carica Max Verstappen, ma altri contenuti saranno aggiunti in seguito. Niente modalità Braking Point, forse per il meglio, a meno che non siate grandi fan dello show Drive to Survive.
Graficamente parlando invece F1 24 è per ovvie ragioni il miglior capitolo della serie mai realizzato, con circuiti riprodotti fedelmente in ogni particolare, fuori e dentro il tracciato, un ottimo senso di velocità, che non conosce rallentamenti, e persino modelli dei piloti realizzati con un certo gusto, tanto che ognuno ricorda effettivamente la sua controparte reale. Magari avremmo calcato di meno la mano sui pori della pelle e lavorato un po’ di più sulle animazioni a bordo podio, che ormai avranno un decennio e appaiono decisamente obsolete.
Sempre un piacere ascoltare il ruggito dei motori sei cilindri delle vetture, (sebbene il pitch risulti più acuto rispetto alla realtà, specie il Ferrari), meno il commento monocorde dai box, peggio quello asettico dalla cabina di commento di Carlo Vanzini e Davide Valsecchi, pieno di frasi fatte e fuori contesto. Fa piacere avere le voci dei commentatori ufficiali dello sport, ma il risultato lascia alquanto a desiderare.