Nel 2012 Far Cry 3 era riuscito a stupire tutti grazie ad una gameplay divertente e discretamente innovativo se paragonato agli open world disponibili sul mercato alla sua uscita. A distanza di due anni, Ubisoft riporta sugli scaffali il brand grazie al quarto capitolo ufficiale. Nuovi nemici, nuova location e nuova storia. Abbiamo passato diverse ore all'interno della regione del Kyrat, scoprite insieme a noi come é andata questa gita decisamente movimentata.
Ajay, ti ricordi di me?
La storia di Far Cry 4, come già largamente anticipato nei nostri precedenti articoli, ci metterà nei panni di Ajay Ghale, un ragazzo nato a Kyrat ed emigrato con la madre negli Stati Uniti. Il giovane dovrà tornare nel Kyrat da adulto per esaudire l'ultimo desiderio della madre ormai defunta: spargere le ceneri nella sua terra di origine.
Qui però si troverà difronte ad un paese in piena guerra civile che vede da una parte il folle dittatore Pagan Min, e dall'altra i ribelli del “sentiero d'oro” capitanati da Sabal e Amita. Senza neanche battere ciglio il nostro eroe per caso si troverà coinvolto in questa fondamentale diatriba, e come spesso accade in questi casi, si trasformerà in men che non si dica nell'ago della bilancia per quel che riguarda il futuro del paese.
Senza addentrarci ulteriormente nella narrazione - evitando così inutili spoiler - possiamo dirvi che la trama di Far Cry 4 intrattiene per tutta la durata delle sue 32 missioni (per circa 15 ore di gioco, circa.) raccontandoci una storia che, a dispetto di quella narrata nel terzo capitolo, ci vedrà nei panni di un uomo già “formato” ma alla ricerca di risposte sul suo passato e su quello dei suoi genitori.
Le missioni della Shangri-La sono decisamente evocative.
In tutto questo si inserirà ovviamente Pagan Min, un personaggio molto diverso da Vaas, con la funzione più da folle burattinaio che di guerrigliero applicato sul campo. Questa precisa identità ci porterà a vedere Pagan molto poco nel corso della storia, costringendo chi sta giocando a farsi largo tra i cadaveri dei suoi generali prima di potergli mettere le mani addosso.
In linea generale la trama é meno sensazionalistica rispetto a quella del terzo capitolo, e nonostante alcuni personaggi dal più che discreto spessore (su tutti citiamo Longinus, un folle mercenario che parla solo attraverso versetti della Bibbia), quella che si avverte é una forte sensazione di già visto. Intendiamoci, la cosa non va assolutamente interpreta in modo negativo, anzi.
Nonostante non riesca pienamente a stupire, ci saranno diversi passaggi che proprio come successo in passato, risulteranno estremamente appaganti e divertenti da giocare. Non da meno sarà la varietà delle missioni principali che, non tradendo la forte sensazione di già visto, alternerà tipologie di missioni già viste in passato, ad altre nuove per la serie. Tra le nuove non possiamo non citare quella dedicata all'epopea di Kalinag, un antico soldato Kyrati. Questa variante oltre ad offrire una versione molto particolare della leggenda dello Shagri-La, ci metterà davanti ad un gameplay profondamente diverso da quello classico che prevede un misto tra azione e stealth. vimager1, 2, 3
Difatti il nostro antico soldato oltre all'arco, potrà contare su una tigre che attraverso il tasto R1 potremo direzionare verso i nemici per farli assalire. Una variante che ci ha divertito e che ha la primaria funzione di spezzare il classico ritmo di gioco, riuscendoci pienamente.
Altra novità riguarda le missioni chiamate equilibrio di potere. Una volta conosciuti Sabal e Amita, due guerriglieri del sentiero d'oro, scopriremo anche due visioni ben distinte del futuro del Kyrat. Le missioni a loro dedicate ci chiederanno di seguire gli ordino di uno o dell'altra, con compiti sensibilmente differenti. Ogni scelta fatta influirà ovviamente su quelle future e, allargando il campo visivo, andranno ad influire anche su buona parte della struttura narrativa. Questa possibilità potrebbe spingere i giocatori a riprendere in mano il titolo una seconda volta per capire cosa succede, e seguire così percorsi narrativi differenti.
Inoltre, giocato a livello normale, il titolo offre un più discreto tasso di sfida con un paio di missioni che abbiamo notato toccano picchi di difficoltà elevati rispetto alla media. Niente in grado di portare alla frustrazione ma ci é sembrato giusto segnalarle. Tasso di sfida, che é anche aiutato da un'intelligenza artificiale più che degna, ed in grado di leggere abbastanza bene l'evoluzione dello scontro, dando anche il giusto approccio in base alla tipologia del nemico.
