Far Cry 2

di Marco Modugno
Cinquanta chilometri quadrati. In termini assoluti non sono poi così tanti, forse, ma se associamo una simile misura di superficie alla mappa free-roaming di un videogioco con grafica ad alta definizione, il dato rischia di costituire un precedente scomodo, o se si preferisce un record da superare per qualunque futuro concorrente. Tanto per chiarire, rimanendo sui numeri, l'enorme mappa del pluriacclamato GTA: San Andreas si estendeva per “soli” trentasei chilometri quadrati. Grazie al cielo, o più esattamente al team di sviluppo, nelle confezioni del gioco si é pensato bene di allegare una mappa double-fàce (di tessuto nell'elegante collector's edition, di carta nelle altre), indispensabile guida per orientarsi nella giungla e nella savana africane, teatro delle avventure del nostro alter ego nel gioco.



Un'Africa (digitale) così, ve lo posso garantire, non l'avevate mai vista nemmeno sul canale del National Geographic. La vegetazione perfettamente riprodotta lascia spazio a fiumi, gole, rilievi montuosi, tratti desertici e squallidi villaggi dove i mucchi d'immondizia si alternano a desolanti baracche di lamiera. I versi degli animali accompagneranno le vostre notti insonni in giro per la foresta, e non sarà difficile incontrare vari esempi della fauna locale. Ben implementati anche gli effetti meteo (quando nell'Africa equatoriale piove, la parola “diluvia” si trasforma di colpo in un eufemismo!) e i passaggi dal giorno alla notte ci permettono di apprezzare incantevoli albe e tramonti da cartolina.

Il merito, ovviamente, va in gran parte all'eccellente motore grafico che gioca con i colori scuri (verdi e marroni più di tutti) in modo magistrale, senza farci rimpiangere troppo le cristalline acque tropicali dell'atollo visitato nel primo episodio. In quest'ambito, la versione PC sicuramente la fa da padrone, spremendo prestazioni insospettate alle nostre macchine iperpompate, a patto ovviamente di disporre dell'hardware adeguato (cioé quello consigliato qui accanto, tendente verso l'alto...). I porting per le console next-gen, che possono beneficiare della spettacolarità dei monitor HD da salotto, faticano un po' di più nelle scene concitate e nel gestire i movimenti più rapidi, mentre quella da PC nelle nostre mani, opportunamente patchata, fila liscia come l'olio, e in certi momenti sembra di vedere un film, più che texture di grafica.

Egregio anche il sonoro. Il doppiaggio in italiano risulta credibile e recitato in modo più che degno, senza che si sia dovuto scomodare per questo un cast da Oscar. L'eloquio dei nemici, in particolare, sboccato e provocatorio, si addice in modo eccellente alla loro rappresentazione visiva, brutta, sporca e cattiva. Un tantino troppo “cinematografico”, invece, il rumore delle armi, anche se c'é ancora abbastanza realismo da poter distinguere ad orecchio un AK-47 da un G3 (e regolarsi di conseguenza. Le musiche, infine, sono a tema “tribale” e risentono dinamicamente della situazione di gioco, contribuendo alla nostra percezione tattica generale. Quando i tam-tam cominciano a rullare, amici miei, é tempo di correre al riparo, visto che dopo il tuono arriva immancabilmente la pioggia (di piombo rovente)!

Il comparto tecnico é completato da un'intelligenza artificiale che conosce i suoi alti e bassi. Eccellente nel gestire il movimento degli avversari, spingendoli a compiere aggiramenti, agguati, ritirate strategiche o addirittura a soccorrere i propri compagni feriti portandoli al sicuro, finisce per dotarli di un'acutezza visiva e di una precisione nel tiro a distanza che risulta improbabile. Soprattutto visto che stiamo parlando di milizia africana con un sommario addestramento e non di forze speciali antiterrorismo occidentali. Sciropparsi un avvicinamento carponi di mezzo chilometro per abbattere una sentinella alle spalle con un colpo di machete per scoprire che essa ha comunque il tempo di gridare e di allertare una dozzina di compagni dal grilletto facile, capaci di metterci piombo in corpo da distanze inverosimili sparando in automatico, senza che noi si riesca nemmeno a vederli, può dar parecchio fastidio.

A riequilibrare il gioco viene per fortuna la possibilità di salvare in ogni momento (nella versione PC, quelle per Xbox 360 e PS3 si fondano sul sistema fastidiosissimo dei checkpoint) e l'implementazione progressiva della barra della vita, che nel prosieguo del gioco finirà per regalarci un'invulnerabilità quasi totale. L'energia viene gestita appunto con una barra divisa in più sezioni. Se feriti potremo attendere per recuperare, ma solo fino al massimo dell'ultima sezione decurtata. Per tornare al pieno delle forze, dunque, non ci resta che iniettarci uno stimolante che rintracceremo in dosi multiple nelle cassette di medicazione in giro per la mappa (una nota inquietante: la croce rossa storica delle cassette di Doom e soci é stata sostituita da un caduceo: non stiamo esagerando un po' con questa storia del politically correct, ragazzi?). Se la ferita é grave, oltre tutto, ci toccherà praticarci del pronto soccorso faidaté alla Rambo prima di assumere i farmaci. Roba del tipo di estrarre una pallottola dalla gamba o dal braccio con una pinza, strapparci via una scheggia rovente di granata o ridurre una lussazione al polso, tutto ovviamente senza nessuna anestesia (ahia!).



