Facebreaker
di
Tra il serio, il faceto... e il gancio destro alla mascella!
Per alcuni la boxe é un'arte nobile, sport dalle grandi tradizioni, dove tecnica e strategia si sposano con agilità e potenza. Per altri, rappresenta un mero sfoggio di forza bruta, dove i contendenti non fanno altro che suonarsele di santa ragione senza tanti complimenti. Che siate dell'una o dell'altra corrente di pensiero, non avrete troppi problemi a capire che, nel mondo dei videogame, una disciplina sportiva può essere affrontata o rivolgendosi alle simulazioni più rigorose, o buttandosi sul campo più squisitamente arcade.
Dopo la simulazione pugilistica per eccellenza, Fight Night Round 3, in casa Electronic Arts si é pensato di variare il tiro, passando ad una rappresentazione più scanzonata e diretta della disciplina in questione. Nasce così Facebreaker, gioco dove un gruppo di lottatori decisamente inusuali si sfidano sul ring per conquistare le ambite cinture dei campioni. Dimenticate arbitri, regole e punteggi: adesso l'unica cosa che conta é mandare l'avversario al tappeto, possibilmente cambiandogli i connotati!
Che Facebreaker non abbia la minima intenzione di avere punti d'incontro con la realtà, risulta chiaro sin dai primi momenti in cui vi si posa lo sguardo. A dare il benvenuto al videogiocatore é un'esplosione di colori, poggiata sul solido motore grafico a cui ci ha ormai abituato EA, questa volta impiegato a dare forma e sostanza ad una atmosfera volutamente comica e surreale, dove ogni elemento assume la connotazione di caricatura.
Fanno così a propria comparsa tutti gli atleti disponibili, ognuno dotato di un look improbabile e di un set di mosse segrete più o meno utili. I personaggi vanno dal muscoloso Ice alla bella Sparrow, passando per individui singolari come un ninja sovrappeso o uno stregone esperto di voodoo. Si capisce subito come l'ambientazione pugilistica sia semplicemente un escamotage per proporre diversi cliché che i giocatori più esperti hanno già potuto incontrare nei vari picchiaduro usciti sino ad oggi.
Ma come é naturale, la vera e propria anima di Facebreaker viene a svelarsi una volta indossati i guantoni. Le modalità di gioco disponibili si dividono nel classico combattimento veloce, nel torneo customizzabile a seconda delle proprie preferenze, nel gioco online e nella sfida per la conquista dei trofei mondiali. Sebbene una prima occhiata possa dare l'impressione di una varietà sufficiente, basterà poco tempo per rendersi conto che le differenze sostanziali tra le varie opzioni sono praticamente nulle. Nonostante i simpatici nomi in cui sono descritte le varie scelte (nomi disponibili solo in lingua inglese, come tutto il gioco), ci si troverà in ogni caso ad affrontare una piatta sequela di combattimenti, senza il minimo fattore di cambiamento, nemmeno in quella che dovrebbe essere la "carriera". Unico vero punto su cui potremo far sentire la nostra volontà decisionale, é il livello di difficoltà della sfida e il settaggio di alcuni tradizionali elementi come, ad esempio, il numero dei round giocabili a match.
Fratturami l'avambraccio e chiedimi se sono felice
Una volta incrociati i guantoni con il proprio avversario, il protagonista indiscusso della scena, diventa il gameplay. Gli sviluppatori di Electronic Arts hanno ideato uno stile totalmente alieno rispetto a quello del celebre "cugino" Fight Night Round 3. Messa da parte la gestione dei colpi tramite leve analogiche, tornano a dominare i pulsanti digitali, dandoci la possibilità di parare, colpire alto, sferrare un pugno basso, fare una mossa speciale e cercare di eseguire una presa sul malcapitato sfidante. Mettete pure a sedere l'intenzione di dare pochi colpi ben mirati, perché a farla da padrone questa volta saranno le combo.
Più danni metteremo a segno in rapida successione, più si riempirà una barra posizionata nella parte bassa dello schermo, composta da quattro tacche. Premendo il tasto della mossa speciale, in base a quante tacche avremo riempito, eseguiremo una delle mosse "breaker", tanto potente quanto sarà la carica acquisita. Si passa dalle temibili SkyBreaker, BoneBreaker e GroundBreaker per poi arrivare alla FaceBreaker, esecuzione devastante che se messa a segno in qualsiasi momento del match, manderà definitivamente fuori combattimento il nostro antagonista.
