Fable 3
di
Trame e sottotrame, quest principali e secondari in perfetto stile Molyneaux, si annodano tra loro in una trama che vi verrà voglia di peroccere dall'inizio alla fine, senza trascurare nulla, salva l'immancabile necessità di scegliere se comportarvi da eroi senza macchia o da egoisti privi di scrupoli. Il problema, però, anche qui sta nell'impossibilità di aderire ad una scelta manichea assoluta, senza dubbio irrealistica ma tipica proprio della trama di una fiaba. Una volta saliti al trono, infatti (occhio allo spoiler!!! Chi non vuole sapere nulla sulla trama salti diretto alla fine del paragrafo), vi accorgerete che mantenere le proprie promesse "elettorali" e comportarsi generosamente con tutti potrebbe privare il regno della forza necessaria per difendersi da una minaccia che il vostro fratello presunto malvagio aveva messo in conto e in previsione della quale aveva mutuato il suo draconiano sistema di governo.
La conclusione amara di una campagna in cui l'eroe che ha perseguito il bene assoluto sempre e comunque si ritrova a vagare per un mondo spopolato dall'eccidio della sua gente, impreparata all'aggressione esterna perché troppo bene abituata, coccolata conriserve naturalie biblioteche invece di essere tartassata di fabbriche dietro casa e tasse esose, é allora che il bene non sempre vince, o perlomeno che può non rappresentare la scelta più conveiniente sulla base della ragione di stato. Il che, seppur machiavellianamente ineccepibile, é lontano a mio parere di un bel po' dallo spirito originario con il quale il gioco era stato in origine offerto al pubblico.
Il tempo delle cacce al balverino é (quasi) finito, dunque. Di questo passo, Fable 4 ci chiederà d'inseguire i poveri superstiti della speciein aride e inquinate savane, aggrappati all'affusto di una mitragliatrice pesante montata nel retro di un pick-up. Oppure predare armati di carabine d'assalto le caverne degli ultimi hobbes, dopo averli stanati con bombe intelligenti che scavano le montagne. La favola di Molyneaux sembra davvero aver intonato, con questo terzo capitolo, il suo canto del cigno, magnifico ma un po' triste.
Peterappare stanco dell'idea e finisce per citare se stesso, come accade con la caccia alle gargoyles, geniale trovata del secondo capitolo, qui clonata in tutto salvo che nel fatto che i doccioni gotici parlanti sono diventati antipaticissimi gnomi da giardino, o con la paatetica perpetuazione di tutta la faccenda del sesso e della gestione della famiglia che, con tutto il rispettoper il genio inglese della Lyonhead, nei videogiochi sembra sempre (a chiunque abbia una vita di relazione normale quando non é alla tastiera, perlomeno)fuori posto, uin po'come lo zucchero a velo sull'amatriciana. Sia che si intepretino gli interludi con personaggi dell'altro sesso(o dello stesso!, sic!)in chiave gotica neoromantica stile Twilight, con gran mostra di spalle nude, pettinature emo, sguardi da cerbiatto e dissolvenzecome inDragon Age, sia che lo si renda in chiave goliardico-pecoreccia come lo zin-zin semimascherato di Fable, contanto di incursione nel campo della dottrina sociale (un solo credo: usa il condom e fai sesso come ti pare e con chi vuoi, che va bene) che non tutti, grazie a Dio, si bevono a garganella comemagari allo zio Peter piacerebbe, il risultato é quasi sempre imbarazzante.
