Far Cry 5

di Roberto Vicario

Vaas, ai tempi di Far Cry 3, fu un vero e proprio jolly per la serie nelle mani di Ubisoft. Una struttura ludica e narrativa che ruotava attorno a questo carismatico villain, capace di far talmente breccia nel pubblico da motivare l'editore francese a proseguire questa strada anche con il quarto capitolo.

Dopo il simpatico Far Cry: Primal, la struttura torna più o meno sui binari del villain che manipola una regione, prendendo però qualche elemento dal gioco ambientato nella preistoria. Come è andata? Beh, fate un salto con noi in Montana e ve lo raccontiamo.

In the name of…

Il setting di questa nuova avventura è legato ad una delle regioni forse meno conosciute del territorio statunitense. Uno stato che può vantare pianure, colline, fiumi, laghi e montagne. Un luogo perfetto per il culto di Joseph Seed, carismatico visionario e fondatore di un vero e proprio culto che tiene in scacco il territorio di Hope County.

Seed è il “cattivo” di questa storia, colui che insieme ai suoi fratelli ha soggiogato parte della popolazione per un causa più grande chiamata “Eden's Gate” e che lo vedrà contrapposto al protagonista da noi impersonato - chiamato nel gioco o “vice” o “novellino” - intento a sradicare il culto con l'aiuto della resistenza locale.

Narrativamente parlando il gioco è ovviamente incentrato su questa figura che emerge in tutto il suo carisma. Il lavoro svolto nei dialoghi e nei monologhi è encomiabile. Già dall'intro si intuisce, infatti, che i temi trattati non sono per nulla banali o casuali, e che gran parte delle cose raccontare sono una chiara accusa a determinate dinamiche presenti all'interno della comunità statunitense e non solo.

Purtroppo, l'apice di questa storia è legata all'inizio e alla fine del gioco. In questi due punti ci troviamo davanti a qualcosa che ha un reale impatto, mentre tutto quello che avviene nel mezzo (la liberazione di tre regioni della valle, ognuna in mano ad uno dei fratelli di Seed) ha il sentore di brodo allungato, con passaggi interessanti ma mal amalgamati tra loro e troppo simili nel loro sviluppo. Problema che poi è legato anche ai tanti personaggi secondari, spesso PNG, che non hanno mai la possibilità di emergere in termini di carisma, ma rimangono dei semplici strumenti utili ad assegnare missioni al giocatore.

Ogni regione ha un livello di minaccia e completando missioni primarie, secondarie o attività collaterali, andremo a far salire questo indicatore. Più saliremo con questo indicatore, più alta sarà la minaccia da parte del credo e ancora più facile sarà venire in contatto con uno dei fratelli Seed, all'interno di missioni principali camuffate da incontri casuali. Ovviamente, lo scontro finale sarà tutto a favore di John, per un vero e proprio cliffhanger narrativo che, in questo caso specifico, ci ha convinto.

Una componente narrativa che si salva grazie all'inizio e alla fine quindi, ma che - visti i temi trattati - forse poteva essere struttura con un po' più di coraggio.

A zonzo per il Montana

Il cuore dell'esperienza rimane in ogni caso il gameplay, che ricalca in tutto e per tutto quello a cui la serie ci ha abituato. Un open world ricco di missioni, attività, segreti da scoprire e personaggi da incontrare. L'approccio estremamente arcade della serie, in questa quinta incarnazione è stato reso ulteriormente più fluido, dinamico, lasciando al giocatore un vero e proprio “parco giochi” con cui divertirsi sfruttando ingegno e creatività. Non possiamo tuttavia negare che in situazioni che ci hanno visto saltare da un elicottero, aprire la tuta alare e - arrivando su una pompa di benzina - aprire il paracadute e sparare in volo facendo saltare tutto in aria, il rimando a Just Cause è stato molto forte.

Ma se da un lato è proprio il suo essere così scanzonato a far perdere un po' di pathos alla narrazione, dall'altro è altrettanto corretto dire che la forza e il divertimento di questo Far Cry 5 sta proprio in quello che vi abbiamo raccontato: una grande libertà d'azione.

