F1 Championship Season 2000
di
Redazione Gamesurf
Nella sua globalità, il sistema di preparazione si rivolge essenzialmente a un pubblico di giocatori poco abituato a lavorare con i motori virtuali, risultando così eccessivamente semplificato per chi sperava di poter sbizzarrirsi in assetti degni della vera F1. Mancano, peraltro, alcune voci non trascurabili come l'angolo di sterzata: una lacuna, questa, che avrà delle conseguenze poco piacevoli nel corso del gioco
L'OPINABILITA' DELLA LEGGE FISICA
Il primo ingresso in pista fa ben sperare: girando con tutti gli aiuti disattivati, la vettura perde aderenza ad una prima sollecitazione sul pedale del gas, esattamente come ci si aspetterebbe da un'accelerazione poco dosata. Tuttavia, l'impressione di avere tra le mani una buona simulazione svanisce dopo pochi metri d'asfalto. In poche parole, il modello di guida non rispetta il reale comportamento di un'auto da F1: l'aderenza dell'auto é eccessiva e questo particolare basta e avanza per discriminare un prodotto che si vorrebbe proclamare come un ottimo simulatore. Sarà possibile, ad esempio, andare a zig-zag anche a 300 all'ora senza che la macchina accusi il minimo sbilanciamento. Anche l'uscita dalla curva richiederà poca perizia nel dosare l'acceleratore e inoltre l'auto sarà immune da ogni sbandamento, così come uscire dalla pista per toccare l'erba con i pneumatici provocherà solo un rallentamento ma non un'effettiva perdita di aderenza. Non ci siamo, decisamente: mantenere l'auto in pista é fin troppo facile e viene meno la sensazione di precarietà che dovrebbe essere propria di chi guida a folli velocità... La tranquillità, al contrario, fa da padrona
Circa l'effetto della preparazione dell'auto, ci limitiamo a notare come cambiare l'assetto non risulti determinante, se non per guadagnare un paio di secondi. E' comunque possibile, per intenderci, vincere sul circuito di Monza utilizzando gli stessi settaggi adottati a Montecarlo
THE THIRD PLACE
E' inutile dire che, giunti a questo punto della recensione, chiunque spererebbe in un riscatto dal punto di vista grafico. Per quanto il sottoscritto potrà sembrarvi drastico, la verità é che il lavoro cosmetico non soddisfa pienamente le aspettative che si potevano legittimamente nutrire. Le auto sono ben riprodotte, certo, anche il clipping sembra essere stato bandito e la velocità raggiunta é davvero degna di nota. Tuttavia, un lavoro che poteva sembrare discreto, a tratti ottimo, viene compromesso da una sostanziale instabilità del motore grafico, che dispensa scatti e rallentamenti a iosa. Che le auto visualizzate siano una o venti, poco importa...Tutta la frenesia della velocità viene spesso interrotta da evidenti acciacchi di un motore ampiamente migliorabile, un aspetto, questo, che va a inficiare una realizzazione visiva virtualmente notevole. Il dettaglio raggiunto é decisamente al di sopra della media e non mancano le chicche come gli uomini che vi aspetteranno ai box. Ma, si sa, in F1 bisogna correre e sacrificare qualche poligono in nome di una maggior fluidità avrebbe certamente giovato. La sensazione manifestata in apertura, quindi, viene ampiamente confermata: un prodotto frettoloso, confezionato perché così doveva essere, ma senza cuore e senza spirito.
L'OPINABILITA' DELLA LEGGE FISICA
Il primo ingresso in pista fa ben sperare: girando con tutti gli aiuti disattivati, la vettura perde aderenza ad una prima sollecitazione sul pedale del gas, esattamente come ci si aspetterebbe da un'accelerazione poco dosata. Tuttavia, l'impressione di avere tra le mani una buona simulazione svanisce dopo pochi metri d'asfalto. In poche parole, il modello di guida non rispetta il reale comportamento di un'auto da F1: l'aderenza dell'auto é eccessiva e questo particolare basta e avanza per discriminare un prodotto che si vorrebbe proclamare come un ottimo simulatore. Sarà possibile, ad esempio, andare a zig-zag anche a 300 all'ora senza che la macchina accusi il minimo sbilanciamento. Anche l'uscita dalla curva richiederà poca perizia nel dosare l'acceleratore e inoltre l'auto sarà immune da ogni sbandamento, così come uscire dalla pista per toccare l'erba con i pneumatici provocherà solo un rallentamento ma non un'effettiva perdita di aderenza. Non ci siamo, decisamente: mantenere l'auto in pista é fin troppo facile e viene meno la sensazione di precarietà che dovrebbe essere propria di chi guida a folli velocità... La tranquillità, al contrario, fa da padrona
Circa l'effetto della preparazione dell'auto, ci limitiamo a notare come cambiare l'assetto non risulti determinante, se non per guadagnare un paio di secondi. E' comunque possibile, per intenderci, vincere sul circuito di Monza utilizzando gli stessi settaggi adottati a Montecarlo
THE THIRD PLACE
E' inutile dire che, giunti a questo punto della recensione, chiunque spererebbe in un riscatto dal punto di vista grafico. Per quanto il sottoscritto potrà sembrarvi drastico, la verità é che il lavoro cosmetico non soddisfa pienamente le aspettative che si potevano legittimamente nutrire. Le auto sono ben riprodotte, certo, anche il clipping sembra essere stato bandito e la velocità raggiunta é davvero degna di nota. Tuttavia, un lavoro che poteva sembrare discreto, a tratti ottimo, viene compromesso da una sostanziale instabilità del motore grafico, che dispensa scatti e rallentamenti a iosa. Che le auto visualizzate siano una o venti, poco importa...Tutta la frenesia della velocità viene spesso interrotta da evidenti acciacchi di un motore ampiamente migliorabile, un aspetto, questo, che va a inficiare una realizzazione visiva virtualmente notevole. Il dettaglio raggiunto é decisamente al di sopra della media e non mancano le chicche come gli uomini che vi aspetteranno ai box. Ma, si sa, in F1 bisogna correre e sacrificare qualche poligono in nome di una maggior fluidità avrebbe certamente giovato. La sensazione manifestata in apertura, quindi, viene ampiamente confermata: un prodotto frettoloso, confezionato perché così doveva essere, ma senza cuore e senza spirito.
F1 Championship Season 2000
F1 Championship Season 2000
Prodotto dopo prodotto, anno dopo anno, siamo ancora qui a criticare un prodotto EA, che poteva risultare certamente migliore. Quello che è certo è che F1 Championship Season 2000 venderà la sua brava quantità di copie (come ha già fatto, assestandosi tra i primissimi nella classifica di vendite di titoli per PS2 in Italia), il tutto grazie alla carenza cronica di concorrenti. L'unico motivo che potrebbe spingere all'acquisto, in effetti, è l'assenza di un'adeguato "nemico", per il resto, spulciando qua e là, non un solo motivo consiglierebbe un acquisto quanto mai incauto. Il dettaglio grafico, soltanto, merita una menzione particolare, tuttavia come detto in recensione, tutto il lavoro cosmetico è compromesso da scatti e rallentamenti degni di un PC d'annata. E quello che più stupisce è che la versione per la sorella minore PSOne, fatte le debite proporzioni, si rivela decisamente migliore, alla faccia della Next Generation! Un altro buco nell'acqua, un'altra illusione dissolta, un nuovo prodotto nel mare della mediocrità che si va tristemente allargando nell'orizzonte PS2.