Il tempo di gioco é scandito, come dicevo prima, dallo scorrere del tempo e degli eventi atmosferici. Potrete comunque accelerarlo a vostro vantaggio, riposando il numero giusto di ore sulla brandina di uno dei vostri rifugi sicuri in attesa della notte, o del giorno. Queste spartane alcove sono sparse in giro per la mappa e vi toccherà conquistarle a colpi di fucile, strappandole a piccoli ma agguerriti gruppetti di miliziani. Oltre che dormirvi, potrete stoccare in appositi contenitori (da acquistare a parte, e ti pareva!...) le armi acquistate per riprendervele quando vi occorrono.

Un amico fidato che difficilmente vi tradirà, poi, sarà il fuoco. Potrete appiccarlo con un lanciafiamme o facendo saltare dei bidoni rossi sparsi per gli accampamenti nemici, magari provocando il brillamento della riservetta delle munizioni che scoppietteranno come pop-corn falciando chiunque si trovi nelle vicinanze, oppure incendiando un intero villaggio nemico costruito nell'erba alta e finendo poi i pochi superstiti scampati all'incendio con il fucile da cecchino.

Il compimento di missioni d'infiltrazione, incursione, assalto o salvataggio, talvolta un po' ripetitive, viene alternato a spostamenti nella mappa anche piuttosto lunghi, nel compiere i quali siamo per fortuna soccorsi dalla presenza di veicoli fuoristrada, più o meno armati, imbarcazioni e addirittura deltaplani (sì!!!) dei quali potremo impadronirci, una volta regolata ogni pendenza con i precedenti proprietari a suon di pallottole. Oppure, proprio come in GTA, potremo sfruttare la rete di autobus che collega i punti più distanti della mappa tra loro. Basta recarsi ad una fermata segnata sulla mappa e comparirà una lista di destinazioni raggiungibili.

Oltre alla mappa cartacea contenuta nella confezione, il nostro personaggio disporrà di un navigatore GPS che lo aiuterà, nel vero senso della parola, a non perdere mai la bussola. E non solo. La spia verde lampeggiante montata sul palmare si rivelerà indispensabile per radiolocalizzare le valigette contenenti i diamanti grezzi da usare come valuta di scambio nel gioco. Se le banconote, come dice uno dei PNG all'inizio della storia, sono carta straccia in Africa, le pietruzze saranno invece le vostre migliori amiche per acquistare armi (quelle raccolte in terra o dai nemici sono arrugginite e spesso s'inceppano, ahimé), potenziamenti, protezioni e... medicine! Come se la vita nella savana infestata di mercenari, miliziani e predoni non fosse già abbastanza complicata, infatti, il vostro personaggio mostra sin dall'inizio i fastidiosi sintomi della malaria. Guai a farsi sorprendere da una sfebbrata, magari proprio durante uno scontro a fuoco. Le pillole, però, costano diamanti sonanti, oppure favori da corrispondere ad una rete di assistenza clandestina dei profughi che fa capo ad un coraggioso sacerdote cattolico di colore.

Interessante, infine, la possibilità di fare amicizia con una dozzina di loschi figuri, provenienti dai quattro angoli del globo con esperienze militari e criminali variegate alle spalle, che potranno intervenire nelle situazioni più spinose per tirarvi fuori dai guai. Occhio, però. Non si tratta di “cavalleria” invulnerabile e anche il più agguerrito contractor finirà per farsi ammazzare, se non gli coprite le spalle o lo soccorrete quando viene ferito. Salvo che non siate proprio voi a spacciarlo, magari con un colpo alla nuca di sorpresa, per soffiargli un'arma che in quel momento vi occorre o, più semplicemente, perché vi siete scocciati di sprecare tutta quella morfina per tirarlo su, quando si fa beccare dai nemici rimanendo incastrato tra un edificio e un veicolo bruciato.

Della trama in sé, ci siamo riservati di parlare alla fine forse proprio perché, a discapito della lunghezza in termini di tempo per concluderla, rappresenta forse il tallone d'Achille del gioco. Lo stile adrenalinico lascia pochi spazi alle sequenze filmate e la missione principale, rintracciare e uccidere lo Sciacallo, temuto trafficante d'armi, viene presto sfumata e rischia di essere dimenticata o comunque di passare in secondo piano tra una missione e un incontro casuale con una jeep gremita di predoni armati. Gli spostamenti tra un luogo e l'altro, inoltre, durante i quali sarete sottoposti ad un'inevitabile sequenza d'incontri causali sempre ostili, contribuisce a far avvertire a chi desidererebbe seguire il filo conduttore principale una sensazione di fastidio e talvolta d'insofferenza. Niente che non si possa perdonare, vista la ricchezza del gioco, ma forse un briciolo in più di cura a questo aspetto avrebbe promosso FC2 da “giocone” a “killer application”, senza dare possibilità di replica a chicchessia.

Come avete potuto leggere, il nuovo capitolo di Far Cry ha tutti i numeri per tenervi incollati al vostro mouse calibro 5.56 NATO per un bel po'. Almeno trenta ore, tanto per cominciare, che vi serviranno per portare a termine la trama della storia principale (salvo poi rimanere liberi di vagare per la mappa per raccogliere tutte le valigette, visitare tutti i posti di blocco, ecc.). Poi, inevitabilmente, toccherà al multiplayer che, piuttosto che regalarvi modalità inedite (presenti i soliti Deathmatch in singolo e a squadre, il Capture The Flag e la modalità di conquista denominata Territories), preferisce mettervi a disposizione un editor di mappe semplice e completo, con il quale potrete costruire pezzo per pezzo il vostro scenario e metterlo poi a disposizione sulla rete.
Il freddo invernale é ormai alle porte e, malaria, mercenari assetati di sangue e piogge torrenziali a parte, potrebbe valere davvero la pena andarsi a scaldare un po' al sole africano. Fate i bagagli e, mi raccomando, non dimenticate le compresse di chinino! Ci vediamo nella giungla!