In generale possiamo quindi affermare che gli sviluppatori hanno costruito un'impalcatura narrativa in grado di supportare pienamente un sistema di gioco collaudato ed ancora estremamente divertente da giocare. L'amalgama tra azione stealth e approccio frenetico all'interno dell'open world é rimasta la stessa, nel bene e nel male.
Esploriamo il Kyrat
Trattandosi di un titolo free roaming, gran parte dell'esperienza é ovviamente legata all'esplorazione della mappa e alla risoluzione di missioni secondarie. In termini di grandezza ci troviamo davanti ad un Kyrat che può vantare più o meno la stessa vastità delle location del terzo capitolo. La grossa differenza é legata al rampino in dotazione di Ajay, e alla possibilità di esplorare gran parte delle ambientazioni anche in verticale, sfruttando appigli strategicamente posizionati dagli sviluppatori. Scelta che apre anche ad una serie di approcci differenti per quanto riguarda le singole missioni.
Molti elementi iconici della serie torneranno anche in questo capitolo come le famosi torri da scalare, che renderanno visibili gli oggetti e i luoghi sulla mappa. Gli avamposti nemici che una volta sbloccati attiveranno i viaggi rapidi e le missioni secondarie. La caccia, che attraverso una serie di apposite missioni dedicate ci permetterà di migliorare il nostro equipaggiamento; ed infine le famose gare sui mezzi di trasporto.
A questo si aggiungono poi tutta una serie di novità come la possibilità di rigiocarsi le conquiste degli avamposti per guadagnare punti esperienza e denaro. Missioni in cui ci verrà chiesto di salvare ostaggi, oppure di bloccare dei convogli del regime utilizzando la nostra nuova abilità che ci permette di sparare mentre siamo alla guida di un mezzo. Infine, ma non meno importanti, le missioni Karma. Queste appariranno casualmente sulla mappa con un'icona viola e se portate a termine accresceranno per l'appunto il nostro livello karma. Più sarà alto maggiori saranno i benefici che potremo ottenere nell'acquisto di oggetti dai venditori ambulanti che viaggiano nel Kyrat.
Un paese in guerra.
Portare a termine le missioni secondarie (ma anche quelle primarie) ci farà guadagnare esperienza e quindi punti che potremo spendere all'interno di uno skill tree suddiviso come un polipo in tanti piccoli tentacoli che rappresentano le migliorie che Ajay é in grado di apprendere. Il tutto sarà però diviso in due tronconi principali: la via della tigre e quella dell'elefante. La prima apporterà modifiche al nostro attacco, alle abilità corpo a corpo e alle armi da fuoco. La seconda, invece, andrà a lavorare sul crafting di siringhe, sulla barra della vita e altre abilità diciamo passive.
Una vasta mappa di gioco può ovviamente essere esplorata sia a piedi ma anche attraverso svariati mezzi di trasporto come macchine, camion, ATV e l'immacabile deltaplano. A questi agigungiamo l'utilissimo girocottero e la tuta alare, che in svariate missioni anche della trama principale, ci tonerà molto utile.
Nel complesso ci troviamo quindi davanti ad una versione aggiornata e migliorata di quanto già visto in Far Cry 3. Non aspettatevi grosse novità ma piuttosto versioni rivedute e corrette (la caccia con la presenza di nuovi animali, ad esempio.) di moltissime attività già viste e giocate.
Ovviamente non ci siamo dimenticati dei collezionabili. Anche in questo caso avremo di che sbizzarrirci tra diari, poster della propaganda da strappare, maschere antiche da scoprire e molto altro ancora. Chiudiamo citando inoltre la possibilità di avere una sorta di hub - la casa materna di Ajay - che una volta svelato, potremo migliorare sbloccando dei vantaggi fissi all'interno di esso.
Una regione da esplorare in compagnia
Se il single player non dovesse bastarvi, gli sviluppatori di Ubisoft Montreal si sono prodigati nell'offrire anche una modalità cooperativa a due giocatori ed il classico PvP - qui rinominato Battaglie del Kyrat -.
Nel primo caso, assieme ad un nostro amico che impersonerà Hurk, avremo la possibilità di muoverci liberamente per l'intera mappa e portare a termine qualsivoglia tipo di missione secondaria, oppure tentare di conquistare le fortezze, versioni più potenti e complesse degli avamposti, salvando anche i miglioramenti che riusciremo ad ottenere.