Logicamente, chi ci si parerà di fronte non starà a guardare, cercando come noi di essere il primo a mettere a segno la combo vincente. Tutto quindi passa per il meccanismo delle schivate e dei contrattacchi. Tramite la pressione prolungata di un pulsante/pugno, potremo eludere l'attacco avversario e metterne a segno uno, simile discorso unendo la parata con un colpo, combinazione che può interrompere la sequenza nemica per dare il via alla nostra. Quella che in teoria sembra una interessante lotta basata sul tempismo e la giusta lettura dell'azione avversaria, all'atto pratico si rivela molto meno esaltante di quel che ci aspettavamo.
Principalmente, ci si ritrova puntualmente catapultati in una rissa corpo a corpo dove non si fa altro che premere di continuo i pulsanti tra combo e contrattacchi, anche perché una volta che saremo riusciti a rispondere a dovere, nulla vieta che anche l'altro pugile possa rispondere (scusate il gioco di parole) con un contro-contrattacco, e via discorrendo, dando anche vita a stucchevoli fasi di continui ribaltamenti di fronte. La calibrazione del livello di difficoltà non aiuta, visto che ai gradi più bassi basterà prendere confidenza con lo stile del pugile guidato dalla cpu per capire come batterlo, mentre salendo i vari gradini si subirà quasi inevitabilmente una tempesta incessante di pugni, con l'impressione di poter fare ben poco per quanto ci si possa sforzare o allenare.
Giocare contro un avversario umano si rivela leggermente più divertente, soprattutto in locale, mentre il multiplayer online, per quanto discretamente implementato, vive sotto il continuo rischio legato alla lag. Non che il problema sia generalizzato, ma il minimo rallentamento può compromettere il risultato del match, vista la grande importanza che il titolo infonde nel tempismo della pressione del tasto giusto. Per vincere un'incontro, qualora non si riuscisse a tirare fuori dal cilindro un FaceBreaker, non basterà picchiare chi avremo davanti di santa ragione, ma dovremo obbligatoriamente metterlo knock out. Non solo sbatterlo al tappeto, ma farlo dopo aver svuotato a suon di jab e diretti la sua barra della salute. Privandolo per tre volte dell'energia (e della dignità), porteremo a casa una vittoria. Nel caso in cui nessuno fosse riuscito a portare a segno tre k.o. prima della fine dei canonici tre round, entreremo nella modalità sudden death, dove il primo a finire per terra sarà dichiarato sconfitto.
Dal punto di vista tecnico, Facebreaker fa il suo "dovere", sia per quanto riguarda la grafica, sia per il lato sonoro. La colonna sonora offre un buon numero di brani, come ormai é piacevole tradizione nei giochi della EA Sport, mentre lascia qualche dubbio per la varietà degli effetti ascoltabili durante le partite. Visivamente, come accennato ad inizio articolo, lo stile a "cartone animato" é reso ottimamente (anche se i vari atleti, non brillano certo per originalità), grazie anche alle espressioni comiche rese sui visi dei nostri combattenti. Non mancano purtroppo alcuni problemi legati alle collisioni tra poligoni, ma il lavoro svolto in sede di sviluppo non può dirsi, almeno sotto questo punto di vista, fallito. Fiore all'occhiello della produzione, é sicuramente l'editor per i lottatori. Oltre alle classiche opzioni di customizzazione dei modelli presenti, é possibile caricare le proprie foto sui server EA, per poi farle elaborare dal motore grafico e veder così creato un nostro alter-ego pronto a farsi valere sul ring. Similarmente, é utilizzabile la Live Camera Vision, per una realizzazione ancora più immediata del tutto.
Si viene così a creare un circuito in cui i giocatori di tutto il mondo possono creare pugili di fantasia o basati su persone reali, mettendoli a disposizione degli altri utenti, in quella che é a tutti gli effetti una grande fabbrica di boxeur. Un vero peccato vedere l'ottime idea applicata ad un gameplay molto poco soddisfacente. E' pur vero che i bonus sbloccabili (lottatori, ring e opzioni per leditor) sono presenti in buon numero, ma la decisione i renderli accessibili con il semplice susseguirsi delle partite, quindi anche perdendo gli incontri, fa decadere quel poco di spirito di sfida presente nel titolo. Facebreaker dunque fallisce in quel che si chiede in primis ad un videogame: divertire. Quantomeno, il contorno può considerarsi molto piacevole. Troppo poco per promuovere il gioco attuale, base interessante qualora Electronic Arts volesse lavorare su un secondo capitolo. In fondo, il pugile migliore, é quello che quando viene sconfitto, inizia subito a lavorare per la rivincita...