Al team Lyonhead é decisamente tempo di aprire le finestre e lasciar entrare un po' di vento fresco, che schiarisca le idee un po' a tutti, a partire dal boss Molyneaux, permettendo loro di recuperare quella verve creativa che ha fatto la differenza con altri sviluppatori in questi ultimi anni. La versione da PC di Fable 3, infatti, che segue di qualche mese quella da console emulandola in tutto e per tutto, luci ed ombre incluse, al punto di suggerire di adottare il gamepad di Xbox 360 come periferica di controllo ideale, conferma la sensazione di stagnazione delle idee. Trama complessa e con qualche piacevvole colpo di scena, tante sottoquest anche se non tutte imperdibili, minigiochi inediti (ma simili concettualmente a quelli del secondo capitolo) e tutto il resto. Il menu sembra completo ma, guardando con attenzione, si ha la sensazione di qualcosa di già visto che uno, da un titolo targato Molyneaux, e non importa se accanto c'é un numero maggiore di 1 che indica inequivocabilmente la sua natura di sequel, proprio non se l'aspetterebbe. Il sistema di interazione con i tanti personaggi che s'incontrano e con i quali é possibile intessere relazioni, poi, abbandona l'impostazione pressoché perfetta di Fable 2 per avventurarsi in una nuova formula che definire fastidiosa e poco intuitiva ci sembra anche troppo generoso.
Sui dettagli di trama, gameplay e aspetti tecnici si é già diffusamente espresso, qualche tempo, fa, sua grazia serenissima Lord Gambino, nell'ottima recensione sulla versione per Xbox 360 apparsa su queste pagine, e alla quale vi rimando. le caratteristiche del porting per PC, infatti, sono praticamente identiche, fatta eccezione per l'inedita opzione 3D, riservata ai possessori di un hardware adeguato, targato Nvidia come da prescrizioni dello sviluppatore. Eviterò pertanto inutili ridondanze, limitandomi a commentare favorevolmente l'adattamento tecnico del motore del gioco alle architetture sicuramente meno standardizzate dei personal computer. Il gioco gira bene anche su macchine non high end e l'aspetto e il frame rate si mantengono sempre ad ottimi livelli, pur senza migliorare sostanzialmente i risultati peraltroi ottimi visti sulla console con la grande X. Microsoft ha giocato in casa, stavolta, e si vede, anche se ci sono stati segnalati alcuni intoppi nell'aggiornamento di Windows Live proprio in questi giorni.
Impossibile pensare di congedarsi dalla trilogia senza provare, giocare e finire (quanto meno la campagna principale) questo terzo capitolo di Fable. Mi mancheranno i balverini e gli hobbes, potete giurarci, ma quanto al resto, una volta finiti di scorrere i titoli di testa, rimasti con una manciata di sottoquest da completare in regime di sandbox, non ho avuto remore a spegnere, disinstallare e congedarmi dal titolo. Ci sarà un Fable 4? Solo Peter Molyneaux saprebbe rispondere, anche se io scommetterei una pinta di scura sul no. Albion ormai ha raccontato quel che doveva a tutti noi, Pete. Forse é davvero venuto il tempo di lasciarsela alle spalle e voltarepagina del tuo libro di fiabe. Alla prossima!
La conclusione amara di una campagna in cui l'eroe che ha perseguito il bene assoluto sempre e comunque si ritrova a vagare per un mondo spopolato dall'eccidio della sua gente, impreparata all'aggressione esterna perché troppo bene abituata, coccolata conriserve naturalie biblioteche invece di essere tartassata di fabbriche dietro casa e tasse esose, é allora che il bene non sempre vince, o perlomeno che può non rappresentare la scelta più conveiniente sulla base della ragione di stato. Il che, seppur machiavellianamente ineccepibile, é lontano a mio parere di un bel po' dallo spirito originario con il quale il gioco era stato in origine offerto al pubblico.
Il tempo delle cacce al balverino é (quasi) finito, dunque. Di questo passo, Fable 4 ci chiederà d'inseguire i poveri superstiti della speciein aride e inquinate savane, aggrappati all'affusto di una mitragliatrice pesante montata nel retro di un pick-up. Oppure predare armati di carabine d'assalto le caverne degli ultimi hobbes, dopo averli stanati con bombe intelligenti che scavano le montagne. La favola di Molyneaux sembra davvero aver intonato, con questo terzo capitolo, il suo canto del cigno, magnifico ma un po' triste.