Il PvP invece ci metterà nei panni di un furioso cinque contro cinque tra due fazioni. La prima, quella del sentiero d'oro, avrà dalla sua l'utilizzo di armi da fuoco, la possibilità di guidare mezzi e torrette fisse. Gli antichi guerrieri Rakshasa potranno invece contare sulla possessione degli animali selvatici e sull'invisibilità quando si trovano accucciati. Come arma primaria avranno un potentissimo arco. vimage5, 6
Le modalità di gioco sono tre. Avamposto chiederà ad una fazione di difendere una determinata zona e all'altra di conquistarla. In Maschera del demone i Rakshasa dovranno rubare e portare nella drop zone un'antica maschera. Il portare della maschera potrà inoltre contare su particolari abilità di possessione. Infine, in Propaganda, il sentiero d'oro dovrà cercare di distruggere delle postazioni di propaganda mentre i Rakshasa tenteranno di proteggerle a tutti i costi.
Indipendentemente dalla modalità scelta, saranno effettuati due round in modo che i giocatori si possano trovare ad impersonare entrambe le fazioni in ogni match. Nonostante non sia il focus del titolo, questa modalità ci ha discretamente divertito. Il bilanciamento é buono anche se tende leggermente verso i Rakshasa, mentre l'unico grosso limite riscontrato riguarda una grandezza delle mappe forse eccessiva visto il numero di giocatori. Elemento che porta a diversi punti morti all'interno della partita.
Cartoline dal Kyrat
Arriviamo così a parlare di quello che é stato sicuramente l'elemento che più ci ha stupito durante questa intensa sessione di review: il comparto tecnico. Giocando su PS4 abbiamo potuto notare sin dalle prime battute di gioco una qualità grafica decisamente incrementata e migliorata rispetto alla prova effettuata in quel di Parigi più di un mese fa.
La rinnovata pulizia dell'immagine, associata ai 1080p che riesce a raggiungere la console di Sony, ci offrono scorci e passaggi da mozzare il fiato, ed in grado di far respirare chiaramente la sensazione di next gen. Il level design ci offre strutture antiche e moderne che richiamo la cultura indiana, con statue di dei, ripidi passaggi di montagna, cascate che mozzano il fiato e una vegetazione di primissimo livello; il tutto senza sacrificare minimamente la profondità di campo.
All'interno di questa “cartolina” troviamo ovviamente i già citati animali e gli umani - amici e nemici - in grado di rendere più vivo tutto il contesto. La loro realizzazione é davvero ottima con una cura maggiore per quanto riguarda i personaggi principali, soprattutto per quel concerne la complessità poligonale e i diversi shader utilizzati per la pelle e i tessuti dei vestiti. Ottime anche le animazioni, in grado di dare ulteriore carisma e una spiccata personalità ad ogni singolo attore virtuale. Meno definiti, ma comunque credibili, i personaggi secondari anche se abbiamo constatato una certa ripetitività nei modelli utilizzati.
Parlando di frame rate i 30 fps che muovo il gioco sono sempre rimasti fissi anche nelle situazioni più concitate. Non sono invece stati sistemati alcuni problemi di pop up e di generazione degli oggetti, ma che fortunatamente rimangono relegati ad eventi abbastanza sporadici ed assolutamente non in grado di inficiare sulla qualità generale del prodotto.
Standing ovation invece per il doppiaggio in lingua italiana: curatissimo e decisamente credibile. Pagan Min, Yogi e Reggie, Ajay e molti altri ancora, sono personaggi che grazie alla bravura degli attori che li hanno doppiati, acquistato ancora più credibilità. Anche qui, volendo, possiamo trovare qualche leggero difetto, su tutti un lips sync non proprio perfetto, ma niente che possa minare una qualità davvero altissima. A questo aggiungiamo anche una colonna sonora enfatizzata principalmente da sonorità indiane, che immerge ancora di più il giocatore nell'atmosfera.
In sostanza, come avrete sicuramente percepito, Far Cry 4 pur non stupendoci come aveva fatto il suo predecessore si é rivelato un titolo solido, ricco di elementi ma soprattutto in grado di divertire dall'inizio alla fine. Se sarete in grado di superare il fortissimo senso di déjà vu che vi accompagnerà per tutta la durata del gioco, quello che vi troverete tra le mani é sicuramente uno dei titoli più intriganti e divertenti di questo 2014. Buon divertimento.
Far Cry 4 é una versione allagarta e in buona parte migliorata del terzo capitolo della serie. Una gameplay collaudato e ancora oggi valido, unito ad una trama meno folle ma comunque solida, rendono questo titolo estramente divertente e godibile. Se vi é piaciuto Far Cry 3 comprate ad occhi chiusi anche questo capitolo, a patto ovviamente di non aspettarvi grosse novità...in quel caso, forse, rimarrete un po delusi.
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