Il nostro vice ha, infatti, un vero e proprio arsenale a sua disposizione, una serie di tratti (i classici punti abilità) che possono specializzarlo nell'approccio stealth, piuttosto che in quello survivalista o d'azione; una serie di mezzi con cui fare casino per la valle ma soprattutto i partner. Giocando la campagna si possono infatti sbloccare ben 9 “buddy” che - gestiti dall'IA - ci faranno da spalla durante le nostre scorribande. Potranno essere gestiti da noi, oppure agiranno in autonomia, sfruttando ognuno le proprie abilità. La varietà non manca e tra i tanti citiamo “Puccettina” e “Cheeseburger”. La prima è un puma che attacca silenziosamente i nemici con i suoi affilati artigli, il secondo è un orso bruno piuttosto impetuoso che ama mangiucchiare i cultisti. A questi due partner animaleschi se ne aggiungo altri decisamente più umani, anche loro decisamente sopra le righe (tra cui una grande conoscenza della serie: avete capito di chi parliamo?). L'intelligenza artificiale che governa questi personaggi, pur fallendo ogni tanto in maniera grossolana, non è per nulla malvagia, trasformandoli in reali supporti e non in palle al piede.

Un plauso anche alle missioni secondarie, sempre piuttosto variegate ed in alcuni casi davvero fuori di testa (andare alla ricerca di testicoli di toro non vi sembra abbastanza?), mentre non mancheranno quegli elementi più sistematici come: avamposti da conquistare, oggetti in serie da distruggere e tutta una serie di collezionabili da raccogliere. Menzione particolare spetta alle sfide di Clutch Nixon, una stunt-man del passato che ha compiuto sfide estreme: starà ovviamente noi replicarle.

Tutto questo riempie tre regioni piuttosto ricche e variegate tra loro. La parte più “campagnola” chiamata Holland Valley e soggiogata da John Seed; le montagne di Whitetails che pullulano di lupi comandati da Jacob Seed e, infine, i fiumi di Henbane River, con la bella e letale Faith a farla da padrona.

Tre zone molto diverse tra loro, accomunate da un ritmo che non vi lascerà mai tranquilli ma sempre pronti a sparare, guidare, volare o far esplodere qualcosa. L'approccio scelto sarà davvero legato solamente alla vostra immaginazione.

L'unico neo è legato ad un'intelligenza artificiale che ci è sembrata in alcuni casi davvero troppo altalenante. A volte ostica e ricettiva, altre piuttosto spaesata e poco efficace.

Dammi una monetina per quel cabinato!

Alla componente singolo giocatore si affianca la cooperativa e la modalità arcade. La prima ci permetterà di giocare in compagnia di un amico l'intera campagna. Un vero e proprio valore aggiunto, soprattutto perché - coordinandosi a dovere - possono venire fuori situazioni davvero epiche. Infine una menzione per la modalità arcade.

In questa variante i giocatori potranno sbizzarrirsi nel giocare delle mappe create dalla comunità, oppure crearne delle loro. Sebbene possa sembrare di primo acchito quel qualcosa in più, la modalità arcade è invece una variante da non sottovalutare. All'interno di questo editor si potrà ,infatti, creare mappe per i singolo o la co-op ma anche livelli dedicati al multigiocatore puro come deathmatch o tema deathmatch; il tutto arricchito dalla possibilità di utilizzare una miriade di modificatori e assets provenienti dai precedenti titoli della serie, Watch Dogs, Assassin's Creed: Unity e Black Flag.

Non possiamo ovviamente non parlare di quella che è una delle componenti più riuscite del gioco: il comparto tecnico. Giocato su Xbox One X in 4K e HDR attivo, Far Cry 5 è un vero e proprio spettacolo nonostante i 30fps (ad ogni modo solidissimi). Il Montana regala spettacoli da mozzare il fiato e gli stessi modelli poligonali dei personaggi, rendono perfettamente giustizia alle tante "situazioni ravvicinate" proposte dalle cut scene del gioco. Il Dunia Engine fa decisamente il suo sporco lavoro.

Discreto il doppiaggio in lingua italiana, mentre la colonna sonora riprende alcune grandi hit del passato che fa sempre molto piacere ascoltare. Visto il clamore suscitato in questi ultimi mesi, spendiamo le ultime parole per le micro transazioni: sono presenti ma non vanno minimamente ad influire sull'esperienza di gioco.

Cosa dire quindi di questo Far Cry 5? Il gioco è divertente, funziona, fa quello che ha sempre fatto la serie all'interno di un contesto sviluppato bene. Problematiche critiche non ne sono emerse, rimane solamente quella sensazione che molti giocatori potrebbero avere di "già visto". Nonostante la situazione sia decisamente meno critica rispetto ad Assassin's Creed, un po' di pausa alla serie non è una cosa da escludere a priori.