Per alcuni la boxe é un'arte nobile, sport dalle grandi tradizioni, dove tecnica e strategia si sposano con agilità e potenza. Per altri, rappresenta un mero sfoggio di forza bruta, dove i contendenti non fanno altro che suonarsele di santa ragione senza tanti complimenti. Che siate dell'una o dell'altra corrente di pensiero, non avrete troppi problemi a capire che, nel mondo dei videogame, una disciplina sportiva può essere affrontata o rivolgendosi alle simulazioni più rigorose, o buttandosi sul campo più squisitamente arcade.
Dopo la simulazione pugilistica per eccellenza, Fight Night Round 3, in casa Electronic Arts si é pensato di variare il tiro, passando ad una rappresentazione più scanzonata e diretta della disciplina in questione. Nasce così Facebreaker, gioco dove un gruppo di lottatori decisamente inusuali si sfidano sul ring per conquistare le ambite cinture dei campioni. Dimenticate arbitri, regole e punteggi: adesso l'unica cosa che conta é mandare l'avversario al tappeto, possibilmente cambiandogli i connotati!
Che Facebreaker non abbia la minima intenzione di avere punti d'incontro con la realtà, risulta chiaro sin dai primi momenti in cui vi si posa lo sguardo. A dare il benvenuto al videogiocatore é un'esplosione di colori, poggiata sul solido motore grafico a cui ci ha ormai abituato EA, questa volta impiegato a dare forma e sostanza ad una atmosfera volutamente comica e surreale, dove ogni elemento assume la connotazione di caricatura.
Fanno così a propria comparsa tutti gli atleti disponibili, ognuno dotato di un look improbabile e di un set di mosse segrete più o meno utili. I personaggi vanno dal muscoloso Ice alla bella Sparrow, passando per individui singolari come un ninja sovrappeso o uno stregone esperto di voodoo. Si capisce subito come l'ambientazione pugilistica sia semplicemente un escamotage per proporre diversi cliché che i giocatori più esperti hanno già potuto incontrare nei vari picchiaduro usciti sino ad oggi.
Ma come é naturale, la vera e propria anima di Facebreaker viene a svelarsi una volta indossati i guantoni. Le modalità di gioco disponibili si dividono nel classico combattimento veloce, nel torneo customizzabile a seconda delle proprie preferenze, nel gioco online e nella sfida per la conquista dei trofei mondiali. Sebbene una prima occhiata possa dare l'impressione di una varietà sufficiente, basterà poco tempo per rendersi conto che le differenze sostanziali tra le varie opzioni sono praticamente nulle. Nonostante i simpatici nomi in cui sono descritte le varie scelte (nomi disponibili solo in lingua inglese, come tutto il gioco), ci si troverà in ogni caso ad affrontare una piatta sequela di combattimenti, senza il minimo fattore di cambiamento, nemmeno in quella che dovrebbe essere la "carriera". Unico vero punto su cui potremo far sentire la nostra volontà decisionale, é il livello di difficoltà della sfida e il settaggio di alcuni tradizionali elementi come, ad esempio, il numero dei round giocabili a match.
Fratturami l'avambraccio e chiedimi se sono felice
Una volta incrociati i guantoni con il proprio avversario, il protagonista indiscusso della scena, diventa il gameplay. Gli sviluppatori di Electronic Arts hanno ideato uno stile totalmente alieno rispetto a quello del celebre "cugino" Fight Night Round 3. Messa da parte la gestione dei colpi tramite leve analogiche, tornano a dominare i pulsanti digitali, dandoci la possibilità di parare, colpire alto, sferrare un pugno basso, fare una mossa speciale e cercare di eseguire una presa sul malcapitato sfidante. Mettete pure a sedere l'intenzione di dare pochi colpi ben mirati, perché a farla da padrone questa volta saranno le combo.
Più danni metteremo a segno in rapida successione, più si riempirà una barra posizionata nella parte bassa dello schermo, composta da quattro tacche. Premendo il tasto della mossa speciale, in base a quante tacche avremo riempito, eseguiremo una delle mosse "breaker", tanto potente quanto sarà la carica acquisita. Si passa dalle temibili SkyBreaker, BoneBreaker e GroundBreaker per poi arrivare alla FaceBreaker, esecuzione devastante che se messa a segno in qualsiasi momento del match, manderà definitivamente fuori combattimento il nostro antagonista.