Peterappare stanco dell'idea e finisce per citare se stesso, come accade con la caccia alle gargoyles, geniale trovata del secondo capitolo, qui clonata in tutto salvo che nel fatto che i doccioni gotici parlanti sono diventati antipaticissimi gnomi da giardino, o con la paatetica perpetuazione di tutta la faccenda del sesso e della gestione della famiglia che, con tutto il rispettoper il genio inglese della Lyonhead, nei videogiochi sembra sempre (a chiunque abbia una vita di relazione normale quando non é alla tastiera, perlomeno)fuori posto, uin po'come lo zucchero a velo sull'amatriciana. Sia che si intepretino gli interludi con personaggi dell'altro sesso(o dello stesso!, sic!)in chiave gotica neoromantica stile Twilight, con gran mostra di spalle nude, pettinature emo, sguardi da cerbiatto e dissolvenzecome inDragon Age, sia che lo si renda in chiave goliardico-pecoreccia come lo zin-zin semimascherato di Fable, contanto di incursione nel campo della dottrina sociale (un solo credo: usa il condom e fai sesso come ti pare e con chi vuoi, che va bene) che non tutti, grazie a Dio, si bevono a garganella comemagari allo zio Peter piacerebbe, il risultato é quasi sempre imbarazzante.
Al team Lyonhead é decisamente tempo di aprire le finestre e lasciar entrare un po' di vento fresco, che schiarisca le idee un po' a tutti, a partire dal boss Molyneaux, permettendo loro di recuperare quella verve creativa che ha fatto la differenza con altri sviluppatori in questi ultimi anni. La versione da PC di Fable 3, infatti, che segue di qualche mese quella da console emulandola in tutto e per tutto, luci ed ombre incluse, al punto di suggerire di adottare il gamepad di Xbox 360 come periferica di controllo ideale, conferma la sensazione di stagnazione delle idee. Trama complessa e con qualche piacevvole colpo di scena, tante sottoquest anche se non tutte imperdibili, minigiochi inediti (ma simili concettualmente a quelli del secondo capitolo) e tutto il resto. Il menu sembra completo ma, guardando con attenzione, si ha la sensazione di qualcosa di già visto che uno, da un titolo targato Molyneaux, e non importa se accanto c'é un numero maggiore di 1 che indica inequivocabilmente la sua natura di sequel, proprio non se l'aspetterebbe. Il sistema di interazione con i tanti personaggi che s'incontrano e con i quali é possibile intessere relazioni, poi, abbandona l'impostazione pressoché perfetta di Fable 2 per avventurarsi in una nuova formula che definire fastidiosa e poco intuitiva ci sembra anche troppo generoso.
Sui dettagli di trama, gameplay e aspetti tecnici si é già diffusamente espresso, qualche tempo, fa, sua grazia serenissima Lord Gambino, nell'ottima recensione sulla versione per Xbox 360 apparsa su queste pagine, e alla quale vi rimando. le caratteristiche del porting per PC, infatti, sono praticamente identiche, fatta eccezione per l'inedita opzione 3D, riservata ai possessori di un hardware adeguato, targato Nvidia come da prescrizioni dello sviluppatore. Eviterò pertanto inutili ridondanze, limitandomi a commentare favorevolmente l'adattamento tecnico del motore del gioco alle architetture sicuramente meno standardizzate dei personal computer. Il gioco gira bene anche su macchine non high end e l'aspetto e il frame rate si mantengono sempre ad ottimi livelli, pur senza migliorare sostanzialmente i risultati peraltroi ottimi visti sulla console con la grande X. Microsoft ha giocato in casa, stavolta, e si vede, anche se ci sono stati segnalati alcuni intoppi nell'aggiornamento di Windows Live proprio in questi giorni.
Impossibile pensare di congedarsi dalla trilogia senza provare, giocare e finire (quanto meno la campagna principale) questo terzo capitolo di Fable. Mi mancheranno i balverini e gli hobbes, potete giurarci, ma quanto al resto, una volta finiti di scorrere i titoli di testa, rimasti con una manciata di sottoquest da completare in regime di sandbox, non ho avuto remore a spegnere, disinstallare e congedarmi dal titolo. Ci sarà un Fable 4? Solo Peter Molyneaux saprebbe rispondere, anche se io scommetterei una pinta di scura sul no. Albion ormai ha raccontato quel che doveva a tutti noi, Pete. Forse é davvero venuto il tempo di lasciarsela alle spalle e voltarepagina del tuo libro di fiabe. Alla prossima!