Fahrenheit
di
Una tale complessità strutturale meritava necessariamente un sistema di controllo di pari livello. Investigare sugli eventi in corso, interrogare i sospettati e, dulcis in fundo, combattere a mani nude contro esseri demoniaci dovevano essere perfettamente assimilabili e intuitivi. Il primo momento è, forse, di smarrimento. In pieno stile Hollywoodiano il giocatore potrà non solo gestire il movimento del protagonista, ma anche scegliere la telecamera con cui inquadrarlo per gestirne al meglio i movimenti e cogliere dettagli degli scenari altrimenti invisibili tramite l'inquadratura standard. Proprio sul sistema di controllo, però, portiamo all'attenzione due piccoli difetti che, sia chiaro, non intaccano assolutamente la qualità dell'opera. Il primo è di chiaro stampo strutturale. Spesso vi verrà richiesto di beccare il pixel esatto per aprire il menù contestuale di fronte ad un oggetto o ad una particolare situazione di gioco.
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Un problema, questo, che spesso si presenta anche in regime di "estrema urgenza", quando il tempo a vostra disposizione è veramente limitato. Inutile dire che "moccoli" e pad infortunati sono praticamente all'ordine del giorno. Il secondo difetto è più "logico". Come detto in precedenza, le sezioni più action del gioco, verranno scandite sullo schermo dalla rappresentazione "semplificata" dei due stick analogici. Un sistema che riporta alla memoria il Quick_Time Event, per intenderci. Il giocatore sarà chiamato a spostare la leva destra o sinistra (o in contemporanea), nel preciso momento in cui apparirà a schermo il comando adatto. A sequenza correttamente eseguita, corrisponderà l'azione corretta, o vice-versa. Il problema sostanzialmente risiede nel fatto che l'attenzione del giocatore si focalizza morbosamente sulle sequenza da eseguire, non permettendogli di godere appieno di quanto sta accadendo "dietro" .
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Ed è un po' un peccato perché per quanto Fahrenheit non presenti una grafica in grado di sbalordire per effetti speciali all'ultimo grido, riesce ugualmente a sbalordire per l'ottima riproduzione dei modelli corrispondenti ai personaggi e alle relative animazioni. Il tutto, poi, si muove all'interno di ambienti ben ricreati e altamente interattivi. D'altronde, basta dare uno sguardo ai filmati di produzione (sbloccabili attraverso un particolare sistema di punteggi), per capire come il lavoro alle spalle di Fahrenheit anche dal punto di vista prettamente "cinematografico", sia di primissimo livello. E sempre in tema di cinema, visto che Cage tiene molto al connubio tra le Arti videoludiche e cinematografiche, è da segnalare la presenza del Maestro Badalamenti, chiamato da par suo a prendersi carico delle musiche. Inutile dire che tanto il main theme del gioco, quanto gli effetti sonori e il doppiaggio (alcuni personaggi sono "spellamani") sono di primissimo ordine.
Prima del commento finale è d'obbligo spendere due parole sulla longevità dell'opera. Una longevità che potremo definire "soggettiva" perché varierà in base alle vostre scelte, alla vostra abilità tanto nell'investigazione quanto nelle fasi d'azione ma che dovrebbe aggirarsi in una media di 6/8 ore. Poche, dirà qualcuno e forse con ragione. Sappiate però che tutti i punti "cruciali" dell'opera, ovvero quelli dove vi verrà richiesto di fare delle scelte drastiche o che presentano dei particolari bivi narrativi, verranno automaticamente salvati per permettervi, una volta concluso il gioco di riprendere da quel preciso punto per lasciarvi prendere magari una decisione differente. Il "senno di poi" il Fahrenheit non esiste.
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Un problema, questo, che spesso si presenta anche in regime di "estrema urgenza", quando il tempo a vostra disposizione è veramente limitato. Inutile dire che "moccoli" e pad infortunati sono praticamente all'ordine del giorno. Il secondo difetto è più "logico". Come detto in precedenza, le sezioni più action del gioco, verranno scandite sullo schermo dalla rappresentazione "semplificata" dei due stick analogici. Un sistema che riporta alla memoria il Quick_Time Event, per intenderci. Il giocatore sarà chiamato a spostare la leva destra o sinistra (o in contemporanea), nel preciso momento in cui apparirà a schermo il comando adatto. A sequenza correttamente eseguita, corrisponderà l'azione corretta, o vice-versa. Il problema sostanzialmente risiede nel fatto che l'attenzione del giocatore si focalizza morbosamente sulle sequenza da eseguire, non permettendogli di godere appieno di quanto sta accadendo "dietro" .
Ed è un po' un peccato perché per quanto Fahrenheit non presenti una grafica in grado di sbalordire per effetti speciali all'ultimo grido, riesce ugualmente a sbalordire per l'ottima riproduzione dei modelli corrispondenti ai personaggi e alle relative animazioni. Il tutto, poi, si muove all'interno di ambienti ben ricreati e altamente interattivi. D'altronde, basta dare uno sguardo ai filmati di produzione (sbloccabili attraverso un particolare sistema di punteggi), per capire come il lavoro alle spalle di Fahrenheit anche dal punto di vista prettamente "cinematografico", sia di primissimo livello. E sempre in tema di cinema, visto che Cage tiene molto al connubio tra le Arti videoludiche e cinematografiche, è da segnalare la presenza del Maestro Badalamenti, chiamato da par suo a prendersi carico delle musiche. Inutile dire che tanto il main theme del gioco, quanto gli effetti sonori e il doppiaggio (alcuni personaggi sono "spellamani") sono di primissimo ordine.
Prima del commento finale è d'obbligo spendere due parole sulla longevità dell'opera. Una longevità che potremo definire "soggettiva" perché varierà in base alle vostre scelte, alla vostra abilità tanto nell'investigazione quanto nelle fasi d'azione ma che dovrebbe aggirarsi in una media di 6/8 ore. Poche, dirà qualcuno e forse con ragione. Sappiate però che tutti i punti "cruciali" dell'opera, ovvero quelli dove vi verrà richiesto di fare delle scelte drastiche o che presentano dei particolari bivi narrativi, verranno automaticamente salvati per permettervi, una volta concluso il gioco di riprendere da quel preciso punto per lasciarvi prendere magari una decisione differente. Il "senno di poi" il Fahrenheit non esiste.