Logicamente, chi ci si parerà di fronte non starà a guardare, cercando come noi di essere il primo a mettere a segno la combo vincente. Tutto quindi passa per il meccanismo delle schivate e dei contrattacchi. Tramite la pressione prolungata di un pulsante/pugno, potremo eludere l'attacco avversario e metterne a segno uno, simile discorso unendo la parata con un colpo, combinazione che può interrompere la sequenza nemica per dare il via alla nostra. Quella che in teoria sembra una interessante lotta basata sul tempismo e la giusta lettura dell'azione avversaria, all'atto pratico si rivela molto meno esaltante di quel che ci aspettavamo.
Principalmente, ci si ritrova puntualmente catapultati in una rissa corpo a corpo dove non si fa altro che premere di continuo i pulsanti tra combo e contrattacchi, anche perché una volta che saremo riusciti a rispondere a dovere, nulla vieta che anche l'altro pugile possa rispondere (scusate il gioco di parole) con un contro-contrattacco, e via discorrendo, dando anche vita a stucchevoli fasi di continui ribaltamenti di fronte. La calibrazione del livello di difficoltà non aiuta, visto che ai gradi più bassi basterà prendere confidenza con lo stile del pugile guidato dalla cpu per capire come batterlo, mentre salendo i vari gradini si subirà quasi inevitabilmente una tempesta incessante di pugni, con l'impressione di poter fare ben poco per quanto ci si possa sforzare o allenare.
Giocare contro un avversario umano si rivela leggermente più divertente, soprattutto in locale, mentre il multiplayer online, per quanto discretamente implementato, vive sotto il continuo rischio legato alla lag. Non che il problema sia generalizzato, ma il minimo rallentamento può compromettere il risultato del match, vista la grande importanza che il titolo infonde nel tempismo della pressione del tasto giusto. Per vincere un'incontro, qualora non si riuscisse a tirare fuori dal cilindro un FaceBreaker, non basterà picchiare chi avremo davanti di santa ragione, ma dovremo obbligatoriamente metterlo knock out. Non solo sbatterlo al tappeto, ma farlo dopo aver svuotato a suon di jab e diretti la sua barra della salute. Privandolo per tre volte dell'energia (e della dignità), porteremo a casa una vittoria. Nel caso in cui nessuno fosse riuscito a portare a segno tre k.o. prima della fine dei canonici tre round, entreremo nella modalità sudden death, dove il primo a finire per terra sarà dichiarato sconfitto.
Dal punto di vista tecnico, Facebreaker fa il suo "dovere", sia per quanto riguarda la grafica, sia per il lato sonoro. La colonna sonora offre un buon numero di brani, come ormai é piacevole tradizione nei giochi della EA Sport, mentre lascia qualche dubbio per la varietà degli effetti ascoltabili durante le partite. Visivamente, come accennato ad inizio articolo, lo stile a "cartone animato" é reso ottimamente (anche se i vari atleti, non brillano certo per originalità), grazie anche alle espressioni comiche rese sui visi dei nostri combattenti. Non mancano purtroppo alcuni problemi legati alle collisioni tra poligoni, ma il lavoro svolto in sede di sviluppo non può dirsi, almeno sotto questo punto di vista, fallito. Fiore all'occhiello della produzione, é sicuramente l'editor per i lottatori. Oltre alle classiche opzioni di customizzazione dei modelli presenti, é possibile caricare le proprie foto sui server EA, per poi farle elaborare dal motore grafico e veder così creato un nostro alter-ego pronto a farsi valere sul ring. Similarmente, é utilizzabile la Live Camera Vision, per una realizzazione ancora più immediata del tutto.
Si viene così a creare un circuito in cui i giocatori di tutto il mondo possono creare pugili di fantasia o basati su persone reali, mettendoli a disposizione degli altri utenti, in quella che é a tutti gli effetti una grande fabbrica di boxeur. Un vero peccato vedere l'ottime idea applicata ad un gameplay molto poco soddisfacente. E' pur vero che i bonus sbloccabili (lottatori, ring e opzioni per leditor) sono presenti in buon numero, ma la decisione i renderli accessibili con il semplice susseguirsi delle partite, quindi anche perdendo gli incontri, fa decadere quel poco di spirito di sfida presente nel titolo. Facebreaker dunque fallisce in quel che si chiede in primis ad un videogame: divertire. Quantomeno, il contorno può considerarsi molto piacevole. Troppo poco per promuovere il gioco attuale, base interessante qualora Electronic Arts volesse lavorare su un secondo capitolo. In fondo, il pugile migliore, é quello che quando viene sconfitto, inizia subito a lavorare per la rivincita...