Fear Effect 2: Retro Helix
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Le collisioni invece sono state modificate a tutto vantaggio del realismo. Nel precedente episodio della serie capitava di trovarsi nell'improbabile e sinceramente ridicola situazione per la quale bastava rotolare a terra per essere del tutto invulnerabili. In Retro Helix gli effetti questo gesto atletico sono stati ridimensionati per cui possiamo ancora evitare un colpo di revolver volteggiando lateralmente, ma solo se il movimento é eseguito con tempismo. Anche la resistenza ai colpi e stata diminuita, e ora bastano pochi proiettili per abbattere i nemici comuni (perlomeno nello standard play) o rimanere uccisi. Inoltre, sono aumentate le situazioni in cui, allo sviscerare una pioggia di piombo é di gran lunga preferibile arrivare alle spalle dei nemici senza farsi vedere e ucciderli con un colpo solo, non solo per risparmiare munizioni, ma anche per evitare l'arrivo di un nugolo di guardie. É interessante notare come, a questo scopo, é richiesto specificatamente l'uso delle armi bianche, dato che anche un solo colpo di pistola causa rumore, e può attirare i nemici nelle vicinanze. Retro Helix si dipana su quattro CD-ROM e tredici livelli, ma considerata la mancanza sostanziale di enigmi di difficile soluzione, questa lunghezza era richiesta e necessaria
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LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO
Tecnicamente Retro Helix fa onore al vecchio detto secondo cui squadra che vince non si cambia, a tutto vantaggio di chi riteneva il precedente Fear Effect già perfetto, ma con leggero disappunto per chi sperava in qualche innovazione di rilievo. Torna l'area di gioco in formato 16:9 (ovvero con le bande nere in alto e in basso come per lo standard cinematografico) e il FX motion, una tecnologia brevettata da Eidos che sostituisce gli ambienti immobili e cristallizzati degli altri survival horror con un filmato MPEG della durata di qualche secondo, che serve a dare la sensazione di uno scenario in continuo movimento. Ma in realtà é nella sontuosa scenografia, nelle architetture in bilico tra gli slum più sordidi e l'ostentazione dei grattacieli più esclusivi, e nell'atmosfera tecnoviziosa in stile Blade Runner che bisogna rintracciare le ragioni del fascino di Retro Helix, che scaturisce dalle idee della Eidos più che da meri dati tecnici
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LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO
Tecnicamente Retro Helix fa onore al vecchio detto secondo cui squadra che vince non si cambia, a tutto vantaggio di chi riteneva il precedente Fear Effect già perfetto, ma con leggero disappunto per chi sperava in qualche innovazione di rilievo. Torna l'area di gioco in formato 16:9 (ovvero con le bande nere in alto e in basso come per lo standard cinematografico) e il FX motion, una tecnologia brevettata da Eidos che sostituisce gli ambienti immobili e cristallizzati degli altri survival horror con un filmato MPEG della durata di qualche secondo, che serve a dare la sensazione di uno scenario in continuo movimento. Ma in realtà é nella sontuosa scenografia, nelle architetture in bilico tra gli slum più sordidi e l'ostentazione dei grattacieli più esclusivi, e nell'atmosfera tecnoviziosa in stile Blade Runner che bisogna rintracciare le ragioni del fascino di Retro Helix, che scaturisce dalle idee della Eidos più che da meri dati tecnici